Se siete in stato interessante fate attenzione all’assunzione di dosi troppo massicce di liquirizia: un gruppo di ricercatori finlandesi sostiene infatti che mangiarne troppa potrebbe fare aumentare il rischio di partorire prima del tempo. La liquirizia, in particolare la glicirizina, che ne è la sua componente principale, fa aumentare la produzione di prostaglandine dell’organismo. Si tratta dello stesso principio attivo che viene utilizzato in ostetricia per indurre il travaglio e per accelerarlo. L’indagine è stata svolta raccogliendo i dati sul consumo di liquirizia di circa mille donne: dopo che queste hanno partorito, i ricercatori si sono accorti che coloro che consumavano almeno due pacchetti e mezzo di liquirizia nera a settimana, avevano poi partorito prima della 38esima settimana.
Lo studio inizialmente si era riproposto di studiare l’eventuale effetto della liquirizia sul peso alla nascita di bambini nati regolarmente alla fine della gravidanza: pare che in tal caso non vi sia alcuna correlazione, mentre vi è una certa correlazione tra il consumo di liquirizia e anticipazione della nascita del bebè pretermine. E’ ancora presto per fare delle considerazioni definitive, ma pare proprio che un rischio in tale termine vi sia: un consiglio allora è quello di consumare la liquirizia, ma senza abusarne. Ciò vale ovviamente anche per tutti gli altri cibi: poco di tutto non ha mai dato fastidio, ma un abuso può portare a delle complicazioni assolutamente evitabili.
Non è stata invece riscontrata una correlazione tra il consumo di liquirizia e deficit cognitivi del bambino, o suoi comportamenti aggressivi. Un tempo si diceva che consumare liquirizia in gravidanza provocasse disturbi al feto dal punto di vista celebrale, tanto che i bambini nati da madri che consumavano molta liquirizia presentavano bassi punteggi sui test d’intelligenza e disturbi comportamentali quali anche l’ADHD o disturbo da deficit di attenzione.
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