L’Italia è tutt’altro che un paese per bambini, come spiega un’inchiesta de La Stampa che anticipa la presentazione di una stima ufficiale da parte dei garanti dedicati al Parlamento il prossimo giugno. L’infanzia, nel nostro paese, è tutt’altro che una passeggiata per tanti bambini.
Povertà al sud e conflitti di genitori che si accusano di abusi al centro-Nord sono le minacce più forti: quelle che portano al non completamento della scuola dell’obbligo e che spesso costringono i più piccoli a vivere in situazioni devastanti di esclusione sociale. E l’allarme è lanciato contestualmente dai garanti regionali e da quello nazionale per l’infanzia, dai tribunali per i minori e dalla Direzione per l’inclusione del ministero del Welfare.
A ben vedere viste le cifre statistiche riguardanti i bambini: prima di tutto vi sono almeno 50mila bambini senza tetto segnalati in accampamenti, macchine e sotto i ponti. Ed ancora quelli che abbandonano gli studi perché non possono permetterselo, la mancanza di reparti di terapia intensiva infantile in Calabria e ad almeno 170 minori costretti a vivere in condizioni tremende nel quartiere ghetto Ciambra di Gioia Tauro.E cosa dire dei 200 incesti all’anno in Campania?
Situazioni non ipotetiche ma reali che fanno rabbrividire. Senza contare tutto ciò che passa sotto il radar degli assistenti sociali e non viene calcolato. E’ il garante dell’Infanzia della Regione Calabria Antonio Marziale a fare un quadro schietto della situazione:
Nel Mezzogiorno solo una piccola parte delle condizioni di difficoltà affiora, resta una cappa di silenzio che scoraggia qualsiasi denuncia, mentre c’è una carenza spaventosa di assistenti sociali negli enti locali nella giustizia minorile. Siamo un Paese che individua in ritardo le situazioni problematiche e che sconta un grave ritardo nelle mappatura dei fenomeni sociali.
Tutto a discapito dei minori.