Quel che si desidera per i propri figli è una scuola che funzioni e che sappia gestire al meglio gli alunni di ogni età: tutto ciò, inutile sottolinearlo, si basa sulla presenza di buoni maestri e professori: al fine di non lasciare le classi scoperte si sfruttano le “messe a disposizione“.
Cosa è la messa a disposizione
Ma come funziona questa procedura? E’ importante sapere che sebbene molte aule siano vuote le segreterie sono spesso piene di richieste e curriculum legate alle Mad, ovvero le messe a disposizione. Esse consentono a coloro che vogliono divenire insegnanti ed al personale ATA di presentare la propria candidatura direttamente alle scuole pubbliche per ottenere delle supplenze, dando modo al dirigente scolastico, nel caso fosse interessato, di contattare direttamente il candidato che reputa più vicino alle proprie esigenze. Ovviamente graduatorie di circolo e di istituto hanno la precedenza ma per legge il preside, una volta esaurite queste, può selezionare personale anche senza abilitazione: si tratta di un’alternativa perfettamente legale sebbene non regolata dal Ministero dell’Istruzione che rende le scuole una sorta di “ufficio di collocamento“.
Niente laurea ma requisiti specifici per messa a disposizione
In base alle norme che regolano queste procedure, la candidatura è possibile per tutti coloro che posseggono il titolo di studio richiesto per ricoprire il ruolo nel quale ci si candida: questo non significa però che la laurea sia obbligatoria e che in caso di necessità e di mancanza di candidati laureati, il dirigente scolastico ha pieni poteri per poter selezionare anche personale senza diploma di laurea. Questo non significa rinunciare ad una persona dotata di preparazione, dato che i presidi sono chiamati a valutare le richieste ed i curriculum al fine di scegliere il candidato più adatto al posto a disposizione in base ad una circolare ministeriale pubblicata lo scorso anno.
Le statistiche relative alle Mad mostrano che almeno 15 mila supplenze sono state affidate a personale reclutato attraverso questa procedura e le stime riguardanti l’anno scolastico 2019-2020 parlano di buone probabilità che si raggiungano i 170 mila incarichi. Sebbene l’Europa abbia lanciato una procedura d’infrazione per l’Italia relativamente all’eccessivo uso di supplenti al posto della sottoscrizione di contratti più stabili per gli insegnanti, è importante sottolineare come questo metodo di assunzione a chiamata attraverso le messe a disposizione consente di poter dare la giusta copertura a livello di personale, coadiuvando un insegnamento più completo per gli alunni. Avere il giusto supporto consente ai ragazzi ed ai bambini di imparare con più facilità.