Coronavirus, picco di positivi tra i bambini fino ai due anni

di Valentina Cervelli Commenta

Il covid-19 è un virus infido capace d’insinuarsi in maniera capillare e in un momento in cui la maggior parte degli adulti sono vaccinati e quindi comunque alle prese con sintomi più lievi ove presenti, a essere tra le fasce più colpite dai contagi e in particolare, nell’ultima settimana, è quella della fascia di età dagli zero ai due anni.

Preoccupa l’incidenza tra i più piccoli

Se prima non ci si preoccupava molto dell’incidenza tra i minori, da un certo punto di vista, basta solamente prendere in considerazione i casi del Lazio con i suoi 209 contagi dell’ultima settimana tra i bambini di 0-2 anni per preoccuparsi e la motivazione è semplice: le feste di Natale hanno portato a una maggiore promiscuità e l’arrivo della variante omicron rischi di mettere la popolazione davanti a una trasmissibilità molto più alta di quella alla quale si è abituati. Parlando di tasso di incidenza è attualmente pari a 167 per 100mila abitanti, circa il doppio rispetto a quello dei cittadini ottantenni e va da sé che si tratta di un dato assolutamente rilevante.

Soprattutto perché quando si parla di piccolissimi che non possono contare né sulla vaccinazione né su un sistema immunitario perfettamente formato, la pericolosità di un virus come quello del Covid-19 tocca delle vette altissime che necessitano del lavoro di personale specializzato e in grado di gestire la situazione. Come riporta Repubblica nella sua sezione di Roma, al Bambin Gesù, ospedale pediatrico di fama nazionale, sono al momento 17 i giovanissimi pazienti ricoverati con una diagnosi di Covid: un neonato di 7 giorni nato positivo e proveniente da Sessa Aurunca è in degenza protetta in condizioni non preoccupanti, mentre lo sono quelle di una neonata di sei mesi trasferita prima di Natale da Cosenza che si trova in terapia intensiva con un quadro polmonare complesso.

Non abbassare la guardia

 

Il virus non è qualcosa con il quale si può scherzare, soprattutto se a essere coinvolti sono bambini che non hanno la possibilità di immunizzarsi.  Come ha spiegato a Repubblica Andrea Campana, responsabile del reparto Covid della sede dell’ospedale pediatrico di Palidoro- Bambin Gesù:

L’età media dei nostri ricoverati si sta abbassando e sarà così finché la fascia dei più piccoli non potrà vaccinarsi. Sono malattie soggette a ondate e a gennaio ci aspettiamo l’ondata di influenza.

Al momento non sono stati riscontrati casi di Omicron tra i bambini e il prof Campana ci tiene a sottolineare che per quel che riguarda questa variante ancora non si sa molto e questo significa avere l’obbligo di non abbassare la guardia, anche se si riporterebbe al momento una sintomatologia più lieve. Il rischio è quello di sottovalutare il problema dell’infiammazione multisistemica, una delle conseguenze diffuse del Covid nei più piccoli.

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