Boom di problemi all’udito per i giovani: Mp3 sotto accusa

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Sotto accusa finiscono, ancora una volta, i lettori Mp3. Ma anche le lunghe chiacchierate al telefonino e le notti trascorse in discoteca. Il risultato non varia, anzi peggiora di anno in anno: i problemi di udito continuano a crescere tra giovani e giovanissimi, in ogni angolo del pianeta. A tastare il polso alla situazione, gli esperti riuniti a Lecce per il XXXVIII Convegno della Societas Orl Latina di otorinolaringoiatria, una ‘quattro giorni’ che vede a confronto gli addetti ai lavori dei Paesi di lingua latina per parlare delle principali novità del settore.
E dagli interventi – assicura all’Adnkronos Salute il presidente del Convegno Michele De Benedetto, direttore dell’Unità operativa complessa di Otorinolaringoiatria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce – si comprende che il problema non è solo italiano ma condiviso da tutti i Paesi“, in altre parole ovunque “c’è bisogno di abbassare il volume“.

ABBASSARE IL VOLUME
Anche perché, assicura l’esperto, “basterebbe ridurre il rumore complessivo del 2-3% per vedere questi problemi diminuire sensibilmente“. Da qui, un vero e proprio appello “alle istituzioni, per introdurre norme” ‘abbassa volume’ che preservino l’udito dei giovani. Ragazzi che, nell’attesa che arrivino nuovi ‘paletti’, “dovrebbero adottare stili di vita più sani“, per non ritrovarsi con le orecchie danneggiate dalle cattive abitudini, troppo spesso sottovalutate.

NORME A LIVELLO EUROPEO
Più che di raccomandazioni e linee guida – ribadisce Giancarlo Cianfrone, presidente dell’Associazione italiana per la ricerca sulla sordità (Airs), tra gli esperti presenti all’appuntamento leccese – abbiamo bisogno di norme ferree, per lo meno a livello europeo“. Regole, ad esempio, “che stabiliscano il volume massimo dei lettori Mp3 a cui le aziende produttrici dovranno obbligatoriamente attenersi“. Oppure norme che fissino l’audio invalicabile in discoteca, “parametri, questi ultimi, che in Italia sono stati già stabiliti – riconosce Cianfrone – ma che vengono costantemente disattesi“.
E così, tra musica sparata in cuffietta e notti trascorse al ritmo di house ed elettronica, “i danni all’apparato uditivo dei giovani continuano a crescere. Non possiamo perdere altro tempo – raccomandano gli addetti ai lavori riuniti a Lecce – è arrivato il momento di correre ai ripari“.

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