Hanno superato quota 10 mila all’anno i bimbi italiani ‘figli della provetta’, secondo l’ultima relazione del ministro della Salute Ferruccio Fazio al Parlamento in tema di procreazione medicalmente assistita, relativa all’attività 2008. Secondo il rapporto, cresce nel nostro Paese il ricorso alle tecniche per il trattamento dell’infertilità di coppia, che oggi hanno ricevuto il massimo riconoscimento scientifico mondiale con l’assegnazione del premio Nobel 2010 per la medicina all’inglese Robert Edwards, pioniere della fecondazione in vitro.
I centri per la fecondazione artificiale e in vitro
Al 31 gennaio 2010, in Italia i centri di Pma iscritti al Registro nazionale sono 349: 149 di I livello (inseminazione artificiale) e 200 di II e III livello (per lo più Fivet-fecondazione in vitro e trasferimento dell’embrione, o Icsi-microiniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo). Il 45% dei centri è pubblico o privato convenzionato con il Ssn, il 55% è privato. Nel 2008 – riporta il documento – i centri di Pma attivi nella Penisola e tenuti all’invio dei dati erano 354, e tutti hanno fornito i loro numeri all’Istituto superiore di sanità.
Le gravidanze
Le coppie trattate sono state complessivamente 59.174 e sono stati iniziati in tutto 79.125 cicli. Sono state ottenute 12.767 gravidanze, il 15,2% delle quali (1.942) ‘perse’ in fase di follow-up. Dalle 10.825 gravidanze monitorate, sono nati vivi 10.212 bambini. I parti gemellari sono stati il 21%, in linea con la valori della media europea – specifica la relazione – mentre i trigemini la superano, con una media nazionale del 2,6%.
Secondo la relazione ministeriale sull’attività 2008, la maggior parte delle gravidanze frutto di Pma monitorate in Italia (7.728 su 10.825) riguarda tecniche a fresco di II e III livello: Fivet (il 18,9% dei cicli) e Icsi (81,1%). Con questi trattamenti, il numero di nati vivi è di 7.492, con un 20,1% di gravidanze gemellari e un 3,4% di gravidanze trigemine o quadruple.
L’età media delle mamme
L’età media delle mamme che nel 2008 si sono sottoposte a Fivet o Icsi è di 36,1 anni, contro una media europea di 33,8 anni nel 2005. “Purtroppo – si sottolinea nella relazione – è in aumento l’età media delle donne che si sottopongono a questo tipo di trattamenti, un fattore che incide negativamente sui risultati delle tecniche stesse, e anche il numero dei cicli di trattamento effettuati da pazienti con età superiore al 40 anni“: il 26,9% dei cicli, contro il 25,3% del 2007, riguarda una donna ultraquarantenne. “Nonostante ciò – precisa la relazione – continua a migliorare l’efficacia delle procedure di procreazione medicalmente assistita“.
Rispetto al 2007, i cicli iniziati nel 2008 con tecniche a fresco di II e III livello sono aumentati del 10,1%, le gravidanze ottenute segnano un +12,6% e i nati vivi un +15,5%. “I dati presentati si – puntualizza il documento – si riferiscono a un periodo antecedente alla modifica della legge 40/2004 attuata dalla Corte Costituzionale con la sentenza n.151 del 2009“.