Vita nuova a scuola per i 350 mila studenti italiani che soffrono di disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) come la dislessia o la discalculia. Merito di una legge ad hoc che riconosce questi disturbi e stimola la scuola a individuarli precocemente offrendo modi, tempi e strumenti per imparare nonostante il problema di apprendimento. La normativa, varata il 29 settembre, è stata illustrata oggi al Senato dall’Aid, Associazione italiana dislessia, insieme ai presidenti delle Commissioni istruzione del Senato, Guido Possa, e della Camera, Valentina Aprea, e diversi parlamentari di maggioranza e opposizione.
Individuare i DSA a scuola
“Sono soddisfatta, anche come genitore – dice Rosabianca Leo, presidente Aid – perché questa legge riconosce finalmente l’esistenza della dislessia e di altri disturbi specifici di apprendimento, stimolando la scuola a individuarli precocemente e definendo i luoghi del percorso diagnostico e didattico“. La presidente dell’Aid ha quindi annunciato che è già stato aperto il tavolo di lavoro con il ministero dell’Istruzione per le linee guida sulla legge. “Certo – sottolinea – siamo solo all’inizio di un percorso che dovrà essere avviato con le scuole, soprattutto sul tema della formazione dei dirigenti scolastici e le strutture del Servizio sanitario nazionale. Il testo è certamente un salto di qualità rispetto al passato, ma va migliorato sia sotto l’aspetto della valutazione sulla sua effettiva applicazione sia per esempio con l’inserimento di sanzioni per chi non rispetta la normativa“.
Il diritto ad una diagnosi precoce
La legge garantisce, in particolare, il diritto a una diagnosi precoce, piani didattici personalizzati, dispensazione da alcune attività (come ad esempio scrivere alla lavagna o leggere a voce alta) e utilizzo di strumenti tecnologici (videoscrittura, calcolatrice e computer) di sostegno. Per avviare le nuove disposizioni è previsto un finanziamento di 2 milioni di euro complessivi per gli anni 2010-2011 per la preparazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici. Inoltre, qualora non sia disponibile effettuare diagnosi nelle strutture del Ssn, la legge dà la possibilità di eseguirle in strutture accreditate.
Piani didattici personalizzati
La legge prevede, inoltre, che entro quattro mesi dalla sua approvazione dovranno poi essere messe a punto le linee guida da parte del ministero dell’Istruzione. E l’Aid ha già formulato una proposta sui Piani didattici personalizzati già promossa dall’associazione attraverso il suo servizio di assistenza ‘Help-line’, a cui sempre più genitori, scuole e insegnanti si rivolgono in cerca di aiuto.
Le scuole e i docenti, inoltre, avranno un ruolo fondamentale. A loro, infatti, il compito di elaborare i Piani didattici personalizzati (Pdp). Strumenti che hanno l’obiettivo di garantire una migliore qualità di vita a ogni studente e studentessa con disturbi di apprendimento, dando loro la possibilità di imparare nel rispetto delle proprie caratteristiche. Il Piano vuole essere anche una sorta di patto, un’alleanza tra la persona con il disturbo di apprendimento, la sua famiglia, i professionisti del sistema sanitario, i professionisti della scuola.