Chi ben comincia è metà dell’opera. Accade anche a tavola, dove gli esperti concordano: la prima colazione è in assoluto il pasto più importante della giornata, un’iniezione di ‘carburante’ necessaria per affrontare al meglio le ore iniziali della giornata. In ufficio, ma soprattutto a scuola. Eppure, benché il 90% degli italiani dichiari di fare colazione, alla prova dei fatti la maggior parte fallisce. Solo il 30% consuma un primo pasto adeguato, mentre 7 su 10 sbagliano qualità o quantità degli alimenti assunti. E il dato più allarmante riguarda proprio i bambini: il 10-30%, in Europa come negli Usa, salta del tutto la colazione, rischiando problemi di salute e in primis sovrappeso e obesità.
Saltare la colazione mette il bimbo a rischio obesità
Inappetenza, cattivo esempio in famiglia, la fretta imposta dai nuovi modelli di vita sono i fattori sotto accusa. Elementi che contribuiscono a delineare una generazione di ‘breakfast skipper’, termine anglosassone per definire i piccoli che ‘bucano’ regolarmente l’appuntamento chiave con la prima colazione. Bambini che finiscono per rimpinzarsi in modo sbagliato a pranzo, a cena o peggio ancora fuori pasto. Risultato: “I breakfast skipper corrono più rischi di sviluppare obesità“, avverte Marcello Giovannini, presidente del summit meneghino.
Cosa mangiare a colazione
Dopo il digiuno notturno, dunque, sedersi a tavola entro due ore dal risveglio è un ‘must’ per essere sicuri di rendere al massimo sui banchi o dietro la scrivania. Ma se saltare a pie’ pari la prima colazione è in assoluto il ‘re’ degli errori alimentari, per non disturbare gli equilibri metabolici dell’organismo è necessario anche scegliere bene cosa mettere nel piatto.
“L’indicatore biologico da tenere costantemente sotto controllo è l’indice glicemico“, spiega Livio Luzi della Facoltà di scienze motorie dell’università degli Studi di Milano. “Se a colazione una persona sana, non diabetica, assume alimenti che fanno schizzare troppo in alto questo parametro – precisa l’esperto – si verifica un aumento della produzione di insulina“, l’ormone ‘sentinella’ dei livelli di zucchero nel sangue. A sua volta, “nel giro di 2-4 ore il picco insulinemico abbatte nuovamente la glicemia, causando tra mezzogiorno e le 14 una sensazione acuta di fame molto simile a quella tipica del digiuno“. Si arriva insomma all’ora di pranzo con il classico ‘buco nello stomaco’ come se non si mangiasse dalla sera prima, e così la tentazione di abbuffarsi diventa irresistibile.
Non è tutto. “La maggiore risposta insulinemica – aggiunge Luzi – facilita anche la deposizione di grasso sia a livello del tessuto adiposo sottocutaneo che a livello della parete arteriosa“. Tradotto in pericoli per la salute: aumenta il rischio per il cuore.
Carboidrati, grassi e proteine
Per dribblare chili di troppo e malattie cardiovascolari, dunque, “a colazione è importante evitare di assumere troppi zuccheri semplici“, insegna l’esperto. Occhio quindi a non dolcificare il caffelatte con le cucchiaiate troppo generose. Meglio invece “preferire i carboidrati complessi che rappresentano una fonte energetica di lunga durata, aiutando a mantenere alta la soglia dell’attenzione“. Inoltre, “ai carboidrati vanno aggiunti anche grassi e proteine”.
Nel concreto, “via libera a biscotti ad alto contenuto proteico, integrali o secchi, a fette biscottate e cereali e ad alimenti come le creme spalmabili a base di nocciola e cacao“.
Francesca - Riparti dalla colazione 2 Dicembre 2010 il 12:54
Veramente interessante e puntuale questo articolo. Condivido in pieno, tanto che ho segnalato anche sul blog che gestisco: Riparti dalla colazione, un progetto per promuovere le buone pratiche mattutine in ottica benessere. Se volete venirci a trovare, ci piacerebbe molto avere un vostro riscontro e se avete proposte da fare, potete scrivermi al [email protected]
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