“Evidentemente qualcuno che si preoccupa di cercare le cose; non vedo che cos’altro potrebbe essere!” disse Pippi, ammucchiando con la scopa la farina sparsa per il pavimento. “Il mondo è pieno zeppo di cose, e ci vuole pure qualcuno che si occupi di sapere che razza di cose siano. Questo è appunto il compito dei cerca-cose”.
“Ma che tipo di cose?” insistette Annika.
“Che ne so, qualsiasi tipo di cose” rispose Pippi, “pepite d’oro, piume di struzzo, topi morti, caramelle con lo scoppino, minuscole viti, e così via”.
Tommy e Annika capirono che doveva trattarsi di un gioco divertente e decisero di improvvisarsi cerca-cose anche loro. Tommy tuttavia precisò che avrebbe preferito trovare una pepita d’oro piuttosto che una minuscola vite.
“Stiamo a vedere” disse Pippi, “qualcosa si trova sempre. Soltanto spicciamoci, se non vogliamo che altri cerca-cose si portino via tutte le pepite d’oro sparse nella zona”.
I tre cercatori si misero dunque all’opera. Cominciarono con l’ispezionare i dintorni delle ville vicine, perché Pippi aveva fatto notare che, nonostante succeda molto spesso di scovare una vite nel cuore di un bosco, pure gli oggetti migliori si trovano vicino alle abitazioni degli uomini.
Nella giungla del Borneo
“Per quanto” disse, “spesso mi è successo il contrario; mi viene in mente quella volta che facevo la cerca-cose nella giungla del Borneo. Proprio nel fitto della foresta dove mai, mai si posò piede umano, immaginate cosa vi trovo? Una stupenda gamba di legno. In seguito la regalai a un tipo con una gamba sola, il quale mi disse che una simile gamba non avrebbe potuto acquistarla nemmeno a peso d’oro”.