In quel medesimo istante il cancello di una villa vicina si spalancò, e ne uscì correndo un ragazzoi. Aveva l’aria molto spaventata, e non c’era nulla di strano, dato che i cinque ragazzi che gli stavano alle calcagna, dopo averlo raggiunto, lo spinsero contro una palizzata e gli saltarono addosso. E tutti e cinque insieme presero a tempestarlo di pugni, mentre lui piangeva e si teneva le braccia sul viso per difendersi.
“dategli addosso, miei prodi” li incitava il più grande e il più forte dei ragazzi, “che non osi più farsi vedere in questa strada!”
“Oh” esclamò Annika, “quello che si prende le botte è Ville, come possono essere tanto cattivi!”
“E’ quello schifoso di Bengt, lui deve sempre menar le mani” disse Tommy. “E in cinque contro uno, poi. Che vigliacchi!”
Pippi si avvicinò ai ragazzi, e con l’indice diede un leggero colpetto sulla spalla di Bengt.
“Senti, tu” disse Pippi, “pare proprio che abbiate intenzione di fare polpette del piccolo Ville, visto che gli state addosso in cinque”.
Bengt si voltò e si trovò di fronte una ragazzina sconosciuta e dall’aria curiosa, che per giunta osava dargli dei colpetti sulla spalla con un dito.
Rimase a bocca aperta
Per un attimo rimase a bocca aperta dallo stupore, ma poi un sogghigno gli contrasse la faccia.
“Ehi, ragazzi” disse, “lasciate stare Ville e venite un po’ a vedere questa sagoma di bambina!”
E si piegava in due dal ridere. In un baleno tutti si raccolsero intorno a Pippi, tutti meno Ville che, asciugandosi le lacrime, andò a mettersi per precauzione dietro a Tommy.