I fiori della piccola Ida -parte sesta-

di Redazione Commenta

Poi giunsero molti altri fiori e ballarono tutti insieme, le violette azzurre e le margheritine rosse, le margherite e i mughetti. E tutti si baciavano tra loro, erano così carini da vedere!
Alla fine si augurarono la buona notte e anche la piccola Ida se ne tornò nel suo lettino, dove sognò tutto quello che aveva visto.
Quando il mattino dopo si alzò, andò subito al tavolino per vedere se i fiori erano ancora li, tirò le tendine del letto e, sì c’erano tutti, ma erano completamente appassiti, molto più che il giorno prima. Sofia era nel cassetto, dove l’aveva messa lei, e appariva molto assonnata.
“Ti ricordi che cosa mi dovevi dire?” chiese la piccola Ida, ma Sofia aveva l’aria molto stupida e non disse una parola.
“Non sei affatto buona” disse Ida “eppure hanno ballato tutti con te.” Poi prese una scatoletta di cartone con disegnati sopra dei begli uccellini, la aprì e vi mise dentro i fiori morti. “Questa sarà la vostra graziosa bara” disse “e quando i miei cugini norvegesi saranno qui, vi seppelliremo fuori in giardino cosicché possiate crescere per l’estate e diventare ancora più belli.”

Giona e Adolfo
I cugini norvegesi erano due ragazzi in gamba, si chiamavano uno Giona e l’altro Adolfo; avevano appena avuto in regalo dal padre due nuovi archi che avevano portato per mostrarli a Ida. Lei raccontò dei poveri fiori appassiti, e così poté seppellirli. I due ragazzi erano davanti, con gli archi sulle spalle, e la piccola Ida li seguiva con i fiori morti nella graziosa scatola, nel giardino venne scavata una piccola fossa; Ida prima baciò i fiori, poi li posò con la scatola nella terra e Adolfo e Giona tirarono con l’arco, non avendo né fucili né cannoni. FINE

Fiaba di Hans Christian Andersen

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