Ma la renna chiese di nuovo qualcosa per la piccola Gerda e Gerda stessa volse verso la donna di Finlandia uno sguardo così implorante, pieno di lacrime, e questa ricominciò di nuovo a strizzare gli occhi, poi portò la renna in un angolo dove le sussurrò qualcosa mentre le metteva del ghiaccio fresco sulla testa.
«Il piccolo Kay è veramente presso la regina della neve e trova tutto di suo piacimento e crede che quella sia la parte più bella del mondo, ma tutto questo è accaduto perché gli sono caduti una scheggia di vetro nel cuore e un granellino di vetro in un occhio, prima questi devono essere estratti, altrimenti non diventerà mai un uomo e la regina della neve manterrà il potere su di lui.»
«Ma tu non puoi dare qualcosa alla piccola Gerda, in modo che lei possa avere potere su tutto?»
«Io non posso darle una forza più grande di quella che già ha! Non vedi quanto è grande? Non vedi come gli uomini e gli animali la servono, e quanto ha camminato nel mondo con le sue sole gambe? Non deve avere da noi il potere: il potere si trova nel suo cuore perché è una fanciulla dolce e innocente Se lei stessa non riesce a arrivare dalla regina della neve e a togliere il vetro dal piccolo Kay, noi non possiamo aiutarla! A due miglia da qui comincia il giardino della regina della neve, tu devi portare fino a lì la fanciulla, e metterla vicino a un grande cespuglio di bacche rosse che si trova tra la neve; ma non star lì a chiacchierare a lungo e affrettati a tornare indietro!» e così dicendo mise la piccola Gerda sulla renna, che cominciò a correre più forte che potè.
Non ho preso gli stivali
«Oh non ho preso gli stivali! e nemmeno i guanti!» gridò la piccola Gerda; lo notava solo adesso per il freddo pungente, ma la renna non osava fermarsi e corse finché non giunse al grande cespuglio con le bacche rosse; lì fece scendere Gerda, la baciò sulla bocca, e grandi lacrime lucenti scesero sulle guance dell’animale, poi corse via più in fretta che potè. La povera Gerda si trovò lì senza scarpe e senza guanti in mezzo alla terribile e fredda Finlandia.
Corse avanti più in fretta che potè, poi giunse un intero reggimento di fiocchi di neve, ma questi non cadevano dal cielo, che era limpido e brillava per l’aurora boreale; i fiocchi di neve correvano proprio lungo la terra e più si avvicinavano, più diventavano grandi; Gerda si ricordava bene quanto grossi e meravigliosi le erano sembrati quella volta che li aveva visti attraverso la lente d’ingrandimento, ma qui erano grandi e terribili in un altro modo, erano vivi, erano l’avanguardia della regina della neve e avevano le forme più strane; alcuni sembravano orribili e grossi porcospini, altri apparivano come serpenti raggomitolati con la testa ritta, altri ancora come piccoli grassi orsi dal pelo irto, ma tutti erano di un bianco splendente, tutti erano fiocchi di neve vivi.
Il freddo era così forte
Allora la piccola Gerda recitò il Padre Nostro, il freddo era così forte che riusciva a vedere il suo respiro in una nuvoletta di fumo che usciva dalla bocca; poi si fece sempre più denso e si trasformò in piccoli angeli trasparenti che crescevano sempre di più toccando la terra. Tutti avevano l’elmo in capo e una spada e lo scudo ai fianchi; divennero sempre più numerosi, e quando Gerda ebbe finito il Padre Nostro, ce n’era una intera legione intorno a lei. Colpirono con le spade gli orribili fiocchi di neve fino a romperli in mille pezzi, così la piccola Gerda potè avanzare sicura e piena di coraggio. Gli angeli le toccavano i piedi e le mani in modo che lei sentisse meno il freddo, e arrivò così al castello della regina della neve.
Ma adesso dobbiamo prima vedere come stava Kay. Kay non pensava affatto alla piccola Gerda e ancora meno pensava che lei fosse alle porte del castello.
Fiaba di Hans Christian Andersen