La coppia si fa in sei. Si divide, si ricompone, si allarga, si contamina. Ma resiste anche quella tradizionale, quella tra uomo e donna che convive con i propri figli. Non ci sono i ”separati e basta” oppure i ”separati in casa” di piu’ recente scoperta. Le nuove coppie nella societa’ globalizzata si chiamano con acronimi, ovviamente in inglese: Lat (Living apart together), perche’ vivono insieme ma separati; Dink (Double Income No Kids ) che dell’assenza di prole hanno fatto una scelta non irreversibile; Childfree che ai figli dicono un no netto e definitivo. Poi ci sono le coppie omosessuali e quelle interculturali, diverse ma simili per i pregiudizi a cui spesso ancora sono soggette. E’ l’Italia delle nuove coppie, delle coppie moderne e, in fondo, delle nuove famiglie. In un Paese nel quale pesano non poco i condizionamenti della cultura cattolica. La racconta Alessandra Salerno, psicoterapeuta familiare e di coppia, nella sua indagine ”Vivere insieme” (Il Mulino).
Vediamole, allora, piu’ da vicino le ‘cinque’ (la sesta e’ old style) coppie del nuovo secolo:
– LE ‘LAT’. VIVERE INSIEME SEPARATI
Pur non avendo motivo per non condividere l’abitazione, le coppie Lat vivono in due case diverse, talvolta provengono magari da precedenti unioni. Risulta loro piu’ facile non mettere insieme tutte e due le famiglie. Insomma, l’esatto opposto del modello che ci propongono recenti fiction tv, come ‘I Cesaroni’ o ”Tutti pazzi per amore”. E se e’ vero che il troppo storpia, il contrario non sempre funziona. ”Un modo di mantenere elettrica la relazione”, disse Woody Allen spiegando, a suo tempo, la scelta fatta con Mia Farrow di vivere insieme ma divisi, ognuno in una propria casa su Central Park. Ma tanto ‘elettrica’ non deve essersi mantenuta vista la relazione che il regista ha poi intrattenuto con Soon-Yi , figlia adottiva coreana della stessa Farrow e del suo ex marito.Le coppie Lat, scrive l’autrice, ”non vanno confuse con qualsiasi coppia ‘costretta’ a vivere per la maggior parte del tempo separata e che desidererebbe cambiare lo stato di cose in una convivenza continua”, come nel caso di due fidanzati che ancora non sono nelle condizioni economiche di poter andare a vivere insieme o se uno dei due lavora in un’altra citta’. Nella Lat e’ la coppia che sceglie di mantenere due differenti abitazioni, pur condividendo ampi spazi di esperienze quotidiane. ”Frequentemente – scrive l’autrice – queste coppie vivono nella stessa localita’, spesso le due abitazioni sono molto vicine”. Secondo recenti indagini, in Italia le coppie Lat sono circa 600 mila.
– LE ‘CHILDFREE’. E L’STINTO MATERNO?
Le childfree, dice ancora la Salerno, ”sono le coppie assolutamente contrarie ai figli, decidono di non averne e mai li avranno”. Addirittura anche in Italia ormai, oltre che in America, ci sono forum on line in cui ci si scambia idee sull’argomento. In casi estremi si suggeriscono alberghi senza quei ‘pargoli’ rompiscatoli. Cio’ non significa che poi le stesse persone non possano essere affettuosissimi magari con i figli di amici. ”Soprattutto le donne – spiega la psicoterapeuta – sono criticate perche’ avere figli rientra nella normalita’ dell’identita’ femminile, per questo talvolta chiedono aiuto psicologico. Lo fanno per riuscire a far fronte agli altri, spesso agli stessi genitori. Preferiscono addirittura, in alcuni casi, dire che non possono avere figli”.
– LE ‘DINK’. IL RISCHIO DI FINIRE IN TRAPPOLA.
Le coppie ‘doppio reddito niente bambini’ sono quelle che decidono per il momento di concentrarsi sulla casa, la coppia, la professione, il divertimento. Ma alla fine la scelta del rinvio puo’ rivelarsi una trappola: diventano coppie senza figli senza volerlo. Non solo perche’ l’orologio biologico della donna ha precisi tempi, ma anche perche’ col passare del tempo diventa piu’ difficile rinunciare alla propria liberta’ .
– COPPIE GAY E COPPIE MISTE. ANCORA PREGIUDIZI.
La reazione di un genitore alla comunicazione di un figlio di avere una relazione con un partner di una religione o etnia diversa – e’ scritto nell’indagine, dove si cita uno studio del 2001 – ”puo’ essere molto simile a quella che segue la rivelazione di omosessualita’ di un figlio”. Non solo: i figli cresciuti con coppie omosessuali e con coppie miste possono risentire della ”stigmatizzazione cui e’ sottoposto il gruppo a cui appartiene la propria famiglia”.