Il baule volante -parte quarta-

di Redazione Commenta

“Che bella storia” esclamò la regina “mi sono proprio sentita in cucina con i fiammiferi. Sì, tu avrai nostra figlia.”
“Certo!” aggiunse il re. “Sposerai nostra figlia lunedì.” Ormai gli dava del tu, dato che doveva far parte della famiglia.
Il matrimonio era stato fissato e la sera prima la città venne tutta illuminata: volavano in aria ciambelline e maritozzi; i monelli di strada si alzavano in punta di piedi per prenderle e urlavano Urrà! e fischiavano con le dita; era semplicemente meraviglioso!
“Anch’io devo fare qualcosa!” pensò il figlio del commerciante, e comprò dei razzi illuminanti, dei petardi e tutti i fuochi artificiali che si potessero immaginare, li mise nel baule e volò in alto.
Rutsch! come funzionavano bene! e che scoppi!
Tutti i turchi saltavano in aria a ogni scoppio e le pantofole gli arrivavano fino alle orecchie: un tale spettacolo non l’avevano mai visto prima. Adesso capivano che era proprio il dio dei turchi che doveva sposare la principessa.
Quando il figlio del commerciante ridiscese col suo baule nel bosco pensò: “Voglio andare in città a sentire che cosa dicono di me!”, e era naturale che avesse voglia di farlo.

A tutti era parso straordinario
Quali cose raccontava la gente! ognuno di quelli a cui domandava l’aveva visto in modo differente, ma a tutti era parso straordinario.
“Io ho visto il dio dei turchi in persona!” raccontò uno. “Aveva occhi che splendevano come stelle e una barba come l’acqua spumeggiante!”
“Volava avvolto in un mantello di fuoco” diceva un altro.
“Bellissimi angioletti spuntavano dalle pieghe.”
Sì, sentì dire delle cose bellissime e il giorno dopo doveva esserci il matrimonio.
Tornò nel bosco per infilarsi nel baule, ma dov’era finito? Il baule era tutto bruciato. Una scintilla dei fuochi artificiali vi era caduta sopra, aveva appiccato il fuoco, e ora il baule era diventato cenere. Lui non era più in grado di volare, non poteva più raggiungere la sua sposa.
Lei rimase tutto il giorno sul tetto a aspettare; sta aspettando ancora mentre lui gira per il mondo e racconta storie, che però non sono divertenti come quella che aveva raccontato sui fiammiferi. FINE

Fiaba di Hans Christian Andersen

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