O’Daly si guardò intorno cercando il contadino, ma non riuscì a vederlo. Scoprì ben presto, vicino a dove si trovava il pony, una breccia nella montagna simile alla bocca di un pozzo, e si ricordò di aver sentito dire, quando era bambino, molte storie sul “Poul-duve” o Buco Nero di Knockfierna e che era l’entrata al castello delle fate che si trovava nella montagna. Le storie dicevano di come un uomo di nome Ahern, un ispettore delle terre di quella parte del paese, avesse una volta tentato di misurarne la profondità con un filo a piombo e che sia stato trascinato giù e nessuno ne aveva saputo più nulla. Aveva sentito molte altre storie di quel tipo.
“Ma,” pensò O’Daly, “queste sono storie da vecchie signore, e dal momento che sono arrivato fin qui, busserò alla porta del castello per vedere se le fate sono in casa.”
Detto fatto prese una grossa pietra, grossa tanto quanto le sue due mani, e la scagliò con tutta la forza giù nel Poul-duve do Knockfierna.
Lo colpì forte in piena faccia
La udì saltare e ruzzolare da una roccia all’altra facendo un gran fracasso, e si sporse con la testa per cercare di sentire quando il sasso avesse raggiunto il fondo, e la pietra stessa che aveva scagliato giù tornò su con la stessa forza con cui era stata scagliata, e lo colpì forte in piena faccia e lo mandò rotolare giù sil fianco di Knockfierna, di gran corsa, sbalzato da una roccia all’altra, più velocemente di come era venuto su.
La mattina Carroll O’Daly fu trovato steso accanto al suo cavallo con il naso rotto ed il volto sfigurato a vita, la testa era tutta tagli e ferite ed entrambi gli occhi erano chiusi e neri come se Sir Daniel Donnelly li avesse dipinti.
Carroll O’Daly non ebbe più il coraggio di andarsene a cavallo da solo vicino alla dimora delle fate quando scendeva l’oscurità, e non si può biasimarlo. E se mai si trovava in un luogo solitario al calar dell’oscurità, faceva di tutto per terminare il viaggio, senza far domande, o girarsi a destra o a manca per andar dietro al Piccolo Popolo o a nessuno che si trattenga in loro compagnia.
Fonti: Thomas Crofton Croker – Fairy Legends and Traditions, first published 1825.