Merlino camminò fino al trono sul quale Pendragon giaceva ormai più morto che vivo, e disse: “Sire, sono io:”
“Ah, Merlino, vi riconosco” rispose debolmente il re.
“Dite a costoro chi siederà al vostro posto sul trono.”
Volgendo attorno gli occhi, re Pendragon mormorò: “Sul trono di Longres siederà il principe mio figlio.”
Per quanto avesse pronunziato queste parole con un filo di voce, pure tutti le udirono, perché si era fatto un grande silenzio. Dopo aver parlato, Pendragon sospirò tre volte, chiuse gli occhi e morì.
“Il re è morto” annunciò Merlino. Tutti si inginocchiarono.
Lot re di Orkney fu quello che si alzò per primo e, facendo un passo avanti e ponendo le mani sull’elsa della spada, disse: “Di quale figlio ha parlato Pendragon? Io credo che la fbbre gli avesse guastato il cervello, perché tutti sappiamo che egli non ha generato figli maschi.”
“E’ vero, è vero!” gridarono in molti.
Merlino disse allora: “Il re ha parlato, e sul trono di Longres siederà il principe suo figlio. Ora, chi di voi è buon vassallo, fedele ai sacri giuramenti, pieghi ancora il ginocchio, mostrando in tal modo di obbedire all’ultimo comandamento del suo signore.”
Molti si inginocchiarono; ma non Lot, né altri dieci re, che anzi restarono con le mani sull’elsa della spada, in segno di sfida.
“Dov’è dunque il figlio di Pendragon?” chiese Lot. “Mostratelo, mago, e renderemo omaggio a lui.”
“Il principe è in un luogo sicuro” rispose Merlino.
“Se esiste, fatecelo vedere.”
“Non è ancor giunto quel tempo.”
“Né mai giungerà, perché voi ci avete mentito! Re Pendragon è morto senza eredi, e saremo noi undici re a stabilire chi siederà sul trono di Longres!”
Dette queste superbe parole, Lot se ne andò, seguito dai suoi dieci compagni che, in tal modo, si misero fuori della sacra legge. E in tutta la Britannia cominciò la guerra.
Fonte: Mino Milani, “I Cavalieri della Tavola Rotonda”