La guerra cominciò perché Merlino, subito dopo aver parlato all’assemblea dei duchi, re e vassalli, lasciò il castello di Camelot e scomparve nelle grandi foreste cariche di neve. Il trono rimase dunque vuoto, e tutti coloro che aspiravano a occuparlo presero a combattersi l’un l’altro. La guerra durò quindici anni, e molti prodi cavalieri morirono, altri furono assassinati, altri ancora, delusi e feriti, si ritirarono in romiti conventi. Nessuno più si oppose alle piraterie dei Vichinghi e alle incursioni degli Scoti e dei Caledoni, e molti castelli e molti villaggi vennero arsi e distrutti.
Re Lot e i suoi dieci alleati, temendo in cuor loro che il mago Merlino avesse detto la verità e che davvero vivesse un figlio di Pendragon, inviarono cento cavalieri a cercare il rifugio del mago, per uccidere il piccolo principe; ma il rifugio di Merlino era in una montagna rocciosa, aspra, selvatica e inaccessibile, e nessuno riuscì a trovarlo.
Allo scadere del quindicesimo anno di guerra, dunque, mentre l’arcivescovo di Canterburgo era raccolto in preghiera nella cattedrale, ecco che Merlino gli si presentò dicendo: “Arcivescovo, io vi saluto.”
“Dio vi protegga, Merlino, e salvi tutti noi.”
“Dio ci salverà se vorremo salvarci. Proclamate la tregua di Dio.”
Impallidendo l’arcivescovo disse: “Ah, mago, voi parlate di tregua, che con le vostre parole e i vostri atti avete suscitato la guerra! Dov’è il figlio di Pendragon, se esiste? Perché non è stato mostrato al pubblico? Perché non è stato allevato, com’è sacra legge, al castello reale?”
“Voi fate molte domande, arcivescovo,” ribatté Merlino, “e io vi risponderò. Io, conoscendo il futuro, sapevo che re Pendragon e la regina Igraine sarebbero morti presto, lasciando il loro figlio in tenera età: Come avrebbe potuto regnare un infante di due anni? Alla stessa maniera in cui i lupi sbranano gli agnelli, re Lot e i suoi alleati avrebbero sbranato il re bambino, e il reame di Longres sarebbe stato privato del suo legittimo sovrano. Così, arcivescovo, iio nascosi il principe, ed egli è stato educato come meglio si sarebbe potuto.”
“Voi,” mormorò pensosamente l’arcivescovo, “foste saggio e prudente.”
“Alla buon’ora!” rispose Merlino. “Il principe ha adesso diciassette anni, e può quindi cingere la corona. Proclamate la tregua di Dio, arcivescovo, convocate l’assemblea di tutti i conti, i re e i vassalli. A Canterburgo accadrà un miracolo, e la Britannia avrà il suo re.
Detto questo, Merlino si volse e si allontanò scomparendo nell’ombra della cattedrale.
Fonte: Mino Milani, “I Cavalieri della Tavola Rotonda”