“Tante grazie, me la caverò da sola!” gridò di rimando Carilla. Poi scosse il capo, con un sospiro. La ragazza era giovane. Come avrebbe potuto farle capire? Le cose erano molto diverse quando lei aveva l’età di Lori. Gravida e sola, non aveva potuto far altro che unirsi come serva tuttofare all’esercito di un nobile di quella regione montagnosa. Per due anni aveva vissuto un’esistenza da incubo, trattata come una schiava. Il lavoro era opprimente, il cibo scarso e la crudeltà dei soldati insopportabile. Il bambino non era sopravvissuto alle difficoltà del parto, dopo un travaglio lungo e tormentoso, e per poco lei non gli era andata dietro. La sua costituzione robusta le aveva consentito di riprendersi, ma la levatrice l’aveva avvertita: nessun’altra gravidanza. Non si trattava di una prescrizione difficile da seguire, ne aveva avuto abbastanza degli uomini. Era stata le levatrice a parlarle della Rinunciatarie, ma prima che lei trovasse il modo di mettersi in contatto con loro era trascorso un altro anno. Ancora non aveva dimenticato la sua paura che non la accogliessero. Stentava a credere che qualcuno potesse volerla. No, Lori non poteva neppure immaginare le situazioni tragiche in cui si era trovata. Tuttavia, ora che stava per oltrepassare l’età in cui era possibile avere figli, le sarebe piaciuto avere una femmina alla quale trasmettere ciò che aveva imparato a caro prezzo. In Lori, probabilmente, lei trovava qualcosa di più che un’amante.
Bé, aveva altre cose di cui preoccuparsi. Affondò i talloni nei fianchi di Mantogrigio. Era un bene, forse, che Lori non fosse lì per vedere l’accoglienza umiliante che le avrebbero riservato. Non si faceva illusioni: per quanto suo padre fosse vissuto, non sarebbe mai cambiato.
Fonte: “Le Nevi di Darkover” a cura di Marion Zimmer Bradley
Una Nuova Vita -4-
di 25 Marzo 2011Commenta