Mara venne a incontrarla sulla porta. Si pulì sul grembiule le mani infarinate e la strinse in un abbraccio, piangendo. “Sono così contenta di rivederti. Temevamo che non saresti venuta.” Tenne Carilla per le spalle e la guardò da capo a piedi. “Sei cresciuta, e diventata donna. Una bella donna!” Con le lacrime agli occhi, Carilla le restituì l’abbraccio. Mara era diventata così vecchia e fragile che la riconosceva a stento. “sono venuta appena ho potuto. Ma non capisco…”
“Capirai. Ranarl ti spiegherà, più tardi. Per la maggior parte del giorno deve tener compagnia a dom Garyth. Tuo padre è inchiodato a letto, e Ranarl deve fare tutto, dentro casa e fuori. La maggior parte dei servi hanno dovuto unirsi all’esercito, durante l’ultima guerra… sai come vanno le cose qui sulle montagne, e non c’è rimasto nessno. Noi facciamo quello che possiamo, ma non è facile.” La donna scosse il capo, mesta. “Bé, non dovrei infastidirti coi nostri problemi. Sono gli stessi ovunque, di questi tempi. Noi abbiamo pensato che dovevi vedere tuo padre, finché è ancora vivo, ma prima butta giù un boccone. Vieni a sederti con me in cucina, se mangiare al caldo non ti dispiace.”
“Credo proprio di no.” Carilla rise. “Del resto, non sono vestita per una cena formale.”
“Sai, somigli molto a tua madre, quando aveva la tua età. Naturalmente lei non portava la spada, ma si vede che i tempi cambiano, eh, sì!” Mara la prese per mano e la condusse nel lungo corridoio oscuro verso la luce della cucina, sul retro della casa. Lì la fece sedere ad un rozzo tavolo di legno davanti al camino acceso, e versò del tè d’erbe bollente per ciascuna di loro. Per carilla, quella grande cucina era piena di ricordi della sua infanzia, quando sedeva lì a chiaccherare coi servi, che le prestavano più attenzione dei suoi genitori.
Mara mise sul tavolo un vassoio di vivande dopo l’altro, senza smettere di dirle quaanto era felice di rivederla. “Spero che tu abbia trovato un po’ di felicità, ragazza mia. Ma non sei sposata, no? Voglio dire, non mi sembra che tu abbia…”
“Per carità, no di certo!” esclamò Carilla, e rise. “Il matrimonio non è tutto nella vita, sai?” Cominciò a mangiare con appetito. Aveva però notato che la cucina era molto malridotta e che nel pane di noci c’erano pochissimi pezzi di noci. Con un senso di disagio si rese conto che la magrezza di Mara non era dovuta all’età.
“Oh, non dire questo”, rispose l’altra. “Ogni donna desidera sposrsi. E’ solo che… bé, le cose non hanno funzionato nel modo giusto per te. EH, sì, il mondo è fatto così, purtroppo, e non come pare a noi. E non sappiamo mai ciò che gli Dei hanno in serbo per noi, è vero?”
“Suppongo di sì”, disse pensosamente Carilla. La sua vita aveva preso strane svolte, e quella che l’aveva riportata lì era forse la più strana di tutte. Chi avrebbe mai detto che qualcuno le avrebbe dato il benvenuto, al suo ritorno?
Fonte: “Le Nevi di Darkover” a cura di Marion Zimmer Bradley
Una Vita Nuova -7-
di 28 Marzo 2011Commenta