Preghiere, salmi e spesso qualche mangiata di troppo in compagnia di chi condivide lo stesso culto. Potrebbe essere questa la motivazione per cui le persone religiose hanno il 50% di chance in più di andare incontro a obesità, secondo uno studio della Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago (Usa), presentato in occasione del meeting annuale dell’American Heart Association. La ricerca, che ha preso in considerazione un gruppo di quasi 2500 fra uomini e donne coinvolti nello studio Coronary Artery Risk Development in Young Adults, per un periodo di 18 anni, ha evidenziato che i giovani fra i 20 e i 32 anni molto religiosi e assidui frequentatori dei luoghi sacri, con almeno una messa o funzione simile a settimana, hanno un rischio più alto del 50% di diventare obesi una volta raggiunta la mezza età. Il tutto considerando anche altri elementi come il sesso, la cultura, il reddito e l’indice di massa corporea di base.
Più religione, meno fumo
Ma niente paura: gli studiosi non vogliono che si pensi che le persone religiose abbiano una salute peggiore dei non praticanti. Infatti, ricordano, ricerche precedenti hanno dimostrato che chi crede profondamente e frequenta molte funzioni religiose tende a vivere di più, in parte perché fuma di meno. E questo, assicurano, può ‘controbilanciare’ l’effetto negativo della tendenza a ingrassare.