Kulìa era già pronta per andare a mungere e la guardava dalla porta, appoggiata allo stipite della porta con il secchio in mano. “Va’ tesoro, e porta con te Elissa: può cogliere un po’ di verdure se sta attenta a non strapparle. Insegnale a usare il coltellino., va bene?” La bimba si affrettò a raggiungere la sorella maggiore, fiera del nuovo compito che le era stato assegnato, afferrando un paniere più grande di lei, nel quale ficcò rapidamente un paio di giocattoli. Un ragazzino eternamente spettinato si dava arie da adulto controllando la provvista di legna.
“Noi andiamo per legna, madre” e prese la doppia ascia appesa al muro. “Tieni, Hussa, gettalo ai maiali” Porgendogli un secchio pieno di rifiuti Irani gli carezzò la testa, e quello uscì salutando, seguito ovviamente dal cane. Nella piccola borsa appesa alla tunica conservava gelosamente tutto ciò che poteva trasformare il normale compito di raccogliere legan in una mattinata davvero interessante: corda, ami, una rete, un coltellino e un’infinita quantità di piccole cianfrusaglie che erano i suoi tesori.
Irani prese la giara dell’acqua. Un’occhio al focolare in cui bruciavano lentamente solo poche braci e si avviò anche lei, verso il ruscello. Otto ciottoli nella tasca: Kulìa sarebbe andata dalla nonna al tramonto, e forse avrebbe saputo qualcosa della notte passata.
Tutta la gente del villaggio si avviava da qualche parte, a gruppi, chiaccherando.
Fonte: Sara Morace, I Racconti di Domani
Una Giornata Normale -2-
di 27 Aprile 2011Commenta