Il Bello del Villaggio -4-

“La nonna parlerà ancora?”
“Non lo so, aspetta che sia lei a fartelo sapere, non insistere. Va bene?”
Kulìa fece un cenno d’assenso. Non era granché convinta, come non lo era sua madre. Entrambe si stavano ponendo domande sul futuro, e così tutte le donne adulte del villaggio. Al ritorno dei maschi anche quelli ne sarebbero stati contagiati. E tutto alle soglie della festa d’estate… pensò Irani.
Cosa c’era nei loro cuori? Cosa avrebbero chiesto alla Dea? Di continuare a vegliare sul buon andamento di tutte le cose o piuttosto di proteggerli da quello cosa mai?- che avrebbe potuto andare malamente nelle loro vite? Scosse la testa agitando i lunghi capelli. E la Madre voleva proporla come nuova Madre? Tutto questo assieme? Si impose di mantenere la calma, come aveva appena proposto autorevolmente alla figlia, e fu con calma che si avviò alla capanna della vecchia, portando cibo e bevande.
“Buon giorno, figlia, sembri una nuvola di temporale”, la accolse quella sorridendo. Irani le sorrise a sua volta, ma era un sorriso sghembo e invece di dare spiegazioni usò il trucco più vecchio del mondo: fece una domanda. “Cosa ci fa questa gatta, spuntata da chissà dove, sempre attaccata alla tua tunica? E poi questa tunica è davvero vecchia, madre, per la festa bisogna che tu ne abbia una nuova.” Aveva parlato tutto di un fiato, agitando le mani senza compostezza né eleganza. Irani è furiosa, pensò la madre mentre quella si ricomponeva rapidamente e sistemava dei fiori appena colti in una brocca.
“La gatta è venuta da me per aiutarmi e confortarmi e io l’ho accolta volentieri come messaggera di un altro tempo. La tunica è vecchia, è vero, come lo sono io. Ma di tuniche ne ho di nuove perché ci pensi sempre tu, e sono anche troppe. Siediti, tesoro, smetti di sostemarmi la capanna e di spostarmi gli oggetti dalla posizione in cui li preferisco. Grazie dei fiori, ma adesso sfoga la tua fìpreoccupazione.”
Fonte: Sara Morace, I Racconti di Domani