La pesca era stata abbondante, e i grandi cesti furono portati a terra con l’aiuto di molte mani, nell’incrociarsi dei saluti. Dignitosi e sorridenti quelli dei maschi adulti, sornioni e studiatamente distaccati quelli dei giovani che si davano arie da veterani, schiamazzanti quelli dei giovanissimi alle prime esperienze di pesca che urlavano i dettagli dei loro personali risultati prima ancora di mettere piede a terra.
Con tutte quelle braccia a disposizione il pescato fu scaricato, le barche tirate a secco e gli attrezzi sistemati in poco più di un’ora, in mezzo alle grida e alle risate dei più giovani.
I cesti di provviste e le sacche di mercanzie presero la via del villaggio grazie ai tanti volenterosi e gli adulti finalmente si salutarono come si deve. Le donne avevano già salutato con lo sguardo i propri compagni del momento, se ne avevano uno, e dopo aver accolto affettuosamente figli e fratelli finalmente si avvicinarono ai loro amori più o meno ufficiali e con loro fecero la strada del ritorno, lentamente. In quei momenti si scambiavano sommesse parole, di amore e di desiderio, di richiesta e di rassicurazione, notizie attese o temute che la pur breve lontananza rendeva urgenti e la dignità richiedeva fossero appena sussurrate.
Fonte: Sara Morace, I Racconti di Domani
Notizie Portate dal Mare -4-
di 9 Maggio 2011Commenta