Assunzione di farmaci in gravidanza

Quando si è incinta occorre salvaguardare sia la salute della futura mamma che quella del feto: quando ci si trova nel primo e nel terzo trimestre di gestazione occorrerebbe evitare l’uso dei farmaci ma non sempre ciò è possibile. In ogni caso non bisogna assumerne senza aver prima consultato il proprio medico di fiducia, che vi saprà consigliare quali farmaci potete utilizzare e quali invece evitare. Oggi ci occupiamo della segnalazione dei farmaci pericolosi nel primo trimestre di gravidanza, da evitare assolutamente.

Bevete molta acqua in gravidanza

Le donne che si trovano ad affrontare lo stato di gravidanza nel corso di questa calda estate, dovrebbero fare molta attenzione alla loro dieta, che dovrà essere ricca di liquidi, in particolare acqua oligominerale. Bere molta acqua in gravidanza nei giorni di afa  e caldo, è fondamentale in quanto una corretta idratazione aiuta non solo a purificare l’organismo, ma anche i reni a drenare meglio le impurità. Il feto ovviamente ringrazia! L’acqua inoltre aiuta a mantenere la pelle idratata: si tratta di un elemento di non poco conto in quanto grazie all’idratazione, i tessuti diventano più elastici diminuendo la possibilità della comparsa delle tanto temute smagliature.

Sale iodato in gravidanza

Il sale iodato in gravidanza è un vero concentrato di salute, che favorisce il corretto sviluppo neurologico del feto. Si tratta di un alimento oggi assai comune sulle tavole di tutti gli italiani, che le future mamme dovrebbero assumere fin dalle prime settimane di gravidanza, in quanto lo iodio è fondamentale per il giusto funzionamento della tiroide materna, e ovviamente e direttamente anche per il corretto sviluppo della tiroide fetale. Gli ormoni tiroidei sono fondamentali in quanto contribuiscono allo sviluppo celebrale del feto nelle prime settimane di concepimento.

Test del DNA fetale: di cosa si tratta?

Un esame importante ma facoltativo che può essere eseguito in gravidanza è il Test del DNA fetale: si tratta di un nuovo esame di diagnosi prenatale, che consiste in un semplice prelievo di sangue alla futura mamma. Serve per sapere se il feto è affetto da patologie cromosomiche, tra cui la sindrome di Down. Il dato importante sta nel fatto che il test se correttamente eseguito ha un’attendibilità del 99%: una percentuale molto alta per scongiurare una sindrome piuttosto probabile soprattutto se c’è genealogia in famiglia o nel caso di genitori in là con gli anni.  Il test del DNA fetale può essere eseguito solo privatamente e il costo si avvicina ai mille euro: si esegue a 12-14 settimane, non è assolutamente invasivo,  non rischioso per mamma e piccolo, ma che precisiamo non può sostituire nè la villocentesil’amniocentesi, che consentono indagini più ampie.

 

Mangiare pesce in gravidanza riduce l’ansia

L’alimentazione è un elemento importante per la nostra vita ed il nostro benessere fisico, tanto più per chi si trova in dolce attesa: ecco quindi che é importante prestare molta attenzione a ciò che mangiamo in quanto alcuni alimenti possono incidere positivamente o negativamente nella salute del feto. Una ricerca condotta da un gruppo di studiosi dell’Università di Bristol in Gran Bretagna e dall’Università Federale di Rio, pubblicata sulla rivista scientifica “PloS One”, dimostra come vi sia una correlazione tra l‘assunzione di pesce e lo stato di ansia della gestante. In sostanza se la futura mamma mangia pesce mentre è in attesa del proprio bambino, sarà meno soggetta a stati di ansia, con conseguente maggiore benessere anche per il bambino.

Liquirizia in gravidanza, solo a piccole dosi

 

Se siete in stato interessante fate attenzione all’assunzione di dosi troppo massicce di liquirizia: un gruppo di ricercatori finlandesi sostiene infatti che mangiarne troppa potrebbe fare aumentare il rischio di partorire prima del tempo. La liquirizia, in particolare la glicirizina, che ne è la sua componente principale, fa aumentare la produzione di prostaglandine dell’organismo. Si tratta dello stesso principio attivo che viene utilizzato in ostetricia per indurre il travaglio e per accelerarlo. L’indagine è stata svolta raccogliendo i dati sul consumo di liquirizia di circa mille donne: dopo che queste hanno partorito, i ricercatori si sono accorti che coloro che consumavano almeno due pacchetti e mezzo di liquirizia nera a settimana, avevano poi partorito prima della 38esima settimana.

Tiroidite di Hashimoto e gravidanza

Le donne che soffrono della Tiroidite di Hashimoto e ricercano una gravidanza, potrebbero incontrare qualche difficoltà:  le donne in età fertile colpite dalla tiroidite di Hashimoto corrono un maggior rischio di partorire figli affetti da ritardi intellettivi e problemi epatici e renali. Ovviamente oggi grazie ai progressi della medicina, con un’adeguata terapia è possibile risolvere completamente queste problematiche. Per chi è alla ricerca di un bebè occorrerà sottoporsi ad un monitoraggio medico periodico e costante, per assicurarsi che i livelli degli ormoni tiroidei siano compatibili con il concepimento: ciò è da eseguire con maggiore periodicità se in famiglia vi sono altri affetti da questa forma di tiroidite.

Viaggiare in aereo in gravidanza

Se aspettate un bambino ed amate viaggiare, state tranquille: non vi sono grosse controindicazioni per viaggiare in aereo in gravidanza. In generale i viaggi aerei possono essere affrontati tranquillamente, ma solo dopo avere consultato il proprio medico ed evitando rischi inutili. Ricordate che viene consentito dalle maggiori compagnie aeree,  viaggiare alle donne la cui gravidanza non sia oltre la trentaseiesima settimana. Ricordatevi di allacciare sempre le cinture di sicurezza anche se vi possono dare fastidio: proteggono sia voi donne che il vostro bambino. Qualche attenzione in più deve essere offerta nei caso di viaggi di lunga percorrenza: infatti stare troppo tempo in aereo aumenta in rischio di trombosi, incrementato dalla stessa gravidanza, e vene varicose alle gambe.

L’aborto non influenza la gravidanza successiva

Una buona notizia giunge da una recente ricerca condotta da Gordon Smith dell’Universita’ di Cambridge che ha scoperto che l’aborto, che era un notevole fattore di rischio di nascita prematura durante la gravidanza successiva all’interruzione nel 1980, in realtà non la influisce in nessun modo. Le moderne tecniche di aborto infatti non sarebbero associate ad un aumentato rischio di nascita pretermine nel tempo.In sostanza questo significa che abortire con gli attuali metodi, in una struttura ospedaliera con tutte le attenzioni del caso, oggi non influisce sul successo di una gravidanza successiva, rispetto a quanto invece accadeva venti-trent’anni fa. Pare che dal 2000 in poi il rischio sia scomparso del tutto.

Guida per chi cerca una gravidanza

Un progetto di vita insieme e la ricerca di un figlio: sono tante le coppie che decidono di intraprendere questa strada, chi magari con più difficoltà di altre, ma tutte con tanto entusiasmo. Ecco una piccola guida in dieci punti su come fare per migliorare le possibilità di restare incinta e coronare il proprio sogno di maternità. Per prima cosa scegliete e programmate la visita dal ginecologo, per verificare che non vi siano delle patologie che potrebbero mettere a rischio una futura gravidanza, accertate la presenza di alterazioni nella cavità uterina, come fibromi o polipi, che potrebbero impedire l’annidamento dell’embrione, prelievo del sangue e test di Coombs indiretto, per verificare il rischio di isoimmunizzazione.

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