Frutta, che passione! I bimbi italiani vanno matti di banane e spremute

 C’è sempre qualche tipo di verdura o di frutta che ai bambini piace. Sta ai genitori di scoprirlo. Gli elementi che devono portarci a una scelta sono le preferenze e i gusti del bambino“. Ne è convinto il pediatra dell’Università di Milano-Bicocca Italo Farnetani, che ha condotto un’indagine ad hoc su un campione di 231 pediatri italiani, appartenenti a tutte le regioni. Scoprendo che, secondo ‘ ‘dottori dei bambini’, i piccoli entro i 6 anni hanno una spiccata predilezione per banane e spremute d’arancia.

I piatti più amati dai bambini
Attraverso questionari o colloqui diretti volevo capire quali fossero i vegetali più graditi ai bambini, comuni a tutte le regioni. E individuare i piatti amati dai più piccoli, anche quelli tipici regionali“. Il risultato, anticipato all’Adnkronos Salute, è stato poi presentato al Convegno ‘I vegetali : caratteristiche nutrizionali e proprieta’ farmacologiche’, a Parma il 18 e 19 febbraio (un incontro organizzato da Sergio Bernasconi, direttore della Clinica pediatrica dell’Università di Parma).

Bimbi allergici: in Europa sono raddoppiati in 10 anni

 Latte, uova e nocciole ‘off limits’ per un milione e 200 mila piccoli europei. Tanti sono nel Vecchio Continente i bimbi da 0 a 5 anni allergici a uno o più alimenti, a cui si sommano un milione dai 5 ai 10 anni e altri 800 mila fra i 10 e i 18 anni. L’esercito dei baby allergici è in continua crescita: negli ultimi dieci anni il numero è raddoppiato, mentre i ricoveri per shock anafilattico fino ai 14 anni sono aumentati di sette volte e le visite ambulatoriali pediatriche sono triplicate. Questi i dati diffusi dal Food Allergy and Anaphylaxis Meeting dell’European Academy of Allergy and Clinical Immunology (Eaaci), conclusasi a Venezia il 19 febbraio.

Il cibo spazzatura abbassa il QI dei bambini: danni permanenti alla loro capacità mentale

I bambini che si alimentano abitualmente con ‘junk food’, il ‘cibo spazzatura’, rischiano di subire danni permanenti alla loro capacità mentale. E’ quanto emerge da uno studio condotto dall’Università di Bristol e pubblicato oggi dal Daily Mail. La ricerca ha dimostrato che i bambini che mangiano patatine su patatine fritte, dolci e pizza prima dei tre anni, a otto anni si ritrovano con un quoziente intellettivo inferiore ai coetanei che nella prima infanzia sono stati nutriti con verdure, frutta e pasti preparati in casa. I risultati dello studio hanno rivelato un divario di ben cinque punti nei quozienti intellettivi dei bambini che hanno sempre mangiato sano e quelli che invece erano abituati ad alimenti da fast food.

Dieta speciale per i bimbi iper-attivi: eliminare i cibi sospetti

 Una dieta speciale, ‘a caccia’ dei cibi che possono aggravare i sintomi di Adhd (Iperattività e deficit di attenzione). Stando a un gruppo di ricercatori olandesi, infatti, restringere il range di alcuni alimenti puo’ migliorare significativamente il comportamento di questi piccoli. Secondo lo studio, pubblicato su ‘Lancet’, la dieta ‘ridotta’ funziona, anzi dovrebbe arrivare prima del ricorso ai farmaci prescritti sovente a questi bimbi iperattivi.
Ma come funziona il sistema sperimentato dagli scienziati? I cibi sospetti vengono eliminati dalla dieta del bambino, per poi essere lentamente reintrodotti e permettere così di capire quali possono acutizzare i problemi di comportamento.

Se la mamma lavora il bimbo è a rischio sovrappeso e obesità

Se la mamma lavora, per i bimbi sono in agguato i chili di troppo. Secondo uno studio americano, infatti, a 11-12 anni il pericolo di lievitare si moltiplica di sei volte quando la madre è impegnata in ufficio. Il problema, spiegano i ricercatori, è che a questa età i ragazzini dopo la scuola vengono lasciati soli a casa, alle prese con il richiamo di snack golosi e ‘maratone’ davanti alla tv, senza la supervisione di un adulto. Risultato? Il peso lievita, scrivono i ricercatori della Cornell University e della Chicago University su ‘Child Development’.

Obesità infantile: il dna non c’entra, tutta colpa delle cattive abitudini alimentari

Se il piccolo di casa è troppo ‘rotondo’, non si può tirare in ballo il Dna e una tendenza genetica al sovrappeso. La colpa piuttosto, sostengono i ricercatori dell’University of Michigan Cardiovascular Center (Usa), è delle cattive abitudini, a tavola e non. La ricerca, pubblicata sull”American Heart Journal’, è frutto di uno studio condotto su 1.003 bambini. Ebbene, secondo l’indagine i piccoli obesi mangiano peggio dei coetanei magri, passano più ore incollati a tv e videogame e fanno meno sport. Insomma, i risultati mostrano che i piccoli extralarge più spesso dei coetanei mangiano il pranzo della scuola anziché quello (più salutare) preparato a casa, e passano due ore al giorno tra piccolo schermo e videogame.

I bimbi a cui vengono tolte tonsille o adenoidi rischiano di ingrassare di più

Bimbi troppo grassi per colpa del bisturi. La tonsillectomia è una delle operazioni più comuni fra i bambini, ma secondo uno studio dell’American Academy of Otolaryngology i genitori dei piccoli pazienti dovrebbero tenere d’occhio la bilancia: dopo questo intervento, infatti, i ragazzini sono a maggior rischio di sovrappeso. E lo stesso accade dopo la rimozione delle adenoidi. Lo studio, pubblicato su ‘Otolaryngology – Head and Neck Surgery’ ha esaminato una serie di ricerche condotte su un totale di 795 bambini e ragazzi da 0 a 18 anni, tutti normopeso o al massimo in sovrappeso, che si erano sottoposti a uno dei due interventi.

Alimentazione: poca verdura e tanta pasta, ecco i gusti alimentari di bambini e ragazzi del Lazio

 Pane, pasta, riso e carne sono gli alimenti preferiti dai bambini e ragazzi del Lazio, che invece non gradiscono proprio i cibi più raccomandati dagli esperti: pesce, legumi e verdure, queste ultime in assoluto le più rifiutate a tavola (29%). Un po’ a sorpresa, poi, bevande zuccherate, caramelle e fritti non rientrano mai, o quasi, nella dieta delle giovani generazioni. Sono alcune delle conclusioni a cui è giunta l’indagine sullo stile alimentare dei bambini della regione Lazio, presentata dal Movimento difesa del cittadino Lazio, nell’ambito del ‘Workshop Bimbi InForma. La prevenzione dell’obesità in età scolare‘.

Allattamento al seno prolungato: dopo i 4 mesi diventa nocivo

 Prolungare l’allattamento esclusivo al seno oltre i quattro mesi può nuocere alla salute del bambino. E’ quanto emerge da un nuovo studio pubblicato dal British Medical Journal e riportato oggi dal Daily Telegraph, che contraddice i consigli alle neo-mamme del servizio sanitario nazionale di allattare i bimbi per almeno sei mesi. I risultati della ricerca dimostrano che dopo i quattro mesi il latte materno deve essere alternato a cibi solidi, altrimenti il bimbo rischia di sviluppare intolleranze alimentari e una carenza di ferro.

L’obesità comincia a nove mesi di età: i segnali per individuarla

Niente è più tenero di un ‘paffuto’ bebé nel suo passeggino. Ma i ricercatori dell’università del Michigan e della Wayne State University (Usa) hanno scoperto che non si tratta solo di una dolce immagine che rimarrà nei ricordi di mamma e papà, ma di un possibile campanello d’allarme da tenere in seria considerazione per il futuro del piccolo. Secondo i loro calcoli, infatti, l’obesità può insorgere addirittura a partire dai 9 mesi d’età, riporta la rivista ‘American Journal of Health Promotion’.

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