L’autismo è un disturbo che coinvolge diverse funzioni celebrali e che comporta ai soggetti colpiti, l’isolamento, iperattività fisica, difficoltà nell’apprendimento, mutismo e elevate capacità intellettuali. Un handicap piuttosto serio di cui tutt’oggi non se ne conosce la cura. Numerose ipotesi sono state fatte nel tentativo di fare luce su quali siano le cause che generano la sindrome autistica. Alcuni studi ipotizzano che i fattori che potrebbero avere un ruolo significativo nella genesi dell’autismo sono quelli legati all’ereditarietà e alla non ereditarietà, a delle anomalie strutturali celebrali e ad elementi ambientali.
Autismo
Ethan Walmark: bimbo autistico genio del pianoforte
Ethan Walmark è un bimbo di 6 anni autistico che al pianoforte è un vero e proprio genio; ha imparato a suonare ad orecchio a 4 anni.
Il suo istruttore Chris Robison dice
E’ un ragazzo fantastico ed è una specie di miracolo
Con il brain imaging si potrà predire precocemente la sindrome autistica
Un problema molto serio, affrontato già più volte da noi è quello dell’autismo. L’autismo per definizione è un disturbo dello sviluppo, caratterizzato da deficit nell’interazione sociale e nella comunicazione, le cui cause non sono ancora definite.
L’età avanzata del futuro papà può influire negativamente sullo sviluppo mentale del bambino
Sono sempre più numerose le donne che decidono di avere una gravidanza dopo i quarant’anni e altrettanto numerosi sono i rischi ad essa collegati. Ovviamente la gravidanza non deve essere vissuta come una condizione patologica ma come uno stato fisiologico particolare che richiede l’effettuazione di accertamenti utili al fine di evitare sorprese indesiderate.
A 6 mesi di vita del bambino è possibile diagnosticare se soffre di autismo
Secondo un recente studio condotto dell’Università della California-Davis (UCD) MIND Institute di Sacramento è possibile diagnosticare come i primi sintomi dell’autismo si manifestino dal bambino nei primi 6 mesi di vita con la balbuzie, una riluttanza al contatto visivo e al sorriso. Fino ad oggi non c’erano delle prove scientifiche per una diagnosi precoce della malattia.
Lo studio ha preso in esame 50 neonati che sono poi stati seguiti per i primi cinque anni della loro vita, analizzandogli il comportamento. Infatti, sono stati controllate le occasioni in cui sorridevano, chiacchieravano o cercavano il contatto visivo.
Il gruppo dei 50 neonati era formato da 25 ad alto rischio, con problemi di autismo in famiglia, gli altri 25, invece, erano bambini a basso rischio perchè nati da gravidanze portate correttamente a termine e senza background di autismo in famiglia.
I dati raccolti a distanza di 12, 18, 24 e 36 mesi sono stati valutati utilizzando due sistemi diagnostici: il Autism Diagnostic Observation Schedule (ADOS) e il Autism Diagnostic Interview-Revised (ADI-R).