Rapporto madri-figlie: poco dialogo e superficiale

 Il dialogo fra madri e figlie italiane? “Verte principalmente su temi come l’abbigliamento, il look, il parrucchiere, i cosmetici, le palestre, in generale l’immagine. Oppure sugli amori, sulla sfera romantica ed erotica. Ma poco sulla contraccezione e soprattutto su politica, arte, cultura in generale“. Lo ha rilevato Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e sessuologia del San Raffaele Resnati di Milano, che ha condotto una ricerca sul tema su un campione rappresentativo di 1.566 donne italiane.

Il rapporto tra madri e figlie
Solo il 40% delle mamme di ragazze nate dall’85 in poi – ha spiegato l’esperta oggi a Roma in occasione del convegno ‘Immigrate e contraccezione: diritti negati’ – parla di contraccezione con le figlie. Inoltre la qualità del dialogo su temi importanti come religione, cinema, teatro, musica, cultura o politica, è scarsissima, mentre gli argomenti più discussi sono legati alla sfera del benessere individuale e dell’immagine estetica“.

Aborto come metodo contraccettivo: vi ricorre un’immigrata su tre

 Una donna immigrata su tre nel nostro Paese utilizza l’aborto come metodo contraccettivo. E’ l’allarme lanciato oggi a Roma dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) nel corso del convegno ‘Immigrate e contraccezione: diritti negati’.
Cresce dunque l’emergenza aborto tra le donne straniere che vivono in Italia: il 33% vi ha fatto ricorso almeno una volta. L’interruzione di gravidanza viene utilizzata dunque come metodo contraccettivo, al pari della pillola, conosciuta dal 90% delle immigrate, ma provata solo dalla metà, o del preservativo, molto noto ma scarsamente utilizzato. I dati illustrati all’incontro provengono da una ricerca pilota condotta a Firenze dal Centro di riferimento regionale per la prevenzione e la cura delle complicazioni delle mutilazioni genitali femminili.

Gravidanze indesiderate: arriva la pillola dei 5 giorni dopo. Ecco come acquistarla su internet

 C’è attesa per il via libera italiano alla cosiddetta pillola dei 5 giorni dopo, il contraccettivo d’emergenza di ultima generazione che può essere assunto fino a 120 ore dopo il rapporto sessuale non protetto. L’ulipristal acetato, questo il nome della molecola, come la più antica ‘plane B’ ritarda l’ovulazione e impedisce la fecondazione, allungando ulteriormente i tempi per correre ai ripari e scongiurare un’eventuale gravidanza indesiderata. In attesa del via libera dell’Aifa, dunque, non è ancora possibile trovare il farmaco nelle farmacie italiane, ma nel frattempo, per chi decide di assumerla in barba all’attesa del disco verde, la molecola è a portata di click, acquistabile sul web da numerose farmacie online, come testato dall’Adnkronos Salute.

Contraccezione a rischio per le donne con problemi di intolleranze alimentari

 Contraccezione a rischio per circa 5,7 milioni di italiane con problemi di intolleranze alimentari. Per loro i farmaci orali, come la pillola, hanno un risvolto della medaglia: disturbi intestinali fastidiosi che spesso le spingono a dire addio al blister ed efficacia ridotta a causa dei problemi di assorbimento legati proprio all’intolleranza alimentare, in particolare al glutine e al lattosio. Un dettaglio che le espone al pericolo di gravidanze indesiderate. A lanciare l’allarme Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell’ospedale San Raffaele Resnati di Milano e Michelangelo Giampietro, specialista in Scienza dell’alimentazione, durante un incontro a Milano.

Sesso in vacanza: i giovani sono più attenti, ma ancora non basta

Migliorano, ma non abbastanza. Tanto che la vacanza resta sessualmente a rischio per 3 giovani italiani su quattro. Solo il 25%, ovvero 1 su 4, l’ha vissuta senza correre alcun pericolo. Un dato da non sottovalutare considerando che 6 ragazzi su 10 durante la bella stagione hanno avuto più rapporti sessuali che nei mesi freddi. Questi alcuni dati diffusi stamani dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) per tirare le somme sull’iniziativa Travelsex, la campagna dell’estate 2010 per educare i giovani al sesso sicuro.

Arrivano in Italia le prime confezioni della pillola abortiva Ru486

 Le prime confezioni sono arrivate qualche giorno fa in Italia. Stiamo parlando delle prime confezioni della pillola abortiva Ru486 che sono state depositate nel magazzino DHL di Settala, in provincia di Milano. Tra poco circa 2000 scatole verranno messe in vendita concludendosi così la travagliata storia cominciata circa 20 anni fa, di uno dei farmaci più contestati e controversi di sempre. Sono serviti ben settecento giorni di istruttoria per il via libera definitivo da parte dell’Aifa (l’agenzia per il farmaco).

L’azienda francese Exelgyn che produce il farmaco ha tradotto i foglietti illustrativi in italiano ed ora anche i reparti di ginecologia che ne faranno richiesta potranno avere il farmaco: “Possiamo prendere le ordinazioni già questa settimana. Verificheremo che la domanda provenga da una struttura ospedaliera e in quarantott’ore faremo recapitare la Ru486“, sottolinea Marco Durini, direttore medico di Nordic Pharma Italia, distributore della pillola abortiva nel nostro paese.

Parto: la visita di controllo dopo 40 giorni di puerperio

 Prima delle dimissioni in ospedale il ginecologo fa una visita di controllo per verificare le suture e le condizioni dell’utero. Se il parto è stato normale e senza nessuna complicazione non è necessario fare subito altre visite. In assenza di problemi alla neo mamma si consiglia di fare una verifica dopo 40 giorni dopo il parto.

Nel caso invece di parto cesareo di solito è il ginecologo che ha eseguito l’intervento a fissare, prima che la neo mamma venga dimessa una nuova visita. In assenza di complicazioni avviene circa dopo 20 giorni dopo l’intervento.

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