Adolescenti, attenzione alla Cinderella Challenge: cosa é

Come se non bastassero il mangiare tabs di sapone (Tide Pod Challenge) ed il respirare condom dal naso per farli uscire dalla gola (Condom Snorting Challenge) ora gli adolescenti hanno dato il via alla “Cinderella Challenge“, ovvero l’affamarsi per perdere peso ed ottenere un girovita come la Cenerentola del cartone animato Disney.

Anoressia: un disturbo sempre più diffuso tra bambini e adolescenti

L’anoressia rappresenta un disturbo del comportamento alimentare, un vero e proprio problema particolarmente diffuso tra bambine e adolescenti. Questo disturbo ha un’origine psicologica e va ad intaccare l’intera immagine della persona. L’inizio della pubertà, si sa porta con sé cambiamenti corporei che l’adolescente tenta di controllare e modificare fino al raggiungimento della forma fisica ideale.

I dolci? Impediscono ai bambini di ingrassare

I dolci fanno ingrassare. Tutto sbagliato. Una recente ricerca condotta dalla Lousiana State University sul rapporto tra dolci e bambini, ha scoperto che i bimbi che mangiano regolarmente dolci e barrette di cioccolato hanno meno probabilità di essere in sovrappeso o di sviluppare obesità da adulti rispetto a quei bambini che evitano i dolci. E l’effetto di questa regola al contrario si applica anche agli adolescenti, che – anzi – se mangiano dolci tendono ad essere più magri rispetto a quelli che i dolci non li mangiano. Come a dire: abbiamo sempre sbagliato tutto?

Bulimia infantile: i maschi lo sono più delle femmine

Bulimia: se sinora questo disturbo alimentare era stato considerato un problema quasi esclusivamente femminile, due nuovi studi effettuati su ragazzi e ragazze bulimici tra i 10 e i 12 anni dimostrano ora che la percentuale dei ragazzi potrebbe superare anche quella delle ragazze. E non è tutto: dai risultati delle ricerche, condotte indipendentemente in Gran Bretagna e a Taiwan, risulta anche che i bambini utilizzano l’espediente della bulimia per dimagrire.

Lo yogurt contro le allergie alimentari: un valido aiuto nella dieta del bimbo

 Dallo yogurt, a sorpresa, una speranza per la prevenzione e la terapia delle allergie alimentari, che colpiscono in Europa 17 milioni di persone, di cui 2 mln in Italia. Secondo alcuni studi presentati al Food Allergy and Anaphylaxis Meeting dell’European Academy of Allergy and Clinical Immunology, in corso a Venezia, i fermenti lattici di cui è ricco il ‘vasetto’ sarebbero preziosi per i loro effetti antinfiammatori e protettivi.
I probiotici agiscono modulando il sistema immunitario e ristabilendo un’ottimale flora batterica intestinale – spiega Maria Antonella Muraro, presidente del congresso e responsabile del Centro veneto dedicato allo studio e alla cura delle allergie e delle intolleranze alimentari, operativo nell’azienda ospedaliera dell’Università di Padova – Questo può aiutare l’organismo a riconoscere in maniera corretta gli allergeni, senza scatenare una risposta a cibi di per sé innocui“.

Bimbi allergici: in Europa sono raddoppiati in 10 anni

 Latte, uova e nocciole ‘off limits’ per un milione e 200 mila piccoli europei. Tanti sono nel Vecchio Continente i bimbi da 0 a 5 anni allergici a uno o più alimenti, a cui si sommano un milione dai 5 ai 10 anni e altri 800 mila fra i 10 e i 18 anni. L’esercito dei baby allergici è in continua crescita: negli ultimi dieci anni il numero è raddoppiato, mentre i ricoveri per shock anafilattico fino ai 14 anni sono aumentati di sette volte e le visite ambulatoriali pediatriche sono triplicate. Questi i dati diffusi dal Food Allergy and Anaphylaxis Meeting dell’European Academy of Allergy and Clinical Immunology (Eaaci), conclusasi a Venezia il 19 febbraio.

Obesità nei bambini: la mancanza di vitamina D ne è una causa

Non è colpa solo di dolciumi, cibi grassi e della pigrizia. Se il bambino tende ad ingrassare e accumulare ‘rotolini’ di ciccia, in particolare nel girovita, la colpa potrebbe essere anche della carenza di vitamina D. Lo suggerisce uno studio dell’Università del Michigan, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition e segnalato dall’osservatorio FederSalus. Secondo la ricerca, coordinata da Eduardo Villamor, la propensione ad accumulare adipe addominale e a ingrassare rapidamente sarebbe legata proprio a un deficit di vitamina D. Con rischi importanti per la salute. L’accumulo di grasso addominale, infatti, è considerato la prima causa del fisico ‘a forma di mela’, una struttura che espone la persona a un maggior rischio di diabete di tipo 2 precoce e, in età adulta, di altre malattie dell’apparato cardiovascolare.

L’obesità comincia a nove mesi di età: i segnali per individuarla

Niente è più tenero di un ‘paffuto’ bebé nel suo passeggino. Ma i ricercatori dell’università del Michigan e della Wayne State University (Usa) hanno scoperto che non si tratta solo di una dolce immagine che rimarrà nei ricordi di mamma e papà, ma di un possibile campanello d’allarme da tenere in seria considerazione per il futuro del piccolo. Secondo i loro calcoli, infatti, l’obesità può insorgere addirittura a partire dai 9 mesi d’età, riporta la rivista ‘American Journal of Health Promotion’.

La celiachia nel bambino: come comportarsi

 La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine che si manifesta in soggetti geneticamente predisposti.
Il glutine si trova in molti cereali, frumento, orzo, farro, avena, segale, kamut, grano greco, seitan, ecc.
Esistono degli esami ematologici che permettono di individuare la celiachia: anticorpi anti-gliadina (AGA), anti-endomisio (EMA) e anticorpi anti-transglutaminasi (Ac anti-tTG), ma l’unico esame riconosciuto in Italia per avere l’esenzione sanitaria è la biopsia del villo intestinale.
La biopsia del villo intestinale è un esame invasivo e molto fastidioso, poco gradito e tollerato dall’adulto, e ancora di più dal bambino.

Allattamento al seno fino a sei mesi
Nel bambino i primi sintomi di celiachia si possono manifestare in seguito all’introduzione nella dieta di cibi contenenti glutine. Più tardi si inseriscono alimenti contenenti glutine nella dieta del bambino, meglio è.

Taglia trentotto: il diario di una ragazza bulimica in un libro

 Smarrirsi in un labirinto con il terrore di non uscirne più e poi farcela, trovando la via d’uscita. E’ il “tragitto” di una ragazza bulimica che ha vinto la sua malattia e ha scritto la sua storia. E’ in libreria, per le edizioni Memori, ‘Taglia trentotto – bulimia, amore e rabbia’, Diario Minimo di Stefania Longo. L’autrice ha sofferto per anni di disturbi dell’alimentazione. E’ stata bulimica e questa condizione le ha permesso guardare la società che la circonda con occhi diversi. Conosce bene la sua condizione, sa come conviverci e come riportarla con linguaggio immediato e diretto. E in questi racconti, tutti collegati dal file rouge del suo disturbo alimentare, descrive la sua vita di tutti i giorni: gli incontri sul treno dei pendolari che prende quotidianamente per andare al lavoro; i suoi colleghi, ciascuno alle prese con i più diversi problemi; le vetrine dei negozi alla moda che offrono un modello femminile che non può e non deve superare la taglia 40.

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