Pessimisti si nasce… l’atteggiamento negativo comincia sin dalla culla

 Pessimisti fin dalla culla. Secondo uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università del Michigan (Usa), a ‘regalare’ un atteggiamento negativo e angosciato alle persone sarebbero i livelli di una molecola, il neuropeptide Y (Npy), nel cervello. E, sempre stando alla ricerca, i pessimisti sarebbero geneticamente programmati a manifestare negatività. Secondo i ricercatori, i soggetti con bassi livelli di Npy sono, molto più negativi e vivono con fatica le situazioni stressanti. Inoltre sono anche più vulnerabili alla depressione.

Diagnosi precoce e prevenzione
Il gruppo di studiosi pensa che i livelli di Npy nel cervello siano geneticamente programmati, e spera che la scoperta possa portare a una diagnosi precoce e alla prevenzione di queste condizioni. Il team, si legge su ‘Archives of General Psychiatry’, ha sottoposto i pazienti alla risonanza magnetica funzionale, mentre i volontari guardavano uno schermo con delle parole: alcune neutre, altre negative e altre cariche di positività. Ebbene, in risposta alle parole negative (come assassino) i pazienti con basso Npy hanno mostrato una forte attività della corteccia prefrontale, che elabora le emozioni. Gli altri hanno mostrato una reazione ridotta.

Problemi comportamentali ed esposizione a telefoni cellulari

 Secondo uno studio pubblicato in rete nel “Journal of Epidemiology and Community Health”, le donne incinta che usano regolarmente il telefono cellulare possono avere con maggiore probabilità dei bambini che crescendo svilupperanno problemi comportamentali, la possibilità di sviluppare problemi comportamentali è accentuata se i bambini iniziano ad usare il telefono cellulare in età precoce.
I ricercatori hanno basato la loro ricerca su un campione di più di 28,000 bambini di sette anni e le loro madri facenti parte dello studio del “Danish National Birth Cohort (DNBC)”.
Le madri hanno fornito informazioni dettagliate sul loro stile di vita, sulla dieta e sui fattori ambientali nel corso di interviste telefoniche durante e dopo la gravidanza. Quando i bambini hanno raggiunto l’età di sette anni, alle madri sono state chieste notizie sulla salute dei figli incluso il comportamento e se, quando e quanto era stato usato il telefono cellulare, e se lo usavano anche i bambini.
I ricercatori avevano studiato in precedenza un altro campione di madri e i loro 13,000 bambini del DNBC e hanno trovato delle analogie tra i due gruppi.

Psicologia scolastica: in Italia gli studenti sono abbandonati a loro stessi

 Studenti italiani ‘abbandonati’ a loro stessi. Nelle nostre classi, gli alunni, specie quelli con qualche disagio comportamentale, trovano scarso supporto e poche risposte ai problemi. Manca, in poche parole, un servizio di psicologia scolastica all’altezza. Solo il 5% degli psicologi italiani è infatti inserito nell’area educativa. Circa 1.500 professionisti, per di più impiegati per periodi di tempo piuttosto limitati. Troppo poco, soprattutto alla luce di quanto succede negli altri Paesi europei, dove a lavorare stabilmente nelle scuole, a sostegno dei ragazzi, è circa il 20% degli psicologi.

Disturbi del sonno: i bimbi italiani dormono meno, più rischi di problemi psichiatrici

Il sonno dei bambini e’ sempre piu’ difficoltoso, breve e difficile. Dovrebbero dormire almeno 8 ore per notte ma spesso ne dormono meno, 6-7 ore, perche’ vanno a letto sempre piu’ tardi. Situazione che si complica con l’adolescenza, quando con discoteche e uso dei computer fino a tardi si finisce per andare a letto molto tardi, alterando i cicli di sonno-veglia, con ripercussioni comportamentali che possono tramutarsi in disturbi psichiatrici. A lanciare l’allarme e’ Maria Pia Villa, direttore del centro del sonno dell’ospedale Sant’Andrea di Roma e coordinatrice del gruppo di studio di medicina del sonno della Societa’ italiana di pediatria. ”Quando si dorme male, si va a letto tardi e si sta troppo tempo davanti al pc, si crea una situazione di ipereccitabilita’ – spiega la pediatra – ed eccessivo lavoro mentale che non fa bene. Con l’andare in discoteca, da cui si torna alle 3-4 di notte, i cicli di sonno veglia si alterano, con gravi problemi che possono diventare psichiatrici”.

ADHD: il disturbo da deficit di attenzione e iperattività ha origini genetiche

Ha origini genetiche il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Adhd). E’ la scoperta di ricercatori britannici dell’Università di Cardiff, che hanno condotto un vasto studio clinico su 366 bambini e adolescenti, con Adhd, di età compresa tra i 5 e i 17 anni, i cui dati sono stati confrontati con quelli di 1.047 bambini sani. Secondo lo studio pubblicato su Lancet, il disturbo è legato a differenze riscontrabili nel cervello dei bambini colpiti.

Disturbi specifici dell’apprendimento: approvata una legge per un percorso di diagnosi e cura a scuola

 Vita nuova a scuola per i 350 mila studenti italiani che soffrono di disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) come la dislessia o la discalculia. Merito di una legge ad hoc che riconosce questi disturbi e stimola la scuola a individuarli precocemente offrendo modi, tempi e strumenti per imparare nonostante il problema di apprendimento. La normativa, varata il 29 settembre, è stata illustrata oggi al Senato dall’Aid, Associazione italiana dislessia, insieme ai presidenti delle Commissioni istruzione del Senato, Guido Possa, e della Camera, Valentina Aprea, e diversi parlamentari di maggioranza e opposizione.

Tendenze adolescenti: arriva la bulimia dello sballo con il mix di stupefacenti

 Dal tossicodipendente fedele a una sola droga agli amanti dell’abbinamento fisso, fino ad arrivare alla ‘bulimia dello sballo‘. Sostanze mischiate a caso, combinazioni infinite dall’effetto imprevedibile, in cui cambiano gli ingredienti del cocktail, ma non l’obiettivo finale: “Alterarsi profondamente, per poi tornare alla routine di tutti i giorni”. Così, a cavallo tra secondo e terzo millennio, è cambiata la schiavitù dagli stupefacenti. Oggi il must è il policonsumo, un fenomeno che si allarga ed evolve, ma “esiste da anni“, assicura Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento dipendenze dell’Asl di Milano, dopo la morte del 19enne bolognese ucciso da un mix di alcol, anfetamine e ketamina. Enrico, l’ultima vittima di una moda killer, entrato in coma settimana scorsa in discoteca.

Psicologia dei bambini: l’amico immaginario

 A molti sarà di certo capitato di vedere il proprio bimbo parlare da solo o giocare con il suo amico immaginario. Niente paura, non solo non si tratta di niente di grave, ma l’amico immaginario talvolta può essere un modo per il bambino di esplorare la realtà con la fantasia. Ecco cosa suggerisce a tal proposito il Dott. Massimo Sidoti, psicopedagogista della redazione di www.exducere.com.
Un grande aiuto che possiamo dare ai nostri figli è la compagnia di altri bambini per giocare: talvolta i bambini hanno bisogno di confrontarsi con bambini più grandi per sviluppare la loro fantasia. Il mancato contatto con bambini più grandi determina il far nascere del desiderio di avere un amica o amico che dia loro esperienze di relazioni sociali“.

Baby anoressiche e bulimiche: una su tre arriva grave in ospedale

 Negano la malattia che le consumano, anche quando sotto i vestiti non resta che un mucchietto di ossa. Ostinate fino alla fine, mentre i capelli cadono e anche camminare diventa sfiancante. E’ così che un terzo delle ragazze anoressiche si presenta in ospedale: scortate dai genitori, quando ormai la malattia le ha battute sul tempo. Succede anche per chi soffre di bulimia. E in totale una paziente su 3 bussa alle porte del centro specializzato in condizioni gravissime, in bilico fra la vita e la morte. Una su 4 ha aspettato che la malattia progredisse almeno 3 anni prima di decidere di farsi curare. Succede a Milano, ma per gli esperti anche nel resto d’Italia le cose non sono così diverse.

preload imagepreload image