La leggenda della donna senza cuore

 Molto tempo fa, in un castello viveva una ricca signora che era proprietaria di molte terre. Lady Sabrina era conosciuta per essere egoista, avida e completamente priva di sentimenti. I contadini che lavoravano nei suoi terreni venivano pagati pochi soldi, e solo dopo molte insistenze, e spesso erano impegnati più di dodici ore al giorno. Quando arrivo’ un periodo di grande carestia, tutti gli abitanti del villaggio correvano il rischio di morire di fame. Solo Lady Sabrina aveva provviste a sufficienza e anche di più di quello di cui aveva bisogno. La sua unica preoccupazione era quella di di avere abbastanza cibo per se e per il suo unico amore, un bellissimo cavallo bianco.

La fortuna di Bodsbeck

 I brownie e le fate sono contenti se si lacia ogni giorno del cibo per loro fuori della porta di casa, ma detestano essere trattati con particolari riguardi.
Alla fattoria di Bodsbeck a Moffatdale c’era un brownie che lavorava di gran lena, sia in casa che nei campi, e si dava tanto da fare che Bodsbeck divenne la fattoria più ricca della zona.
Egli mangiava a volontà; ma erano cose semplici, e se ne cibava in piccole quantità. In un periodo dell’anno in quale la mietitura richiedeva un lavoro ancora più duro del solito, il fattore lasciò da parte per il brownie un pasto in più, a base di pane e latte, pensando di fare una cosa giusta nei suoi confronti, visto che durante il raccolto tutti i lavoranti ricevevano una maggiore quantità di cibo.

Il principe granchio -parte seconda-

 Seguitando a nuotare sott’acqua, il vagabondo si trovò in una bella vasca, in mezzo a una gran sala sotterranea tappezzata di tendaggi, e con una tavola imbandita. Il vagabondo uscì dalla vasca e si nascose dietro i tendaggi. A mezzogiorno in punto, nel mezzo della vasca spuntò fuori dall’acqua una Fata seduta sulla schiena d’ un granchio. La Fata e il granchio saltarono nella sala, la Fata toccò il granchio con la sua bacchetta, e dalla scorza del granchio uscì fuori un bel giovane. Il giovane si sedette a tavola, la Fata batte la bacchetta, e nei piatti comparvero le vivande e nelle bottiglie il vino. Quando il giovane ebbe mangiato e bevuto, tornò nella scorza di granchio, la Fata lo toccò con la bacchetta e il granchio la riprese in groppa, s’immerse nella vasca e scomparve con lei sott’acqua.

Il principe granchio -parte prima-

 Una volta c’era un pescatore che non riusciva mai a pescare abbastanza da comprare la polenta per la sua famigliola.
Un giorno, tirando le reti, sentì un peso da non poterlo sollevare, tira e tira ed era un granchio così grosso che non bastavano due occhi per vederlo tutto.
“Oh, che pesca ho fatto, stavolta! Potessi comprarmici la polenta per i miei bambini!”
Tornò a casa col granchio in spalla, e disse alla moglie di mettere la pentola al fuoco che sarebbe tornato con la polenta. E andò a portare il granchio al palazzo del Re.
“Sacra Maestà”, disse al Re “sono venuto a vedere se mi fa la grazia di comprarmi questo granchio.

Le streghe di Mull -parte terza-

 La strega, però, non aveva forza sufficiente per contrastare la magia di Forrest. Il vento smise di crescere, e la Doideagan Mor invocò urlando l’aiuto delle sue sorelle. Ma i loro sforzi erano vani. La pietra continuava a pendere dalla forca con tutto il suo peso. Anche i muscoli del grosso fabbro e del suo aiutante di fucina non potrono farla salire nemmeno di un piede più in alto.
Alla fine chiamarono Gormal, la più grande ed orribile fra tutte le streghe, perché venisse a mettere mano alla fune di felci intrecciate. Ed essa arrivò a cavallo di un fulmine; era una creatura orrenda, con un volto così ripugnante che avrebbe èpotuto togliere il bene dalla vista ad un essere mortale.

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