La storia di Xi Shi è legata alle vicende degli stati di Wu e di Yue, all’epoca dei Tre Regni (221-263 d.C.). Quantunque avesse un viso bello come un fiore e bianco come la giada, Xi Shi dimostrò di avere la capacità, con uno sguardo, di conquistare una città e, con un altro, di impadronirsi d’uno stato. Fu un’eroina: vergognosa dell’onta portata al suo paese distrutto, non esitò, per vendicarsi, a usare il proprio corpo. Voleva che lo stato di Yue (Zhejiang), ove era nata e che era diventato vassallo dello stato di Wu, riconquistasse la sua indipendenza.
La storia dice che il re Ke Jian dello stato vassallo di Yue riunisse un giorno i suoi funzionari e domandasse loro quale mezzo avrebbero scelto per vendicarsi della vergogna subita con la conquista da parte di Wu.
“Vi sono sette mezzi per distruggerlo” rispose Wen Jiong. “Il primo è quello di dargli oggetti e monete perché il re e i suoi ministri siano contenti. Il secondo è quello di comprare i loro cereali, in maniera che non ne abbiano di riserva. Il terzo è di inviare colà leggiadre fanciulle perché possano stregare il re e farsi amare da lui“. E continuò l’elenco.
Fiabe per bambini
Fiabe arabe: il cammello e la formica
Una volta un cammello, mentre attraversava la steppa, vide ai suoi piedi nell’erba una minuscola formica. La piccolina trasportava un grosso fuscello, dieci volte più grosso di lei. Il cammello
Fiabe africane: prova d’amore
C’era una volta un re che aveva una figlia ammirata da tutti per la sua bellezza e bontà.
Molti venivano a offrirle gioielli, stoffe preziose, noci di kola, sperando d’averla come sposa. Ma la giovane non sapeva decidersi.
– A chi mi concederai? – chiese a suo padre.
– Non so – disse il padre – Lascio scegliere a te: sono sicuro che tu, giudiziosa come sei, farai la scelta migliore.
– Facciamo così – propose la giovane – Tu fai sapere che sono stata morsa da un serpente velenoso e sono morta. I membri della famiglia reale prenderanno il lutto. Suoneranno i tam-tam dei funerali e cominceranno le danze funebri. Vedremo cosa succederà.
Fiabe cinesi: paradiso e inferno
Dopo una lunga e coraggiosa vita, un valoroso samurai giunse nell’aldilà e fu destinato al paradiso.
Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un’occhiata anche all’inferno.
Un angelo lo accontentò.
Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi di pietanze succulente e di golosità inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt’intorno, erano smunti, pallidi, lividi e scheletriti da far pietà.
“Com’è possibile?” chiese il samurai alla sua guida.
“Con tutto quel ben di Dio davanti!”
“Ci sono posate per mangiare, solo che sono lunghe più di un metro e devono essere rigorosamente impugnate all’estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca”
Il coraggioso samurai rabbrividì.
Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppure una briciola sotto ai denti.
Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso.
Qui lo attendeva una sorpresa.
Fiabe africane: il leone ingrato
Molto tempo fa, in un piccolo villaggio, viveva un leone.
Disturbava continuamente la gente del villaggio e uccideva chiunque passasse vicino alla sua capanna.
Il re del villaggio allora indisse una riunione straordinaria. In essa tutti i cacciatori del villaggio decisero di andare in cerca del leone e di ucciderlo.
Costruirono anzitutto una capanna molto resistente, dove potessero rinchiudere il leone prima di ucciderlo.
I cacciatori riuscirono poi a catturare il leone e lo rinchiusero nella capanna in attesa di punirlo senza pietà.
Il giorno dopo, un uomo stava passando vicino alla capanna: il leone lo supplicò di aprire la capanna e di farlo uscire. L’uomo all’inizio resistette, ma poi cedette alla continua implorazione del leone e aprì la capanna. Appena il leone usci fuori si avventò sul’uomo cercando di ucciderlo. Questi pregò il leone di risparmiarlo, ma inutilmente.
La gente che passava di là informò il villaggio di quello che stava succedendo.
Fiabe arabe: la fiaba dei tre pesci
C’erano una volta tre pesci che vivevano in uno stagno: uno era intelligente, un altro lo era a metà e il terzo era stupido. La loro vita era quella di tutti i pesci di questo mondo, finché un giorno arrivò un uomo.
L’uomo portava una rete e il pesce intelligente lo vide attraverso l’acqua. Facendo appello all’esperienza, alle storie che aveva sentito e alla propria intelligenza, il pesce decise di passare all’azione.
“Dato che ci sono pochi posti dove nascondersi in questo stagno, farò finta di essere morto”, pensò. Raccolte tutte le sue forze, balzò fuori dall’acqua e atterrò ai piedi del pescatore, che si mostrò piuttosto sorpreso. Tuttavia, visto che il pesce tratteneva il respiro, l’uomo lo credette morto e lo ributtò nello stagno. Allora il nostro pesce si lasciò scivolare in una piccola cavità sotto la riva.
Fiabe indiane: la scimmia e la tartaruga
Compare Tartaruga si annoiava da morire: i giorni passavano sempre uguali. Il mare si estendeva all’infinito, le onde succedevano alle onde. Nessuno veniva mai a rallegrare la sua vita monotona, tranne qualche volta una balena o un gruppo di delfini, che passavano in lontananza, al largo dell’isola.
Un giorno, scorse una scimmia che si rimpinzava di banane.
“Perché cercare un amico nel mare?” pensò la tartaruga. “Compare Scimmia sembra un compagno ideale, certamente più simpatico di un granchio!”.
“Buongiorno Compare Scimmia! Vorresti essere mio amico?”
“Buongiorno Compare Tartaruga! Certamente!”.
Da quel giorno trascorsero insieme tutto il loro tempo; la tartaruga non si era mai divertita tanto.
Fiabe cinesi: Yin e Yang
Chang E e suo marito Hou Yi, il prodigioso arciere, vivevano durante il regno del leggendario imperatore Yao (2000 a.C. circa).
Hou Yi era un valente membro della Guardia Imperiale che maneggiava un arco magico e scoccava frecce magiche.
Un giorno nel cielo apparvero dieci soli. La gente sulla terra non riusciva più sopportare il caldo e la siccità che ormai continuavano da diversi anni.
L’imperatore decise allora di chiamare Hou Yi ordinandogli di tirare ai soli in soprannumero per eliminarli dal cielo e soccorrere così la popolazione.
Fiabe africane: la gente muore
Tanto tempo fa, la Luna, che muore e rinasce ogni quattro settimane, disse un giorno alla lepre:
– Va’ e annuncia agli uomini che come io muoio e nasco di nuovo, anch’essi moriranno e rinasceranno. Purtroppo la lepre, nel riferire alla gente il messaggio della luna, fece una gran confusione. E infatti disse: – Come io muoio e non torno un’altra volta in vita, anche voi morirete e non rinascerete più. Quando la lepre fu di ritorno, la Luna le chiese che cosa avesse detto alla gente.
Fiabe inglesi: Codirosso
Il vecchio gatto Brontolone passeggiava lungo l’acqua e scorse in mezzo ai cespugli il codirosso Giovannino.
– Dove si va, dove si va, codirosso Giovannino? – domandò il vecchio gatto Brontolone.
Da sua maestà il rè, da sua maestà, gli voglio dare il buon giorno con una bella canzone, – disse il piccolo codirosso Giovannino.
– Vieni un po’ qui, vieni un po’ qui, codirosso Giovannino, – disse il vecchio gatto Brontolone. – Voglio farti vedere questo bei cerchio bianco che porto al collo.
– No che non vengo, gatto Brontolone, no che non ti vengo vicino, rispose il codirosso Giovannino. – Mangia pure il topolino ma me non mi acchiappi.
E il piccolo codirosso Giovannino corse via in fretta in fretta. Volò, volò, arrivò alla vecchia siepe, ed ecco che sulla vecchia siepe stava appollaiato il vecchio sparviero Mangiotutto.