Le fiabe più belle: le tre filatrici

C’era una volta una ragazza che era assai pigra e non voleva filare e la madre poteva dirle quello che voleva, ma non riusciva a convincerla.
Alla fine la madre perse la pazienza e cominciò a picchiarla, che la ragazza cominciò a piangere forte.
Allora accadde che la Regina passasse proprio di là e udì il pianto, si fermò, entrò in casa della ragazza e chiese alla madre perché picchiasse sua figlia tanto che si sentivano gli urli fino fuori sulla strada.
La donna si vergognò del fatto di dover far sapere quanto sua figlia fosse pigra e disse:
“Non riesco a farla smettere di filare, vuole solo e soltanto filare e io sono povera e non riesco a procurarle la canapa”.

Le fiabe più belle: il pesciolino d’oro

Sul mare-oceano, sull’isola di Bujan, c’era una volta una piccola casetta, un’ izba decrepita. In questa izba vivevano un vecchio con la sua vecchietta. Vivevano in grande povertà: il vecchio fabbricava le reti e andava al mare per prendere i pesci. Ne prendeva solo quanto ne bastava per il vitto quotidiano.
Una volta, chissà come, il vecchio gettò la sua rete, cominciò a tirare e si accorse che era molto pesante, come mai gli era capitato.
Tira e tira, riuscì a tirar fuori la rete. Guardò: la rete era vuota; c’era in tutto un pesciolino, ma non un semplice pesciolino: era un pesciolino tutto d’oro.

Le fiabe più belle: Il gatto con gli stivali

C’era una volta in un paese lontano un povero vecchio mugnaio.
L’uomo aveva tre figli e per farli crescere aveva ormai speso tutti i suoi risparmi; i suoi unici beni erano un vecchio mulino, un asino ed un gatto grigio.
Il mugnaio era molto vecchio ed un giorno, sentendosi ormai vicino alla morte, radunò i suoi ragazzi e gli disse:
“Miei cari, voglio dividere tra di voi i miei averi. A te, che sei il più grande, lascio il mulino. A te invece l’asino e a te, che sei il più piccolo, lascio il mio amato gatto.”
Pochi giorni dopo il mugnaio morì.
Il giovane che aveva avuto in eredità il gatto non era per nulla soddisfatto.
“Non è giusto”, si lamentava, “i miei fratelli possono mettersi d’accordo, lavorare e guadagnarsi da vivere con il mulino e l’asino, ma io che cosa ci faccio con un gatto? Potrei solo mangiarmelo e poi cucirmi un bel manicotto con il suo pelo per scaldarmi le mani d’inverno!”

Le fiabe più belle: i tre capelli d’oro dell’orco

C’era una volta una povera donna, tanto povera che non aveva neppure di che sfamarsi e di che vestirsi.
Quando le nacque il primo bambino, questi fu tanto fortunato da venire al mondo addirittura con la camicia; e gli fu predetto che a quattordici anni avrebbe sposato la figlia del re.
Il re, dopo un po’ di tempo, capitò in quel villaggio in incognito; domandò che c’era di nuovo e gli risposero:
“Pochi giorni fa è nato un bambino con la camicia e gli è stato predetto che, nel suo quattordicesimo anno, sposerà la figlia del re.”
Il re era cattivo di cuore e fu seccato nel sentire questa profezia. Andò dai genitori del bimbo e disse loro con modi insinuanti:
“Datemi il bambino e avrò cura di lui.”

Le fiabe più belle: il lupo e i sette capretti

C’era una volta una capra che allevava da sola i suoi sette piccoli capretti. Essa li amava teneramente, ma le davano molte preoccupazioni, perché erano spesso disubbidienti e sbadati. Inoltre temeva sempre per la loro vita, perché questi piccoli imprudenti pensavano solo a giocare, sgambettando senza tregua ai margini della foresta, là dove si aggirava il loro nemico di sempre ed il più sanguinario: il grande lupo.
Un giorno prima di andare nel bosco a cercare freschi germogli d’arboscelli per il pasto della sera, la capra radunò i suoi piccoli per metterli di nuovo in guardia.

Le fiabe più belle: il principe felice

Alta sopra la città, su una lunga, esile colonna sporgeva la statua del Principe Felice. Era tutto dorato di sottili foglie d’oro fino, i suoi occhi erano due lucenti zaffiri, e un grande rubino rosso luccicava sull’elsa della sua spada.

Tutti lo ammiravano. “E’ bello come una banderuola” osservò un giorno uno degli assessori di città che ambiva farsi una reputazione d’uomo di gusto; “però è meno utile” si affrettò a soggiungere, per timore che la gente lo giudicasse privo di senso pratico, cosa che egli non era affatto.

Le fiabe più belle: Il brutto anatroccolo

L’estate era iniziata; i campi agitavano le loro spighe dorate, mentre il fieno tagliato profumava la campagna.
In un luogo appartato, nascosta da fitti cespugli vicini ad un laghetto, mamma anatra aveva iniziato la nuova cova.
Siccome riceveva pochissime visite, il tempo le passava molto lentamente ed era impaziente di vedere uscire dal guscio la propria prole… finalmente, uno dopo l’altro, i gusci scricchiolarono e lasciarono uscire alcuni adorabili anatroccoli gialli.
– Pip! Pip! Pip! Esclamarono i nuovi nati, il mondo è grande ed è bello vivere!-
– Il mondo non finisce qui,- li ammonì mamma anatra,- si estende ben oltre il laghetto, fino al villaggio vicino, ma io non ci sono mai andata. Ci siete tutti? – Domandò.

Le fiabe più belle: Il vestito nuovo dell’imperatore

C’era una volta un imperatore che amava così tanto la moda da spendere tutto il suo denaro soltanto per vestirsi con eleganza. Non aveva nessuna cura per i suoi soldati, né per il teatro o le passeggiate nei boschi, a meno che non si trattasse di sfoggiare i suoi vestiti nuovi: possedeva un vestito per ogni ora del giorno, e mentre di solito di un re si dice: “È nella sala del Consiglio”, di lui si diceva soltanto: “È nel vestibolo”.
Nella grande città che era la capitale del suo regno, c’era sempre da divertirsi: ogni giorno arrivavano forestieri, e una volta vennero anche due truffatori: essi dicevano di essere due tessitori e di saper tessere la stoffa più incredibile mai vista. Non solo i disegni e i colori erano meravigliosi, ma gli abiti prodotti con quella stoffa avevano un curioso potere: essi diventavano invisibili agli occhi degli uomini che non erano all’altezza della loro carica, o che erano semplicemente molto stupidi.

Le fiabe più belle: Pollicina

Molto tempo fa viveva una donna che desiderava moltissimo avere un bambino. Disperando ormai di poterlo avere, si recò a trovare una vecchia strega molto conosciuta.
– Vorrei avere un bambino; dimmi come posso fare.
– Niente di più facile, – replicò la maga. – Ecco questo granello d’orzo: non appartiene ad una specie comune di cui si cibano gli uccelli. Piantalo in un vaso di fiori e vedrai…
– Grazie – disse la visitatrice.

Le fiabe più belle: Il fagiolo magico

C’era una volta un ragazzo di nome Giacomino che, dopo la morte di suo padre, viveva con la mamma in una piccola fattoria.
Erano molto poveri e possedevano solo una mucca dalla quale ogni giorno mungevano il latte. Ma, ahimé, arrivò il giorno in cui neanche la mucca fu più in grado di offrir loro qualcosa e così la madre di Giacomino decise di venderla.
Se la mucca non poteva fare più latte, vendendola, avrebbero almeno ricavato un po’ di denaro per poter mangiare.