Come non dimenticarsi il bimbo in auto: attenzione ai colpi di calore

Sembra scontato, ma evidentemente non lo è: in estate non bisogna mai lasciare i bambini chiusi in auto, neanche per il tempo necessario a svolgere una piccola commissione. Perché una leggerezza può facilmente trasformarsi in tragedia, come hanno già ampiamente dimostrato i casi avvenuti nei giorni scorsi nei quali i bambini hanno rischiato (o ci hanno lasciato) la vita.

I DANNI DEL CALDO SUI BAMBINI

Quando si lascia un bambino chiuso in macchina, il calore che si forma all’interno di un abitacolo può provocare in pochi minuti dei danni gravissimi al sistema cardiocircolatorio, respiratorio e neurologico del piccolo, portandolo nel giro di due ore anche alla morte.  Quel che spesso i genitori ignorano è che la temperatura nel bambino sale da 3 a 5 volte più frequentemente rispetto ad un adulto. Nella macchina lasciata al sole, invece, la temperatura può salire anche di 10-15 gradi nel giro di 15 minuti. Anche in una giornata “fresca” nella quale la temperatura esterna è di soli 20 gradi, l’interno di una macchina può raggiungere molto in fretta anche i 40 gradi. La conseguenza sul corpo del bambino è un’ipertermia in 20 minuti e la morte anche entro le 2 ore.

Bambini lasciati in auto: malcostume o ignoranza?

Bimbi lasciati nelle auto dai genitori: sbadatezza, superficialità, ignoranza… Già due sono morti per essere rimasti delle ore chiusi in macchina, sotto al sole, in attesa dei genitori. L’ultimo caso si è verificato qualche giorno fa a Roma, dove due gemellini di 11 mesi sono stati lasciati in macchina per due ore dai genitori che stavano giocando alle slot machines in un locale. Fortunatamente i bimbi sono stati notati da un negoziante della zona, che li ha sentiti piangere, e ha chiamato i carabinieri. Grazie a un finestrino leggermente aperto, gli agenti sono riusciti a far uscire i bimbi, che fortunatamente non hanno causato malori nonostante la temperatura proibitiva che aveva raggiunto l’abitacolo della macchina.

Il caso che fa discutere: è morta Elena, la bimba dimenticata in auto

Elena, una bimba di 22 mesi dimenticata nell’auto dal papà. Può capitare… dimenticarsi un figlio ogni tanto, presi dalla propria frenesia, non fa di certo il cattivo genitore. Ma l’auto in questione, a Teramo, era stata lasciata sotto il sole e il papà di Elena è tornato a prendere la figlioletta dimenticata solo dopo 5 ore. Troppo tardi. E il caso fa discutere, nella sua tragicità.

Elena era stata ricoverata all’ospedale materno infantile Salesi di Ancona mercoledì pomeriggio. Sabato sera è morta. E la tragedia si abbatte sui genitori, che non ci stanno ad avere le accuse addosso. La mamma di Elena, infatti, ha difeso suo marito, dicendo che è un buon papà e che Elena lo adorava.
Ora, sicuramente, questo papà dovrà convivere per sempre con il rimorso.

Botti di Capodanno, un pericolo per bambini e animali. Perché educare i bambini a non usare i petardi

Si possono già sentire in giro nelle città piccoli botti che anticipano il Natale e la fine dell’anno. Emanare un’ordinanza che vieti l’utilizzo di petardi e artifici pirotecnici di ogni genere su tutto il territorio comunale è la richiesta della Lega antivivisezione (Lav) ai sindaci di tutta Italia, affinché i festeggiamenti non si traducano in una tragedia per gli animali, oltre che per salvaguardare l’incolumità delle persone.
L’emanazione di un’ordinanza – quella proposta dalla Lav è scaricabile dal sito dell’associazione, evidenzia una nota – è un atto di responsabilità sia per tutelare l’incolumità pubblica, sia per evitare le conseguenze negative sugli animali domestici e la fauna selvatica. Il fragore dei botti, infatti, oltre a scatenare negli animali una naturale reazione di spavento, li porta frequentemente a perdere l’orientamento, esponendoli così al rischio di smarrimento e/o investimento.

Minatore scopre dopo 33 anni di avere un dente da latte nell’orecchio

 Trentatre anni alle prese con infezioni e dolori lancinanti a un orecchio, quello destro, fino a giungere finalmente a una diagnosi che ha dell’incredibile: un dente da latte incastrato nel canale uditivo, distruggendolo in parte. E’ questa l’insolita storia di Stephen Hirst, un ex minatore di 47 anni, costretto a lasciare il lavoro in miniera 15 anni fa proprio a causa di quei dolori che gli toglievano il fiato rovinando le sue giornate.
Il mal d’orecchio, che ha tolto all’uomo anche parte dell’udito, inizia quando Hirst è appena teenager. A 14 anni comincia a conviverci. “Non riuscivo a concentrarmi – racconta oggi sulle principali testate britanniche – a condurre una vita normale. Nessuno, tuttavia, riusciva a capirne le cause. Ho perso il conto del numero di visite alle quali mi sono sottoposto. Non so perché, ma nessuno è riuscito mai a scovare la presenza di questo dente da latte nel canale uditivo“.

Spagna, bimbo in coma dopo essere rimasto sepolto nella sabbia

 Un bimbo italiano di 10 anni è ricoverato in gravi condizioni in ospedale alle isole Canarie dopo un incidente che è accaduto martedì pomeriggio mentre giocava in spiaggia. Lo riferiscono i media locali spiegando che il piccolo è rimasto sepolto in una enorme buca, di tre metri di profondità e cinque di diametro, che aveva scavato nella sabbia con gli amici alla presenza dei suoi familiari.
Mentre tentava di uscire dalla buca, si legge, gli è crollata addosso la montagna di sabbia che era stata rimossa e il piccolo è rimasto intrappolato fino all’arrivo dei soccorsi.

Storie di bambini: Imma sta bene dopo il crollo della palazzina di Afragola

 Ha trascorso una notte tranquilla la piccola Imma Mauriello, la bimba di 10 anni uscita illesa dal crollo della palazzina di Afragola, nel Napoletano. Nonostante il trauma addominale e lo schiacciamento di un piede, le sue condizioni sono giudicate complessivamente buone dai sanitari dell’ospedale napoletano Santobono dove è ricoverata. “La situazione è buona – ha detto Eduardo Rotolo, vicedirettore sanitario del Santobono – e le sue condizioni sono migliorate. La bambina – ha proseguito – ha riposato tranquillamente, è sotto terapia e sotto l’effetto degli antidolorifici. Resterà comunque sotto osservazione per le prossime 24 ore per il trauma addominale che ha riportato e per verificare eventuali complicanze che al momento non ci sono“. Per Imma la prognosi è di trenta giorni, ma la piccola – questo almeno è l’auspicio dei medici – in assenza di complicazioni potrebbe essere dimessa prima.

Occhi a rischio con sole e sabbia: ecco come proteggere i vostri bimbi dai rischi dell’estate

Occhi rossi, abrasioni della cornea provocate dalla sabbia e infezioni oculari. Sono alcuni dei più comuni rischi che corrono i bagnanti che affollano le spiagge, tanto più se si tratta di bambini. Per chi quest’estate ha scelto il mare è dunque opportuno seguire alcuni semplici consigli. Lo afferma una nota dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (Iapb Italia). Secondo un sondaggio condotto negli Usa solo il 35% delle persone è conscio dei rischi che corrono gli occhi se non vengono protetti con occhiali dotati di filtri a norma di legge. Se si sta a lungo in un luogo dove il riverbero è forte si può essere, ad esempio – indicano gli esperti – colpiti da infiammazioni della cornea (cheratiti) e della congiuntiva. L’esposizione prolungata al sole senza protezione aumenta, inoltre, il rischio di cataratta e degenerazione maculare legata all’età.

Avvelenamento dei bimbi, una delle più comuni emergenze pediatriche. ecco i consigli del Bambin Gesù

Bimbi a rischio avvelenamento, una delle più comuni emergenze pediatriche e causa di un’alta percentuale di visite al pronto soccorso: solo all’ospedale Bambino Gesù di Roma, negli ultimi dieci anni, si sono contati oltre 1.500 bambini con intossicazione. Di questi, per il 40% è stato necessario il ricovero, e in 8 casi su 100 è stata necessaria la cura in terapia intensiva. Per migliorare la gestione e la cura di questi piccoli pazienti la struttura romana sta attivando un Centro antiveleni pediatrico, il primo in Italia, che sarà pienamente operativo entro l’anno. E ha messo a punto un decalogo ad hoc per la prevenzione.

Incidenti domestici: come prevenire i casi di soffocamento e strangolamento dei bimbi

 I bambini, sopratutto sotto i cinque anni, sono quelli più soggetti ad incidenti domestici più o meno gravi di vario tipo, causati dalla loro curiosità, sventatezza e incapacità di prevedere un pericolo che un adulto potrebbe facilmente evitare. Poiché non è desiderabile né pensabile reprimere in essi la voglia di conoscere il mondo, la responsabilità di farli vivere in ambiente il più sicuro possibile ricade interamente sulle nostre spalle.

SOFFOCAMENTO E STRANGOLAMENTO
Molti bambini sotto i cinque anni muoiono più per questo tipo di incidenti che per altro. La precauzione da adottare è semplice: non lasciate mai un neonato o un bambino piccolo vicino ad oggetti che potrebbero bloccare, dall’interno o dall’esterno, le loro vie respiratorie.

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