Sono i bambini quelli che leggono di più in Italia: un segno di speranza per il futuro ed il segno che da questo punto di vista i più piccoli in età scolare sono ben seguiti e curiosi di conoscere il mondo attorno a loro anche se solo attraverso le pagine di un romanzo.
Libri per bambini
Racconti di Natale per bambini da leggere insieme a tutta la famiglia
Luci, ghirlande, alberi di Natale, le nostre case si vestono a festa e rendono tutto più magico. Durante il periodo di Natale il tempo da trascorrere in casa insieme ai
J.K. Rowling sta scrivendo un nuovo libro per ragazzi
Una nuova notizia ha fatto subito il giro del mondo: pare infatti che la scrittrice del maghetto più famoso del mondo, J.K. Rowling sia pronta per scrivere un altro libro
Nasce la più creativa libreria a tutela dell’Infanzia
Librerie online ce ne sono davvero tante e tutte propongono libri adatti a bambini, ma anche ai loro genitori, quella che vi presento oggi è però la prima libreria online
Libreria Giunti: promozione alla lettura per bambini marzo-aprile 2011
Tutte le domeniche mattina, alle ore 10.30-11.30, presso la Libreria Giunti al Punto di Trieste in via Imbriani, 7, viene proposto “books and breakfast”, dei laboratori di promozione alla lettura per bambini.
Domenica 6 marzo è la volta del laboratorio sulle maschere di carnevale, un laboratorio di preparazione al carnevale della durata di 60 minuti.
Biancaneve e Rosarossa -parte quinta-
Il sole brillava e le pietre luccicavano rifrangendo i suoi raggi: c’era una tale varietà di colori che le bambine si fermarono ad ammirarli stupite. “Che cosa state a fare lì a bocca aperta?” domandò il nano, mentre il viso gli diventava paonazzo per la rabbia. Continuava a gridare improperi contro le povere fanciulle, quando si udì un ringhio e un grande orso nero venne fuori pesantemente dalla foresta. Il nano diede un balzo, terrorizzato, ma non fece in tempo a rientrare nel suo antro prima che l’orso lo raggiungesse. Allora gridò: “Risparmiami, caro signor orso, ti darò tutti i miei tesori, e anche queste pietre preziose. Concedimi la vita: che puoi temere da un piccolo essere come me? Non mi sentiresti nemmeno fra le tue zanne. Qui ci sono due bambine cattive, due teneri bocconcini, grasse come quaglie: mangia loro!”
L’orso però, senza darsi la pena di parlare, dette una zampata a quel nano senza cuore, che non si mosse più. Le bambine stavano per fuggire, ma l’orso le chiamò: “Biancarosa, Rosella, non temete, aspettatemi che vi accompagno!” Esse riconobbero allora la voce del loro amico e si fermarono rassicurate. Ma quando l’orso arrivò loro vicino, il suo mantello gli cadde di dosso e apparve uno splendido giovanetto, vestito tutto d’oro.
Biancaneve e Rosarossa -parte quarta-
Per fortuna le due fanciulle arrivarono in tempo e cercarono di liberare la barba del nano dal filo della lenza; ma essa si era talmente attorcigliata che non fu più possibile sciogliere quell’intrico. Biancarosa tirò fuori le forbici una volta ancora e tagliò un altro pezzo di barba. Quando il nano se ne accorse, montò su tutte le furie ed esclamò: “Sciocche! E’ questa la maniera di sfigurarmi? Non vi bastava tagliarmela una volta, ora dovete anche togliermene la parte migliore? Non avrò più il coraggio di farmi vedere dalla mia gente. Sarebbe stato meglio che vi fossero andate via le suole dalle scarpe prima di arrivare qui!” Ciò dicendo, sollevò un sacco di perle che stava fra i cespugli e, senza aggiungere parola, scivolò via e sparì dietro una pietra.
Non molto tempo dopo quest’avventura, la mamma di Rosella e Biancarosa ebbe bisogno di filo, aghi, spilli, merletti e nastri, e mandò le figliole a comprarli nella città più vicina. La strada passava per una zona dove numerosi massi erano disseminati qua e là, ed esse scorsero, proprio al disopra delle loro teste, un grande uccello che volava a spirale abbassandosi via via finché, a un tratto, piombò dietro a uno di quei massi.
Biancaneve e Rosarossa -parte terza-
Biancarosa era molto triste per la partenza dell’orso, e gli aprì la porta così malvolentieri, che, quand’esso sgattaiolò dalla fessura, lasciò sulla maniglia un pezzetto di pelliccia: e nel buco prodottosi nel suo mantello parve a Biancarosa di intravedere un luccichio d’oro; ma non ne fu sicura. L’orso, pertanto, se n’andò in fretta, e fu presto nascosto dagli alberi. Poco tempo dopo, la mamma mandò le bimbe nel bosco a raccogliere legna e, mentre erano intente a cercare ramoscelli secchi sparsi sul terreno, s’imbatterono in un albero caduto attraverso al viottolo. Videro qualcosa tra l’erba che andava su e giù e non capirono dapprima che fosse: ma quando si furono avvicinate, videro un nano dalla faccia vecchia e grinzosa, e dalla candida barba lunga un metro. La punta di questa barba era incastrata in una fessura del tronco e l’omino saltava qua e là come un cane legato a catena, non sapendo come fare a liberarsi. Guardò le bambine con gli occhi fiammeggianti ed esclamò: “Che cosa fate lì senza muovervi? Non ve ne andrete senza aiutarmi, vero?” “Che cosa avete fatto, nonnino?” domandò Rosella. “Quanto sei sciocca e curiosa” esclamò quello, “volevo spaccare l’albero per fare legna per la mia cucina. Avevo messo il cuneo e tutto procedeva bene, quando esso è saltato via a un tratto e la spaccatura si è richiusa così presto che non ho fatto in tempo a tirare indietro la mia bella barba, e ora è presa lì dentro e non posso andarmene.
Biancaneve e Rosarossa -parte seconda-
Una sera, mentre sedevano così pacificamente, si sentì un colpo alla porta, come se qualcuno volesse entrare. “Presto, Rosella,” esclamò la madre “presto, apri la porta, ci sarà qualche viaggiatore che ha bisogno di asilo.” Rosella tirò il catenaccio e aprì la porta, aspettandosi di vedere un povero uomo; invece, fu un orso grosso e grasso che fece capolino. Rosella cacciò un grido e tornò indietro di corsa, l’agnellino belò, il piccione svolazzò sulla pertica e Biancarosa si nascose dietro il letto della mamma. L’orso, però, si mise a parlare e disse: “Non abbiate paura, non vi voglio fare del male, ma sono mezzo congelato e vorrei scaldarmi un poco.” “Povero orso!” esclamò la mamma, “vieni dentro e sdraiati davanti al fuoco, ma stà attento a non bruciarti il pelo” e poi continuò: “Venite qui, Rosella e Biancarosa, non abbiate timore, l’orso non vi farà del male: vedete che le sue intenzioni sono buone.” Così esse si avvicinarono e pian piano anche l’agnello e il piccione dominarono la loro paura e fecero buona accoglienza al rude visitatore. “Bambine,” disse l’orso prima di entrare “venite a scuotermi di dosso la neve.” Esse andarono a prendere le scope e gliela spazzarono via tutta.
Biancaneve e Rosarossa -parte prima-
C’era una volta una povera vedova, che viveva in una modesta casetta con le sue due bambine. Le aveva chiamate Biancarosa e Rosella perché erano simili ai boccioli rossi e bianchi dei rosai che crescevano davanti a casa sua: esse erano buone, pie, laboriose e gentili. Biancarosa era più tranquilla e remissiva, Rosella più spensierata e vivace. A Rosella piaceva correre e saltare per i prati, andare a caccia di farfalle e cogliere fiori campestri, mentre Biancarosa stava volentieri in casa ad aiutare la mamma nelle faccende, oppure le leggeva qualche libro mentre essa cuciva. Le due bambine si volevano molto bene e si tenevano per la mano quando andavano fuori insieme: dicevano che non si sarebbero mai separate e che avrebbero sempre diviso fraternamente ogni cosa. Spesso si addentravano parecchio nella foresta a cercare fragole e mirtilli, ma gli animali feroci non facevano loro alcun male. Le lepri venivano a mangiare le foglie di cavolo che le bimbe porgevano loro, i caprioli pascolavano senza timori, le capre saltellavano intorno giocando, e gli uccellini rimanevano a gorgheggiare sui cespugli senza fuggire al loro avvicinarsi. Non capitava loro mai niente di male e, se indugiavano nella foresta e la notte le sorprendeva, si sdraiavano sul muschio e dormivano tranquille fino alla mattina dopo. La mamma non aveva alcun timore, pur sapendole sole nel bosco.