Il bimbo sta male, è il caso di chiamare il pediatra?

Le mamme, come è normale che sia, sono molto apprensive circa lo stato di salute dei loro pargoli, in modo particolare le mamme alle prime armi che, paura ed inesperienza, chiamano il medico ad ogni piccolo cambiamento nel comportamento del bambino.

E’ tutto normale, ma non sempre il piccolo che mostra alcuni disturbi di salute necessita di essere visitato da un medico o da un pediatra. Nella maggior parte dei casi si tratta di disturbi o di patologie di scarsa entità che i bambini contraggono in quanto il loro sistema immunitario è ancora in via di sviluppo.

Sei malattie infettive che colpiscono i bambini

Le malattie che maggiormente colpiscono i bambini sono principalmente sei, alcune delle quale debellate dall’Europa, oggi rischiano di farvi ritorno a causa del crescente rifiuto a far vaccinare bambini e neonati e per l’aumentata presenza di immigrati non immunizzati. Tutte queste patologie possono essere prevenute grazie alla vaccinazione esavalente, che viene consigliata da tutti i pediatri dopo la nascita del bebè. Ecco le sei malattie infettive cui si fa riferimento.

Bulimia infantile: i maschi lo sono più delle femmine

Bulimia: se sinora questo disturbo alimentare era stato considerato un problema quasi esclusivamente femminile, due nuovi studi effettuati su ragazzi e ragazze bulimici tra i 10 e i 12 anni dimostrano ora che la percentuale dei ragazzi potrebbe superare anche quella delle ragazze. E non è tutto: dai risultati delle ricerche, condotte indipendentemente in Gran Bretagna e a Taiwan, risulta anche che i bambini utilizzano l’espediente della bulimia per dimagrire.

Insonnia: dodicenni bianche ossessionate dalla linea

Taglia 38: il nuovo mito delle dodicenni. Un obiettivo tanto agognato che provoca insonnia e disturbi del sonno nella grande maggioranza delle adolescenti, sempre più sotto pressione per raggiungere la magrezza a tutti i costi, spronate soprattutto dalle amiche coetanee e dalle compagne di classe. I dati emersi da Sleep 2011, un convegno che si è svolto a Minneapolis, ha dimostrato come lo stress del conformarsi ai modelli estetici dominanti influisca direttamente sul riposo notturno delle ragazzine. 

Difetti della vista in età prescolare: un bimbo su 20 ha problemi

Patologie congenite o forme lievi di difetti della vista: è difficile accorgersi che il bimbo ne abbia prima che vada a scuola e manifesti difficoltà nella lettura. Eppure in Italia un bimbo su 20 manifesta problemi legati ai difetti della vista. E la cosa peggiora man mano l’età dei bimbi cresce: sopra i 6 anni d’età un bimbo su 4 ha difetti alla vista, mentre dal 3 al 5% manifesta strabismo. A denunciare questi dati è la Società di Oftalmologia Pediatrica (SIOP), riunita in un convegno a Roma fino a sabato. 

Trapianti pediatrici: diamo i numeri

Trapianti pediatrici: quanti sono in Italia e come funzionano? A dare i numeri (delle statistiche) è l’ADN Kronos, che stima i trapianti nei piccoli pazienti il 50% rispetto a quello degli adulti. Meno trapianti da gestire, e più funzionalità del sistema. Ma come funziona?
In Italia esiste una lista unificata per i trapianti pediatrici, che viene gestita dal Centro Nazionale Trapianti. Una gestione che viene giudicata efficiente e trasparente, con tempi di attesa molto rapidi.

I trapianti pediatrici in Italia
Nel 2010 sono stati 77 i trapianti di fegato sui bambini, la metà dei quali effettuati con la tecnica dello split liver (che consiste nel dividere il fegato di un adulto ed impiantarne solo una parte nel bambino), con tempi di attesa medi di 4 mesi per il trapianto e di 8 in lista d’attesa; 72 sono stati i trapianti di rene, con un tempo di attesa medio di un anno e tre mesi, e attesa in lista di 18 mesi; 24 i trapianti di cuore (dei quali il 10% è stato effettuato su pazienti dagli zero ai tre anni di età) e cinque decessi tra i piccoli pazienti in lista d’attesa.

Bimbo britannico nasce con un cromosoma unico al mondo

 E’ un bimbo britannico di due anni l’unica persona al mondo ad avere un cromosoma con un ‘braccio’ extra. Alfie Clamp è nato cieco e con gravi disabilità, un quadro sfortunato che ha spinto i medici a eseguire sul piccolo una serie di test. Scoprendo che il suo settimo cromosoma ha un’intera porzione extra mai documentata prima. La sua condizione ha meravigliato per primi i camici bianchi: è talmente rara che non ha nemmeno un nome. I medici non sanno ancora se questa particolarità genetica – che ha portato il piccolo Alfie alla ribalta dei principali quotidiani britannici – migliorerà o ridurrà la sua aspettativa di vita. Intanto il bimbo ha riacquistato la vista e sarà operato a breve per risolvere un problema intestinale che lo affligge dalla nascita.

Effetti post-traumatici da terremoto: dall’Abruzzo al Giappone, i bimbi non dimenticano

 Dall’Aquila al Giappone i bambini non dimenticano il terremoto che hanno vissuto. A distanza di ben 24 mesi dal sisma che ha distrutto il capoluogo abruzzese e i paesi limitrofi, un piccolo su quindici rivive ancora lo stesso attimo drammatico, prova paura intensa, senso di impotenza e orrore: sintomi di una sindrome postraumatica da stress. Il dato emerge dalla prima ricerca sul campo mai realizzata al mondo per analizzare, con obiettività scientifica, quali cicatrici portino dentro di sé i bambini esposti a catastrofi naturali. Ecco i risultati in un’indagine promossa dall’Ordine dei ministri degli infermi Camilliani con il coordinamento scientifico dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, il sostegno della Caritas italiana e la collaborazione dei pediatri abruzzesi.

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