Staminali da cordone, verità e falsi miti. Viaggia online l’informazione ‘doc’ rivolta a mamme e papà che vogliono vederci chiaro sui possibili impieghi del sangue cordonale. La Federazione italiana Adoces (Associazione donatori cellule staminali) lancia il sito www.adoces.it/donazione-sangue-cordone/, portale interamente dedicato al discusso tema che divide in due il popolo dei genitori: mettere subito a disposizione di tutti i malati che potrebbero usufruirne il tesoro nascosto nel cordone ombelicale del proprio bebè, oppure conservarlo privatamente nella speranza di poterlo utilizzare in futuro, se e quando sfortunatamente il proprio figlio ne avrà bisogno.
Parto fisiologico
Partoanelgesia: il parto senza dolore per ridurre l’uso dei cesarei
“Dopo l’ennesimo episodio di lite tra medici per la gestione di un parto, in cui a subirne le conseguenze sono ancora una volta una madre e un bambino, dobbiamo interrogarci su quale sia la strada da intraprendere. Una delle possibilità per ridurre le conseguenze di simili episodi è la partoanalgesia, che nel 2010 dovrebbe essere un diritto per tutte le donne“. Così Vincenzo Carpino, presidente dell’Aaroi-Emac (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani emergenza area critica), interviene sulla presunta lite tra due ginecologi avvenuta nel reparto di ginecologia dell’ospedale Papardo di Messina.
Sicurezza in sala parto e numero di nascite: meno bebè e strutture poco sicure
Il 66% dei punti nascita italiani esegue meno di 1.000 parti l’anno, la soglia indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità e ribadita ieri dal ministro della Salute Ferruccio Fazio per garantire sicurezza in sala parto. Il 10,47% delle nascite avviene in punti nascita con meno di 500 parti l’anno. A sottolinearlo, numeri alla mano, è la Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi regionali, che indica come, mediamente, nel nostro Paese più di un parto su 4 avvenga in strutture che ne registrano meno di 1.000 l’anno.
Pancione troppo grande? Si rischia il parto cesareo
Un nuovo importante studio evidenzia che piu’ è grande la pancia di una donna il giorno in cui entra in ospedale per partorire, maggiore è per lei il rischio di
Partorire a Ferragosto, l’incubo delle Italiane
Ferragosto è vicino, e le mamme in attesa scalpitano per dare alla luce il loro bambino. Il timore è che il lieto evento possa capitare proprio nei giorni in cui ospedali e cliniche sono quasi ‘deserti’. O che le ferie, specialmente quelle dei papà, coincidano con il parto e non permettano di godersi il neonato a lungo. Così le sale parto della Penisola si affollano, proprio nelle settimane che precedono la ‘pausa’ ferragostana.
Parto Cesareo: informazioni errate e rimborsi sanitari
“Il parto cesareo non rappresenta di per sé una soluzione vantaggiosa, né sotto il profilo del dolore né sotto quello della sicurezza. Troppo spesso vi si ricorre senza reali motivi di utilità per la salute della madre e del bambino, ma perché alle donne vengono offerte informazioni errate e perché può rappresentare una soluzione più remunerativa per le strutture in termini di rimborsi“. Così il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, plaudendo in una nota al decreto dell’assessore alla Salute della Regione Sicilia, Massimo Russo, che uniforma le tariffe dei rimborsi per il parto per arginare l’eccessivo ricorso al cesareo.
Infezioni infantili: i microbi passati al bambino dipendono dal tipo di parto
I batteri che ‘ospitiamo’ dipendono dal modo in cui siamo venuti al mondo. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Università di Porto Rico e dell’Università del Colorado a Boulder, due istituti venezuelani. In pratica, la tecnica del parto influisce sui tipi di microbi presenti nell’organismo del piccolo fin dalla sua nascita, cosa che ha importanti riflessi sulla salute nel corso dello sviluppo.
L’uso del Remifentanil non è sicuro…Tre medici hanno inviato una lettera di replica al Corriere della Sera
Qualche giorno fa sul Corriere della Sera ha pubblicato un articolo intitolato “Oppio in sala parto, il dolore scompare”. Noi di mondobimbiblog abbiamo ripreso l’articolo e ne abbiamo parlato proprio ieri. L’articolo parlava dell’uso sperimentale del Remifentanil durante il travaglio e sosteneva che la sperimentazione già avviata dall’ospedale Careggi di Firenze sembrerebbe che avesse dato buoni risultati.
Sul blog “Epidurale” tre medici hanno inviato al Corriere della sera una lettera di replica in cui si esprimono le loro perplessità e le loro contrarietà a proposito del Remifentanil. Vi proponiamo care amiche di mondobimbiblog di leggervi la lettera sul blog Epidurale, intanto noi vi citiamo alcuni dei punti più salienti:
Partorire senza dolore arriva l’oppio al posto dell’epidurale
Per tutte le donne partorire non è certo una passeggiata… Lo sanno bene le mamme che ci sono già passate… Ma adesso in loro aiuto oltre alla già nota epidurale è arrivato l’oppio. E’ stato sperimentato a Firenze all’Ospedale Careggi, il remifentanil, un oppioide solitamente usato come anestetico (solitamente usato per addormentare a chi si sottopone ad un intervento chirurgico) che adesso può essere utilizzato anche in sala parto (viene somministrato in endovena per partorire senza dolore). Tutto questo è sicuramente un sistema innovativo per l’Italia, ma già ampiamente studiato, fin dagli anni ‘90, nel Regno Unito.
Questa sperimentazione è stata condotta dal Reparto di anestesia del Dipartimento materno-infantile dell’ospedale fiorentino, guidato dalla dottoressa Anna Maria Melani. Sono oltre mille le pazienti che sono state trattate dal 2006, anno di debutto della sperimentazione. In Italia la paziente zero, è stata la stessa figlia della dottoressa Melani, che nel 2005 ha deciso di rinunciare all’epidurale e di testare questo farmaco di ultima generazione. La sperimentazione è partita ovviamente dopo che il comitato etico dell’ospedale ha dato il consenso.
Il “Birth Plan”, un piano per il parto
Il “Birth Plan” è molto diffuso in Spagna, ma a poco a poco sta prendendo piede anche in Italia. E’ una sorta di elenco di preferenze relative alle principali aspetti dell’assistenza, dal travaglio fino ai giorni successivi alla nascita del bambino, che viene prima discusso con le ostetriche del reparto e poi allegato alla cartella clinica.
Ma come deve essere compilato? Il “Birth Plan” deve essere compilato dalla futura mamma e dal futuro papà e firmato da entrambi. L’importante è prendersi del tempo per riflettere bene su quello che ci si aspetta e poi iniziare a metterlo per iscritto. Un ottimo aiuto è parlarne durante il corso pre parto per chiarirsi bene le idee.
Ma come deve essere presentato? Il “Birth Plan” deve essere posto all’attenzione dell’ostetrica di turno, ma anche a tutto il personale del reparto di ostetricia. In alcuni ospedali viene richiesto anche di consegnare una copia alla direzione sanitaria.