Rapporto madri-figlie: poco dialogo e superficiale

 Il dialogo fra madri e figlie italiane? “Verte principalmente su temi come l’abbigliamento, il look, il parrucchiere, i cosmetici, le palestre, in generale l’immagine. Oppure sugli amori, sulla sfera romantica ed erotica. Ma poco sulla contraccezione e soprattutto su politica, arte, cultura in generale“. Lo ha rilevato Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e sessuologia del San Raffaele Resnati di Milano, che ha condotto una ricerca sul tema su un campione rappresentativo di 1.566 donne italiane.

Il rapporto tra madri e figlie
Solo il 40% delle mamme di ragazze nate dall’85 in poi – ha spiegato l’esperta oggi a Roma in occasione del convegno ‘Immigrate e contraccezione: diritti negati’ – parla di contraccezione con le figlie. Inoltre la qualità del dialogo su temi importanti come religione, cinema, teatro, musica, cultura o politica, è scarsissima, mentre gli argomenti più discussi sono legati alla sfera del benessere individuale e dell’immagine estetica“.

Pessimisti si nasce… l’atteggiamento negativo comincia sin dalla culla

 Pessimisti fin dalla culla. Secondo uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università del Michigan (Usa), a ‘regalare’ un atteggiamento negativo e angosciato alle persone sarebbero i livelli di una molecola, il neuropeptide Y (Npy), nel cervello. E, sempre stando alla ricerca, i pessimisti sarebbero geneticamente programmati a manifestare negatività. Secondo i ricercatori, i soggetti con bassi livelli di Npy sono, molto più negativi e vivono con fatica le situazioni stressanti. Inoltre sono anche più vulnerabili alla depressione.

Diagnosi precoce e prevenzione
Il gruppo di studiosi pensa che i livelli di Npy nel cervello siano geneticamente programmati, e spera che la scoperta possa portare a una diagnosi precoce e alla prevenzione di queste condizioni. Il team, si legge su ‘Archives of General Psychiatry’, ha sottoposto i pazienti alla risonanza magnetica funzionale, mentre i volontari guardavano uno schermo con delle parole: alcune neutre, altre negative e altre cariche di positività. Ebbene, in risposta alle parole negative (come assassino) i pazienti con basso Npy hanno mostrato una forte attività della corteccia prefrontale, che elabora le emozioni. Gli altri hanno mostrato una reazione ridotta.

Psichiatria pediatrica d’emergenza: aumentano le emergenze psichiatriche nei bambini

 Nel 2009 sono stati 191, nel 2010 poco più di 200. Sono i numeri della psichiatria d’emergenza, ovvero degli accessi al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma di ragazzi con problemi di natura psichiatrica. L’emergenza in psichiatria viene definita come la rottura di un equilibrio con l’ambiente con relativo scompenso delle relazioni psicosociali, che presuppone una rapida risposta dell’organizzazione sociale stessa per evitare la crisi. E negli ultimi anni il fenomeno ha assunto dimensioni particolarmente significative, sottolinea l’ospedale capitolino in una nota: i dati Istat 2006 parlano infatti di un notevole aumento a livello nazionale del numero di ricoveri di minori per disturbi psichiatrici dal 1999 al 2003.

Bambini plus-dotati: con rete Ulisse i piccoli geni non sono più soli

In Italia l’associazione Eurotalent ne conta almeno 5 su 100, in media uno per ogni classe di 25 alunni. I piccoli geni, o bambini plusdotati come li chiamano gli esperti, non sono una rarità nel Belpaese. Ma da noi, così come nel resto del mondo, la vita di questi ‘super-bimbi’ non è sempre facile. Spesso non vengono riconosciuti, a volte sono giudicati disagiati o iperattivi e vengono curati come fossero malati. Per evitare ai bambini prodigio un’infanzia da incompresi nasce la ‘Rete Ulisse‘, un network interuniversitario attivato all’interno del progetto ‘Tutti diversi/Tutti uguali’, presentato ufficialmente a Milano in un seminario all’università Bocconi.

Psicologia: adolescenti in branco e comportamenti azzardati

 Adolescenti ‘in branco’ più inclini a comportamenti azzardati? A confermare una delle maggiori preoccupazioni dei genitori è uno studio della Temple University, pubblicato su ‘Developmental Science’. La ricerca spiega anche perché, fra i teenager, l’unione sia una specie di ‘calamita’ verso il pericolo. I ricercatori hanno misurato l’attività cerebrale degli adolescenti, da soli e con un gruppo di coetanei, mentre erano impegnati a prendere decisioni pericolose, anche se solo virtuali. I risultati dimostrano che, quando sono in compagnia degli amici, i teeanger sono più vulnerabili al fascino del rischio e ai possibili vantaggi di una scelta pericolosa, rispetto a quando sono da soli. I volontari sono stati sottoposti al test mentre giocavano con videogame che simulavano la guida. Ebbene, l’effetto della presenza dei coetanei è stato decisivo nel rendere i ragazzi più inclini all’azzardo. Come se il pericolo ‘svanisse’ di fronte al possibile guadagno.

Video hard a scuola: perché i giovani si sentono legittimati?

Oggi può sembrare quasi normale fare cose di questo genere, perché siamo invasi quotidianamente da immagini e tematiche sessuali che riguardano anche personaggi pubblici molto in vista. Sulla scena pubblica non ci sono buoni esempi e i più giovani possono sentirsi legittimati a fare queste cose“. Cosi’ Anna Oliverio Ferraris, psicologa dell’età evolutiva e docente all’università Sapienza di Roma, commenta all’Adnkronos il caso di un video choc girato da un telefonino, in cui si vedono scene di sesso orale tra due giovani, probabilmente ripresi in un’aula scolastica a Napoli.

Psicologia: giocare a videogame con papà fa bene alle teen-agers

Buone notizie per i papà che ancora non hanno rinunciato ai videogame, specie se hanno una figlia. I ricercatori della Brigham Young University’s School of Family Life hanno condotto uno studio proprio sui videogiochi e i bambini tra gli 11 e i 16 anni. Scoprendo che le ragazzine che si dedicavano a questo passatempo con un genitore godevano di un certo numero di vantaggi. Le ‘maniache della consolle’ si comportano meglio, si sentono più legate alle loro famiglie e sono più stabili da un punto di vista di salute mentale, spiega Sarah Coyne, prima autrice dello studio pubblicato sul ‘Journal of Adolescent Health’. “La cosa sorprendente, per me, è che le ragazze non giocano con i videogiochi nella stessa misura dei ragazzi – commenta Coyne – Ma passano la stessa quantità di tempo dei coetanei maschi a giocare con un genitore“.

La teoria della mente nei neonati: la percezione dei punti di vista degli altri

 I bambini molto piccoli e i neonati hanno la capacità di capire e prendere in considerazione il punto di vista degli altri attraverso una reazione automatica, cioé senza alcuno sforzo. A questa conclusione sono arrivati i ricercatori dell’Istituto di psicologia dell’Accademia delle scienze ungherese, coordinati da µgnes Melinda Kovács, con una ricerca finanziata dalla Ue e riportata da Live-Science. Prima di questo studio, parte della comunità scientifica credeva che i bambini sotto i tre o quattro anni non possedessero la capacità di un adulto di dedurre le intenzioni e le credenze degli altri, quella che viene chiamata ‘teoria della mente‘.

Il divorzio diventa una malattia: lo studio su doctorhome.eu

 Il divorzio diventa una malattia… chiamata Sindrome da Alienazione genitoriale. A parlarne è il sito di medicina www.doctorhome.eu, che dedica all’argomento una serie periodica di articoli… vediamo come e perché…
“Considerando la crescita esponenziale di divorzi e di separazioni, non è più possibile riferirsi al “divorzio” come ad un evento all’interno del ciclo di vita della famiglia, ma occorre considerarlo come un processo che riguarda la famiglia, i suoi membri, e il contesto ambientale”, si legge sul primo articolo dedicato alla sindrome di alienazione genitoriale.

Bullismo e famiglie deboli: quando si sfalda la coesione tra genitori e figli

 Il bullismo perde terreno tra gli adolescenti italiani anche se cresce la percentuale di chi considera ‘fifone o spia’ quelli che denunciano di essere vittima di atti di bullismo o, peggio, di chi considera il bullo ‘un tipo in gamba’. Mentre la famiglia perde sempre più autorevolezza, secondo la fotografia scattata dalla Società italiana di pediatria (Sip) nella ricerca patrocinata dal ministero della Gioventù presentata al Convegno ‘la Società degli adolescenti’, il 2 dicembre a Salsomaggiore.

Famiglie deboli e senza regole
Si conferma la ‘debolezza’ del nucleo familiare: l’influenza dei genitori su molte decisioni che riguardano la vita dei figli è addirittura minore di quella che gli stessi adolescenti considerano ragionevole. I ragazzi, infatti, ritengono che i genitori dovrebbero influire di più sul look, sullo sport da praticare, sulla scuola da frequentare e sulla scelta del ragazzo. Solo per le abitudini alimentari e il tempo libero l’influenza di mamma e papà è superiore a quella che gli adolescenti ritengono giusta. E cresce, passando dal 9,5% al 13,6% con una punta del 23,7% al Sud, la percentuale di chi considera ‘troppo poche’ le regole che i genitori danno.

preload imagepreload image