Una legge per istituzionalizzare la figura dello psicologo a scuola, una ‘sentinella del disagio’ che possa arginare il dilagare di disturbi alimentari, dipendenza da alcol e droghe, tentati suicidi fra i teenager. L’appello per una normativa ad hoc arriva dall’Ordine degli psicologi lombardi, che al debutto del nuovo anno scolastico chiede al Pirellone “che si avvii al più presto la discussione e approvazione di una legge della Regione Lombardia che istituisca la figura professionale dello psicologo scolastico, in parallelo a quanto già attuato in Puglia e Abruzzo“.
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Rapporto madri-figlie: quando le mamme non capiscono quando farsi da parte
Madri ossessive, possessive, invadenti, gelose… il rapporto madre-figlia è quanto di più complesso possa esistere e spesso influenza in modo pesantissimo lo sviluppo e la vita delle giovani. La dottoressa Mariacandida Mazzilli, psicologa e psicoterapeuta, parla di questo complesso argomento dalle pagine di Margherita.net, analizzando le domande più frequenti ricevute dalle lettrici del network al femminile. Eccone alcuni estratti che potranno essere utili a molte… mamme frustrate e figlie stressate.
Sindrome da prima superiore: ecco come riconoscerla
Apatia, disinteresse per l’ambiente e per i coetanei, isolamento e chiusura rispetto a familiari e amici, frequenti mal di testa e, per i maschi, aggressività improvvisa, mentre le femmine spesso si sfiancano con maratone sui libri. “Sono i sintomi della ‘sindrome da prima superiore‘, che quest’anno potrebbe colpire 170 mila ragazzi italiani, impegnati in questa delicata fase scolastica“. Lo prevede Italo Farnetani, pediatra e docente dell’Università Milano Bicocca, che ha descritto questa sindrome nei suoi libri.
Bullismo: l’aggressività delle bambine è in crescita, occhio alla scuola
Primi giorni di scuola e bulli in agguato per i bambini delle elementari e medie. Ma i ragazzini ‘terribili’ non sono più solo i maschietti, bensì anche le femmine che, da ‘pupe’, si trasformano in ‘bulle’. Ma come mai il fenomeno dell’aggressività ‘rosa’ è in costante crescita? Come riconoscere e, soprattutto, come gestire i bulli? Se lo chiedono genitori e insegnanti, e per aiutarli ad affrontare con serenità il nuovo anno l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha realizzato un focus all’interno del Portale sanitario pediatrico www.oaspedalebambinogesu.it.
Giovani che soffrono d’insonnia a rischio di stress
I giovani che dormono meno di otto ore per notte sono ad alto rischio di sviluppare sintomi di stress psicologico con un alto livello di ansia e depressione. Lo ha scoperto uno studio pubblicato dalla rivista Sleep. I ricercatori dell’Universita’ di Sidney hanno studiato dei soggetti tra i 17 e i 24 anni, chiedendo loro di riferire quante ore per notte dormivano, prendendo otto o nove ore di sonno come riferimento. La ricerca ha trovato che per ogni ora in meno dormita rispetto alla ‘linea di base’ il rischio di avere sintomi di stress psicologico aumenta del 14 per cento, ed e’ doppio in caso si dorma meno di 6 ore, mentre in chi dorme piu’ di 9 ore non si e’ trovato alcun effetto negativo.
Falsi miti: dare lo zucchero ai neonati non allevia il dolore
Dare zucchero ai neonati in caso di procedure mediche fastidiose come le iniezioni non serve ad alleviare il dolore. Lo afferma uno studio pubblicato dalla rivista The Lancet, secondo cui questa pratica, largamente in uso, non da’ in realta’ nessun risultato. L’abitudine di dare piccole quantita’ di saccarosio deriva da alcuni studi che pero’ secondo l’University College di Londra si basano su un metodo sbagliato, cioe’ il cambiamento di espressione facciale dei bimbi dopo aver ricevuto lo zucchero.
Anoressia: una questione di competizione naturale
Incoraggiare le modelle che solcano le passerelle di alta moda a prendere peso potrebbe non bastare per sconfiggere l’anoressia. I messaggi veicolati dai media che influenzano maggiormente le ragazze e le spingono a smettere di mangiare per dimagrire non sono, infatti, quelli legati alla magrezza, bensì al successo di una persona, qualsiasi sia il suo peso. Lo rivela uno studio che appare sulla rivista ”Evolution and Human Behavior”. Riviste patinate, trasmissioni televisive di gossip, magazine di moda: sono i principali veicoli di informazioni potenzialmente nocive per le ragazzine in cerca di un’identità.
Psicologia infantile: imparare l’alfabeto con smorfie, boccacce e pernacchie
Inibire smorfie e boccacce in un bambino? Niente di piu’ sbagliato, avvertono gli esperti. Ai piu’ piccoli servono e fanno bene, ma non solo… possono essere anche un modo per imparare l’alfabeto. Le boccacce sono un modo per comunicare e dare spazio alla fantasia: ”Sono un atto liberatorio che i bambini usano per esprimersi e per farsi capire”, afferma Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta infantile. Nei piu’ piccoli gli adulti tendono spesso a reprimere le smorfie per favorire da subito l’uso della parola: ”Niente di piu’ sbagliato”, afferma l’esperto: meglio non essere troppo seri e non correggere il linguaggio ”prima dei tre anni” perche’ ”i bambini hanno una certa vitalita’ e spontaneita’ che purtroppo si perde con la parola e con il pensiero elaborato. Meglio produrre male ma tanto piuttosto che bene ma poco”.
Depressione infantile: gli adolescenti dipendenti da internet a rischio
Incollati al pc, dipendenti da social network e costantemente in Rete: se in casa c’è un adolescente che risponde a questo identikit, allora è arrivato il momento di correre ai ripari, magari staccando la spina del computer. Secondo ricercatori cinesi e australiani che hanno pubblicato il loro studio su ‘Archives of Paediatrics & Adolescent Medicine’, infatti, i teenager ‘drogati’ di Internet sono due volte e mezzo più a rischio depressione rispetto ai coetanei che hanno un rapporto equilibrato con la Rete.
Personalità del bambino: tutto scritto nel dna
Il bimbo è chiacchierone? Sarà un fiume di parole anche da grande. Il cucciolo di casa è timido e odia mettersi in mostra? Resterà ‘nell’angolo’ anche da adulto. Parola di scienziati, crescendo non si cambia. Nel forgiare il carattere i casi della vita contano, sì, ma fino a un certo punto. In realtà la personalità ti capita, come un numero alla roulette. E’ scritta nel destino, e basta osservare attentamente un bambino per sapere che tipo di adulto diventerà.