Coloro che diedero forma alla Terra, un racconto irlandese – Parte terza

 “Allora vieni con me” disse Brigit, “vado ad avvolgere la Terra col mio mantello perché ha sognato la bellezza”.
“Farò spazio per il tuo mantello dando fuoco ai mostri” disse Midyir, “Verrò anche io con te” disse il Dagda. “E anche io” disse Gobniu il fabbro, “daremo nuova forma e vita alla Terra”.
“Ben detto!” dissero in coro Gli Splendenti, “Porteremo i Quattro Gioielli”.
Ogma portò la Spada di Luce da Findrias, la città tra le nubi ad est del mondo dei De Danaan. Nuada portò la Lancia della Vittoria da Gorias, la città splendente come il fuoco a sud del mondo dei De Danaan. Il Dagda portò il Calderone dell’Abbondanza da Murias, la città ad ovest del mondo dei De Danaan e Midyir portò la Pietra del Destino da Falias, la città di diamante a nord del mondo dei De Danaan.

Coloro che diedero forma alla Terra, un racconto irlandese – Parte seconda

 La luce che avvolgeva i De Danaan si offuscò al pensiero del Pozzo dell’Oscurità ed essi dissero: “Non parlarci più della Terra Brigit, Fiamma dell’Eternità, e lascia che il pensiero di essa svanisca come un sogno svanisce dalla memoria”.
“O Ramo Argenteo Mai Scosso dalla Tristezza” disse Brigit, “ascolta solo una cosa ancora! La Terra si lamenta tutta la notte perchè ha sognato della bellezza”.
“Di quale sogno parli Brigit?”
“La Terra ha sognato dell’immobilità immacolata dell’alba” disse Brigit, “della stella che sorge prima del sole e della musica come quella della mia canzone”.

Coloro che diedero forma alla Terra, un racconto irlandese – Parte prima

 A Tir na Moe, la Terra del Cuore Vivente, Brigit cantava.
Angus il Giovane Eterno e Midyir dala Rossa Criniera e Ogma che è detto Sole Scintillante e il Dagda e tutti i signori della gente di Dana si avvicinarono per ascoltare.
Brigit cantava:
“E’ giunta l’ora che è stata predetta
Un dono degli Dei che porta una visione splendida
E’ una nuova e fulgida stella che splende nella notte?
E’ un’onda della Fonte della Bellezza dalla spuma delicata?
E’ un maestoso uccello immortale che si libra in volo?
E’ un’alta onda melodiosa, trionfante, che si infrange nella luce?
E’ una stella splendente e luminosa che sorge di notte?
E’ una scintilla dal mondo degli Dei che porta con sé amore e gioia infinita.
Che l’onda si infranga, che sorga la stella, che guizzi la scintilla.
Per noi, se saggi saremo, da prendere e custodire”.

Fiabe indiane: la creazione degli animali

 C’era una volta Napi, che era l’aiutante del Sole: il Sole riscaldava la Terra mentre Napi faceva tutti i lavori di manutenzione. Un giorno Napi aveva terminato presto i suoi lavori, e dato che non era abituato a tenere le mani ferme, prese un blocco di argilla e cominciò a modellare con un blocco di argilla.
Una dopo l’altra fece le figurine di tutti gli animali della Terra. Era molto soddisfatto del suo lavoro: soffiò sopra ogni figurina, dando a ciascun animale un nome e un luogo da popolare sulla Terra.
Era rimasto un piccolo blocchetto di argilla. Napi lo pasticciò un po’, poi fece un’altra figurina e disse: Ti chiamerai uomo, ed abiterai tra i lupi.

Fiabe mongole: Hailibu

 Tanto e tanto tempo fa c’era un giovane cacciatore di nome Hailibu. Era d’indole buona e generosa, sempre pronto ad aiutare gli altri. Quando tornava dai monti e dai boschi con qualche preda la divideva generosamente con i suoi vicini. Era amato e benvoluto da tutti. Un giorno andò a caccia sui monti. Mentre s’inoltrava nel folto della foresta vide ai piedi di un albero un cucciolo di lupo bianco che dormiva pacifico. Passò oltre senza fare rumore per non disturbarlo. Un attimo dopo un’aquila piombò ai piedi dell’albero afferrò il lupo col becco e volò via veloce. Il cucciolo gridava disperato “Aiuto! Aiuto!”. Hailibu prese rapido una freccia, tese il suo arco e la scoccò per colpire l’aquila che già stava alzandosi in volo nel cielo.

Fiabe ungheresi: il folletto dell’acqua

 Vive nei fiumi, nei laghi, negli stagni ed e’ un nanerottolo dalla marsina verde e dai pantaloni rossi sfilacciati. Il folletto dell’acqua non si trova dappertutto, anzi. Gli piacciono molto ruscelli e grotte dell’est Europa. Ha il cappellino verde o rosso sui verdi capelli tramati di piante acquatiche. Verdi sono anche gli occhi rotondi come piattini. Gli piace molto attirare le ragazze nel suo nascondiglio, ma deve stare attento a non spingersi troppo lontano dall’acqua. Infatti il folletto deve avere sempre la coda della giacca bagnata, altrimenti diventa debole e indifeso e rischia di essere catturato dalla gente.

Le fiabe più belle: Rosaspina

C’erano una volta un re e una regina, che desideravano tanto avere un bambino. Un giorno, mentre la regina faceva il bagno, dall’acqua salto’ fuori una rana, che le disse: “Entro un anno, nascera’ la tua bimba”. E cosi’ avvenne. La bimba era talmente bella e il re tanto felice che volle fare una grande festa. Invito’ i parenti, gli amici ed anche le fate. Nel suo regno ce n’erano tredici, ma egli aveva soltanto dodici piatti d’oro per il pranzo e percio’ una fata dovette rimanere a casa. La festa era quasi alla fine quando le fate diedero alla bimba i loro meravigliosi doni: la prima le dono’ la virtu’, la seconda la bellezza, la terza la ricchezza, e cosi’ via, tutto quel che si puo’ desiderare al mondo. Undici fate avevano gia’ fatto i loro auguri, quando all’improvviso giunse la tredicesima.

Fiabe tedesche: il paese senza dolci

 C’era una volta, nella fredda Germania del Nord, un piccolo paesino isolato dal resto del mondo. Gli abitanti del luogo erano molto legati alle tradizioni, proprio perche’ non avevano contatti col mondo esterno. Il conte Haider era l’unico nobile del paese e in quanto tale era l’unica persona colta, perche’aveva potuto studiare. Per questo motivo era stato eletto sindaco. Purtroppo aveva perso la moglie e da quando era rimasto solo era diventato molto rigido e intransigente. Gli abitanti dovevano rigorosamente rispettare tutte le sue decisioni. Non c’era democrazia. La cosa piu’ assurda era che in questo paese non c’erano pasticcerie! Nemmeno nelle case private si potevano fare dolci! Lo aveva proibito il conte dopo la scomparsa della moglie, la quale era morta per una indigestione di pasticcini.

Fiabe irlandesi: l’isola fantasma

 Un giorno nel mare d’Irlanda emerse improvvisamente una gran mole di terra. Gli abitanti di un’isola vicina nel vedere questo credettero all’inizio che essa fosse il dorso di una balena emerso in superficie. Ma poi vedendo che rimaneva assolutamente immobile, pensarono che fosse terra. Un gruppo di giovani più coraggiosi decisero di sciogliere definitivamente questi dubbi, così presero un’imbarcazione e si diressero verso l’isola. Non appena, però, stavano per raggiungerla essa ,così come era apparsa, scomparve.

Fiabe degli indiani d’America: le frecce magiche

 C’era una volta un giovane che volle partire per fare un lungo viaggio. Sua madre gli diede dei sacchi di carne secca e delle paia di mocassini, mentre suo padre gli disse: Figlio mio, ti do queste quattro frecce magiche. Quando avrai bisogno, lanciane una! Il giovane andò nella foresta e riuscì per diversi giorni a procurarsi cibo. Ma un giorno non riuscì a prendere niente. Allora lanciò la freccia magica e riuscì a prendere un grosso orso. Un altro giorno, fu di nuovo in difficoltà: rilanciò un’altra freccia magica e riuscì a prendere un’alce. La terza volta che si trovò in difficoltà riuscì a catturare grazie alla terza freccia magica una renna e la quarta volta catturò un bufalo. Dopo aver utilizzato anche l’ultima freccia, il giovane uscì dalla foresta ed arrivò in un villaggio.

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