La festa d’estate -3-

 Era stata accolta nell’assemblea degli adulti e questo le importava assai di più, e gli argomenti in discussione erano per lei molto più interessanti. La fiducia e la considerazione di cui aveva goduto in primo luogo da parte di sua madre e sua nonna la riempivano di orgoglio. Il giovane Fulan, regalandole la collana, le aveva delicatamente chiesto di passare più tempo insieme e si incontravano al ruscello verso il tramonto per brevi momenti che i preparativi della festa concedevano loro. Brevi ma deliziosi momenti in cui stavano imparando a conoscersi, guardinghi ma sempre soridenti.

La festa d’estate -2-

 Le donne si guardarono perplesse: era esattamente quello che facevano ogni anno tra le parenti della Grande Casa. “So quello che state pensando, sembra la solita festa, ma vedrete che ci saranno delle novità” La Madre pensava alla memoria, Irani pensava alla parola.
“Dovremmo trovare il modo di far conoscere le nostre idee (quella parola cominciava a comparire molto frequentemente) anche a chi non può ascoltarci perché vive altrove, lontano. Mandare messaggeri in visita va bene, ma ci vorrebbe altro ancora. I segni e i disegni possono parlare per noi anche quando non è presente nessuno del nostro popolo.

La festa d’estate -1-

 La gente del villaggio preparava la festa d’estate e tutti i materiali che sarebbero occorsi alla sua riuscita. La luna si avvicinava ad essere piena e perfetta, macava solo una manciata di giorni. Le ore di luce stavano per raggiungere la massima durata, poi sarebbero lentamente diminuite e si sarebbe dovuto aspettare un intero anno per vivere di nuovo in quello splendore, che era esaltante e snervante al tempo stesso. Si dormiva poco e l’attività era così intensa che i giorni parevano l’uno attaccato all’altro.
Oltre ai soliti preparativi, a cui partecipavano tutti gli abitanti del villaggio, compreso l’invio di persone in visita alla Grandi Case dell’intera isola, com’era consuetudine, si stavano svolgendo preparativi speciali.

Pippi e i ladri -7-

 Alla fine Bvlum non riuscì più a soffiare sul pettine e protestava di sentire un infernale solletico alle labbra; e Tuono-Karlsson, che aveva girovagato per le strade tutto il giorno, cominciò ad avvertire una certa stanchezza alle gambe. “Vi prego, miei cari, ancora un minuto solo!” implorò Pippi, continuando a ballare. Così Blum e Tuono-Karlsson furono costretti a continuare. Alle tre del mattino Pippi disse:
“Oh, potrei andare avanti fino a giovedì! Ma forse voi sareter stanchi e avrete fame!”
Così era infatti, benché i due non osassero confessarlo.

Pippi e i ladri -6-

 “Gentilissima, cara signorina, voglia scusarci: scherzavamo!” implorò Tuono-Karlsson. “Non ci faccia del male, siamo solo due poveri, disgraziati vagabondi entrati qui per chiedere un tozzo di pane!” Blum cominciò persino a versare qualche lacrimuccia. Pippi, riposta per benino la valigia sull’armadio, si rivolse ai suoi prigionieri: “Qualcuno di voi sa ballare la tarantella?”
“Mah” rispose Tuono-Karlsson, “tutti e due la balliamo, credo”.
“Com’è divertente! Esclamò Pippi battendo le mani.

Pippi e i ladri -5-

 “Tu chiedi molte cose” disse Tuono-Karlsson, “ma anche noi vogliamo farti una domanda. Questa, per esempio: dove tieni il denaro che era per terra poco fa?”
“Nella valigia, su quell’armadio” rispose Pippi in tutta sincerità. Tuono-Karlsson e Blum sogghignarono.
“Spero, tesoro, che tu non abbia nulla in contrario, se la prendiamo” disse Tuono-Karlsson.
“Per carità” rispose Pippi: “proprio nulla!” Così Blum andò all’armadio e tirò giù la valigia. “Spero, tesoro, che tu non abbia nulla in contrario, se la riprendo” disse Pippi scendendo dal letto e andando verso Blum. Blum non capì bene come, ma ecco che la valigia, con uno strano passaggio rapidissimo, fu d’un tratto in mano a Pippi.

Pippi e i ladri -4-

 “Questa dev’essere la bambina” sussurrò Tuono-Karlsson a Blum. “Dorme alla grossa. Ma dove credi sia il Signor Nilsson?”
“Il Signor Nilsson, col vostro permesso” notò la voce tranquilla di Pippi, da sotto le coperte, “il Signor nilsson sta dormendo nel lettino verde della bambola”. I vagabondi si presero un tale spavento, che stavano per precipitarsi fuori; ma poi rifletterono su quanto Pippi aveva detto. Che il Signor Nilsson, cioè, se ne stava dormendo in un lettino da bambola. E subito, infatti, la luce della lampadina andò a illuminare il lettino da bambola e la scimmietta che vi stava dentro.

Pippi e i ladri -3-

Si sedettero ad aspettare sotto una quercia del giardino. Cadeva una pioggerella sottile, e pergiunta avevano una fame da lupi, così che aspetare non era proprio piacevole; ciononostante, il pensiero

Pippi e i ladri -2-

 I ladri non potevano sapere che il Signor Nilsson non era che una scimmietta, rannicchiata a dormire nel suo lettino dipinto di verde, con una copertina da bambola sulla pancia. Pensarono che fosse il padrone di casa, a chiamarsi Nilsson, e si scambiarono un’occhiata d’intesa.
“E’ meglio ripassare più tardi” significava quell’occhiata, ma a Pippi dissero: “Eravamo entrati soltanto per sapere che cosa segna il tuo orologio”. Erano così eccitati, da dimenticare completamente il panino imbottito. “Grandi e grossi come siete e non sapete che cosa segna l’orologio?!” si meravigliò Pippi.

Pippi e i ladri -1-

 Dopo l’esibizione di Pippi al circo, non c’era alcuno, nella cittadina, che ignorasse la sua tremenda forza. Su di lei si scriveva persino sui giornali; ma chi abitava lontano naturalmente non sapeva chi fosse Pippi.
In una buia serata autunnale due vagabondi si trovarono a passare davanti a illa Villacolle; si trattava di due famosi ladri che si erano messi a vagabondare per il paese, in cerca di qualcuno da derubare. Videro le finestre di Villa Villacolle illuminate e decisero di entrare a chiedere un panino imbottito.

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