Cibi crudi vennero cotti, l’eterogenea raccolta dei più piccoli fu debitamente lodata e poi unificata: frutti di mare, granchi, pescetti presi con la lenza, lumache e gamberi d’acqua dolce. Fritti erano deliziosi. Il pane venne scaldato, il miele spalmato e senza un ordine particolare tutti mangiarono e scherzarono, al suono di strumenti musicali. I cani si agitarono e i gatti aspettarono: ebbero tutti pezzetti di cibo durante e dopo il pasto degli umani. La luna crescente tramonta presto. Rimasero le stelle a splendere nel cielo che si scuriva.
Non era serata per discorsi troppo impegnativi, ci si godeva lo stare insieme. I piccoli, sempre sensibili alle situazioni, ne approfitarono per far tardi.
racconti per ragazzi
Il Bello del Villaggio-1-
Finalmente faceva fresco. Le persone del villaggio erano tutte fuori casa, uno spicchio di luna nascente stava lì a ricordare l’imminenza della festa d’estate, ma i preparativi si svolgevano ancora pigramente. Quella sera era piena del languore che segue una giornata particolarmente calda, e nessuno aveva voglia di entrare in casa a cucinare. Le donne avevano riposato un poco durante il giorno, i bambini si erano sfiniti di corse e di giochi nonostante la calura, gli anziani si godevano ogni alito di vento senza muoversi dai loro sedili decisi a non perdersi neppure una particella di aria fresca. Anche la Madre era seduta fuori della capanna. Irani si guardò intorno e decise che era il momento di una piccola festa improvvisata.
Pippi organizza una gita -9-
“Signor Nilsson, Signor Nilsonn, dove sei?” strillò un attimo dopo con voce acuta, senza più badare alla siesta del toro. “Dobbiamo tornare a casa”.
E infatti il Signor Nilsonn era proprio lì, arrampicato su un pino; si stava succhiando la coda e aveva un’aria terribilmente triste. Per una scimmia così piccina non è certo una cosa divertente venire abbandonata sola soletta in un bosco. Saltò dunque dal pino sulla spalla di Pippi e sventolò la sua paglietta come faceva quando era veramente contento. “Allora questa volta non sei andato a fare il domestico?” gli chiese Pippi accarezzandogli la schiena. “Lo so, era una bugia” aggiunse. “Però, se fosse vero, non sarebbe più una bugia” continuò a ragionare. “State a vedere che è vero che lui ha fatto il domestico a Surabaja: in questo caso so io chi dovrà occuparsi d’ora in poi delle polpette di carne macinata!”
Pippi organizza una gita -8-
“Ahiahiahi! Smettila di farmi il solletico!” gridò Pippi. “Non puoi immaginare come soffro il solletico! Ahiahiahi! Finiscila, non ne posso più di ridere!” Ma il toro non smise, e alla fine Pippi fu costretta a saltargli in groppa per avere un po’ di pace. La pace però non durò a lungo, perché al toro non piaceva affatto di sentirsi Pippi sul dorso. Fece tutte le peggiori riverenze per togliersela di dosso, ma Pippi si limitava a serrare le gambe e rimaneva seduta. Il toro correva come un pazzo avanti e indietro per il campo e muggiva in maniera tale che sbuffava fumo dalle narici; Pippi intanto rideva e strillava e si sbracciava in direzione di Tommy e Annika che se ne stavano a prudente distanza tremando come foglie. Il toro continuava a girare su se stesso, cervando di scrollarsi Pippi di dosso.
“Che bello danzare col piccolo amico!” canterellava Pippi, sempre solidamente seduta.
Pippi organizza una gita -7-
Tommy si avviò attraverso un prato. Non trovò il Signor Nilsson, ma trovò qualcos’altro: un toro! O, per essere più precisi, fu il toro che trovò Tommy, e al toro non piacque affatto Tommy, perché era un toro furioso e per nulla amante dei bambini. Subito gli si precipitò contro a testa bassa con un muggito terrificante. Tommy emise un acutissimo strillo di spavento, che risuonò per tutto il bosco e fu udito anche da Pippi eda Annika. Immediatamente corsero a vedere che cosa significasse lo strillo di Tommy, e quando arrivarono sul posto, il toro aveva già acchiappato Tommy con un corno e lo stava gettando in aria. “Un toro poco ragionevole” fu il commento che Pippi rivolse ad Annika, la quale singhiozzava completamente fuori di sé: “non si deve mai agire così! Guarda come sta sporcando tutto il vestito bianco alla marinaretta di Tommy! Devo assolutamente far intendere ragione a quello stupido toro”.
Pippi organizza una gita -6-
“Potrei approfittarne per lavarmi i capelli” disse Pippi, e immerse la testa sott’acqua così a lungo che grosse bolle incominciarono ad apparire alla superficie. “Bene, così anche questa volta farò a meno di andare dal parrucchiere” esclamò soddisfatta, quando alla fine riemerse. Uscì poi con decisione della pozzanghera, e si rimise le scarpe. Dopo di che si incamminarono alla ricerca del Signor Nilsson.
“State ad ascoltare che bel rumorino mi fa l’acqua adosso, mentre cammino” disse Pippi ridendo: “fa ‘clasc-clasc’ contro il vestito e ‘cipp-cipp’ nelle scarpe. E’ proprio divertente. Penso che dovresti provare anche tu” continuò rivolta ad Annika, che camminava tutta composta, con i suoi riccioli di seta bionda, il vestitino chiaro e le scarpette di pelle bianca.
“Proverò un’altra volta” disse Annika, giudiziosamente. E continuarono a camminare.
Pippi organizza una gita -5-
Alla fine i bambini furono talmente pieni di cibo che stentavano a muoversi, e così rimasero a sedere, immobili alla luce del sole. “Mi chiedo se sia difficile volare” disse ad un tratto Pippi, e il suo sguardo corse sognante ai limiti del terrazzo. Il sentiero della collina si snodava a picco sotto di loro, fino alla pianura.
“Si potrebbe ben imparare a scendere volando” continuò Pippi. “Dev’essere più complicato volare in salita, ma è meglio incominciare dal più facile. Comunque vogliio provare!”
“No, Pippi!” gridarono insieme Tommy e Annika. “Pippi cara, non farlo!”
Ma già Pippi stava sull’orlo del precipizio.
Pippi organizza una gita -4-
Ma intanto Tommy aveva scovato un piccolo spiazzo tra due cespugli di noccioili, e trovava che sarebbe stato veramente bello sistemarsi lì.
“No, mio caro, non c’è abbastanza sole perché le mie lentiggini si sentano a loro agio” disse Pippi. “E’ così elegante avere le lentiggini!”
Un po’ più in là c’era una collina, che fu facile e divertente salire; e sulla collina c’era un breve piano soleggiato, come un terrazzino. Lì si misero finalmente a sedere.
“Adesso dovete fare i ciechi, mentre io apparecchio” disse Pippi. E Tommy e Annika serrarono le palpebre strette strette. Sentirono allora Pippi aprire il paniere e trafficare con gli involti di carta.
“Uno, due, diciannove! Adesso potete guardare!” disse finalmente Pippi.
Pippi organizza una gita -3-
“Pensare che una mucca può essere talmente taurina!” esclamò Pippi scavalcando il cancello. “E che cosa ne deriva? Che naturalmente i tori vanno somigliando sempre più alle vacche! Che triste storia, se ci si pensa!”
“Bello, bello questo prato!” gridava Annika incantata, saltando di sasso in sasso. Tommy aveva portato con sé il pugnale donatogli da Pippi, e con quello tagliò dei bastoni da passeggio per sé e per Annika. Veramente si tagliò un po’ anche il pollice, ma non gli diede molta importanza.
“Forse potremmo anche raccogliere dei funghi” disse Pippi, e colse un bel fungo rosso. “Chissà se si può mangiare? Quel che è sicuro è che non si può bere, così non rimane altra scelta che mangiarlo. Chissà se la imbrocco giusta”.
Così staccò con un morso un bel pezzetto di fungo e lo inghiottì.
Pippi organizza una gita -2-
Fuori il sole splendeva in un cielo azzurrissimo. Era una di quelle stupende giornate autunnali in cui si viene afferrati da una voglia pazza di camminare nel bosco, e Pippi ebbe un’idea. “Che ne direste di prendere con noi il Signor Nilsson e di andarcene a fare una gitarella?”
“Sì, sì!” gridarono Tommy e Annika con entusiasmo.
“Alora correte a casa a chiedere il permesso alla vostra mamma” disse Pippi, “e intanto io preparo il cestino della merenda”. Il consiglio era buono: Tommy e Annika si precipitarono a casa, e poco dopo erano già di ritorno. Trovarono Pippi fuori dal cancello, col Signor Nilsson su una spalla, un bastone da pellegrino in una mano e un gran paniere nell’altra.