Il Viaggio della Conoscenza -5-

 Aranua fece imperiosamente segno di tacere, eppure nessuno nella capanna aveva parlato. Irani sorrise. La Madre sentiva il fragore della ribellione silenziosa di tutte quelle donne pronte a difendere, proteggere e rivendicare le proprie tradizioni e le vite proprie e del proprio popolo. Le aveva sentite anche lei quelle ondate di ribellione, si era sentita scossa nel profondo, ma aveva sentito anche che quella Marija avrebbe potuto essere un’…amica.
“Sei lontana nel tempo, figlia?”
La madre aveva detto ‘figlia’ ad una sconosciuta. Ad un’annunciatrice di sventure di cui non conosciamo nemmeno la faccia?
Le donne si mossero sempre più inquiete. Irani pensò: ‘sorella’?
“Sì, Madre. Sono lontana.”
“Quanto lontana? Puoi misurarlo?”

Il Viaggio della Conoscenza -4-

 Si aspettavano l’orrore e sentivano parole gentili. Le donne divennero più circospette. Progenitrici di una umanità che viveva alla rovescia? Di generazioni che avrebbero causato danni tremendi a sé e al mondo intero? Guardarono la Madre, che teneva gli occhi chiusi. La gatta si era nuovamente rilassata. Non abbiamo niente a che fare, pensarono, coi disastri di un altro tempo, siamo responsabili del nostro tempo, del nostro villaggio, della nostra isola. Cosa risponderà la Madree? Si cominciava male, molto male. Perché occuparsi di tutto ciò?
Silenzio. Nessuno parlò, né da lontano né da vicino. Irani sentiva l’inquietudine delle altre, che in parte era anche la propria, ma sapeva che dovevano andare oltre l’inquietudine, e sapeva più delle altre che la Madre le avrebbe guidate al di là della paura.
La donna di nome Marija taceva.

Il Viaggio della Conoscenza -3-

 La Madre sospirò, la gatta cambiò posizione sul suo grembo, Irani questa volta distribuì una bevanda forte e amara, le donne si strinsero in modo che ciascuna sfiorasse l’altra e tutte fossero fisicamente in contatto. La Madre cominciò a cantare a bassa voce: della belleza della vita, dell’incanto del mattino, della magia della sera, del riso dei bambini, delle piante, dei pesci, della ricchezza della natura, della certezza dei suoi cicli, della dolcezza dell’amore, della fiducia nella Dea.
Le donne intorno a lei cantavano e si lasciavano andare al godimento di tutte le bellezze che la Madre evocava, costruendosi intorno una seconda pelle per affrontare l’orrore che si prospettava, e più la madre cantava la bellezza più erano consapevoli della durezza del compito che le aspettava e dei rischi ai quali la Madre si sarebbe esposta.

Il Viaggio della Conoscenza -2-

 L’anziana l’accarezzò distrattamente e con un lieve cenno invitò Irani a parlare. Questa fece un rapido, preciso e vivace racconto della richiesta della piccola Kulìa e della decisione della Madre di procurarsi un sogno che facesse loro sapere di più della tragedia che in un tempo diverso – lontano o vicino non era dato sapere – aveva colpito l’umanità. Spiegò che la Madre aveva dubitato a lungo e che ala fine sapere le era parso preferibile al non sapere, l’essere pronti meglio che essere impreparati, il soffrire adesso meno doloroso che attendere un dolore futuro, e iin sostanza aveva scelto di conoscere cosa poteva aver permesso tanto odio e tanta sofferenza e se li si poteva evitare.
Le donne presenti assunsero un’espressione concentrata e dubbiosa, la Madre le invitò a parlare se lo volevano e a scegliere liberamente se accompagnarla e sostenerla nell’opera incerta e rischiosa che si apprestava a tentare.

Il Viaggio della Conoscenza -1-

 Le case del villaggio, addossate le une alle altre, non più illuminate dalle lanterne, videro sfilare veloci e silenziose le donne adulte. Le mura biancheggianti di giorno ora facevano da pallido sfondo alle figure che a piccoli gruppi si dirigevano verso la capanna della Madre. L’anziana donna aveva una sua piccola casa in pietra e mattoni crudi, come tutti gli altri, ma la frequentava sempre meno. Diceva che da vecchia preferiva sentire le stelle più vicine, e l’aria che la accarezzava, e il vento muovere il canniccio del tetto della piccola costruzione in fibra vegetale e legno nella quale teneva le erbe e tutto ciò che la definiva per ciò che era e aveva scelto di essere.
Il fuoco nella capanna era acceso, Irani accoglieva le nuove venute con un infuso addolcito con miele e queste si sedevano intorno al fuoco intorno alla Madre senza chiedere, per rispetto ed educazione, il motivo di quella convocazione.

Tuatha Dé Danaann -2-

 Con Nuada tornato re, Bres non aveva più una leadership e si lamentò con suo padre Balor re dei Fomorians per la perdita dei diritti a regnare.
E i Tuatha Dé Danaann si impegnarono nella Seconda Battaglia di Magh Tuiredh contro i Fomorians. Nuada fu ucciso dal re dei Fomorians, Balor dall’occhio velenoso, che però venne ucciso a sua volta da Lugh, il campione dei Tuatha Dé Danaann che divenne a sua volta re.
La Terza Battaglia fu combattuta contro un gruppo di invasori venuti successivamente, i Milesiani, venuti dal nord ovest della Penisola Iberica. I Milesiani incontrarono tre Dee dei Tuatha Dé Danaann, Eriu, Banba e Fodla che gli chiesero di dare il loro nome all’Irlanda e così fecero, Eriu è all’origine del nome Eire e Banba e Fodla sono ancora usati oggi come nomi poetici del’Irlanda.

Tuatha Dé Danaann -1-

 I Tuatha Dé Danaann sono il Popolo della Dea Dana, come indica il loro nome. Si parla di loro nel Lebor Gabála Érenn come il quinto popolo che colonizzò l’Irlanda, il gruppo che arrivò dopo i Fir bolg. Il popolo dei Tuatha Dé Danaann è il popolo degli Dei d’Irlanda della tradizione pre-cristiana d’Irlanda ancora conosciuti e venerati ai nostri tempi. I Tuatha Dé Danaann sono spesso ricordati come triadi di divinità sia femminili che maschili, il Dagda, il Dio Buono, Lugh, la Morrigan, Brigit, Eriu, Fodla, Banba, Angus e Manannàn Mc Lir, Tuireann, Danu, Anu, Cait, sono solo alcuni dei loro nomi.
Si racconta che i Tuatha Dé Danaann siano anch’essi discendenti dei superstiti del popolo di Nemed che arrivarono da tre città del nord: Falias, Gorias, Murias and Finias dove si dice abbiano appreso le arti magiche.

Fir Bolg

 I superstiti del popolo di Nemed fuggiti dall’Irlanda si rifugiarono in Grecia dove vennero fatti schiavi e duecentotrenta anni dopo tornarono in Irlanda che fu divisa in tre nazioni: Fir Bolg, Fir Domnann e Fir Galioin o Gaileanga. Regnarono in Irlanda per circa trent’anni prima dell’arrivo dei Tuatha Dé Danaan. I Fir Bolg sono conosciuti come il popolo della Dea Bolg, o il popolo della borsa.
In tempi molto antichi i Fir Bolg dominavano l’Irlanda che allora era chiamata Eriu, erano i tempi immediatamente prima dell’arrivo dei Tuatha Dé Danaann, i figli di Danu. Il re dei Tuatha De Danaan, Nuada, reclamò metà dell’isola per il suo popolo, ma il re dei Fir Bolg rifiutò.

Nemed

 Trent’anni dopo l’estinzione del popolo di Partholon, l’Irlanda fu colonizzata dal popolo di Nemed, il popolo del bisnonno del fratello di Partholon. Durante la permanenza in Irlanda del popolo di Nemed ci furono ancora dei saccheggi dei Fomorians ed iniziarono lunghe guerre. Nemed vinse tre grandi battaglie. Dopo la morte di Nemed la sua gente fu soggiogata dai capi dei Fomorians, Morc
e Conand, ma insorsero, assaltarono la Torre di Conand sull’Isola di Tory e vinsero la battaglia, ma in un successivo scontro in mare con la flotta di Morc entrambe le armate vennero distrutte. L’Irlanda fu sommersa da un alluvione che uccise la maggior parte dei Nemediani ed un pugno di superstiti vennero dispersi ai quattro angoli del mondo.

Partholon

 Molto tempo dopo Cessair, Partholon arrivò in Irlanda dal Medio Oriente passando per l’Anatolia, la Grecia e la Spagna dopo aver navigato per sette anni. Partholon arrivò in Irlanda con sua moglie, Dalgnat, e i loro tre figli, Slàine, Rudraige e Laiglinne e le loro mogli Nerba, Cichba e Cerbnad e un migliaio di persone.
Quando Partholon arrivò in Irlanda c’erano solo tre laghi, nove fiumi e una pianura in quella terra. Fu lui assieme al suo popolo a creare quattro altre pianure e fece sgorgare dal suolo sette altri laghi. Tre anni dopo il suo arrivo, Partholon sconfisse i Fomorians guidati da Cìocal a Magh Ithe, nella prima battaglia mai combattuta in Irlanda.

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