Se la mamma è stressata, i figli sono a rischio asma

Avere una mamma stressata aumenta il rischio che i bambini sviluppino l’asma. Lo ha scoperto una ricerca della giapponese Kyushu University, pubblicata sulla rivista ‘BioPsychoSocial Medicine’. Lo studio ha esaminato per un anno 223 donne che avevano figli dai due ai 12 anni, verificando il loro livello di stress e le loro abitudini nei rapporti con i figli. Dalla ricerca e’ emerso che i bimbi di piu’ di 7 anni d’eta’ con mamme iperprotettive avevano una maggiore probabilita’ di avere attacchi forti, mentre lo stato di salute peggiore era dei bambini con mamme cronicamente arrabbiate o che soffocavano i propri sentimenti.

Bambini e animali: avere un cucciolo protegge i bimbi dagli eczemi, anche se sono allergici

 Buone notizie per gli amanti dei cani. Avere un cucciolo in casa ‘protegge’ i bimbi dal rischio di sviluppare eczemi, anche se i piccoli sono allergici proprio al cane. Lo studio, pubblicato sul ‘Journal of Pediatrics’, spiega inoltre che per i piccoli allergici che vivono insieme a un gatto il pericolo di eczema aumenta. Il team di Tolly Epstein dell’University of Cincinnati e del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center ha esaminato i dati di 636 bambini arruolati in un maxi-studio sulle allergie infantili.

Le allergie nei bambini
La ricerca esaminava gli effetti del particolato e degli inquinanti ambientali sulla salute respiratoria e le allergie nei bambini. Tutti i piccoli coinvolti erano figli di genitori allergici, e dunque considerati ad alto rischio allergie. I bimbi sono stati sottoposti a test per 17 diverse allergie ogni anno da 1 a 4 anni di età. Ebbene, i ricercatori hanno scoperto che i piccoli risultati allergici ai cani erano meno a rischio di sviluppare eczemi entro i 4 anni, se fin da neonati avevano vissuto con un cane. Per gli altri, quelli tenuti lontani dai quattrozampe, “il pericolo è risultato 4 volte più elevato”, dice Epstein.

Allergie alimentari nei bimbi: con l’età possono sparire

Nei Paesi industrializzati il 6-8% dei bambini tra i 12 e i 14 anni soffre di allergia alimentare nei primi tre anni di vita. La prevalenza di tale disordine tende a decrescere con l’età, e in particolare l’80% dei bambini allergici al latte vaccino, una delle più comuni allergie alimentari, tollerano tale alimento entro il quinto anno di vita. Le allergie a tavola per i piccoli figura tra i temi che verranno trattati durante il Congresso nazionale della Società italiana di pediatria, in programma dal 20 al 23 ottobre prossimi a Roma.

Le allergie alimentari nei bambini
Sul fronte delle allergie alimentari, ‘accese’ da alcune proteine contenute nei cibi, ancor oggi il trattamento standard è rappresentato dalla dieta d’esclusione, nonostante nuovi approcci terapeutici e/o farmacologici siano in fase di sperimentazione. Tra questi, “la desensibilizzazione orale sembra essere una procedura molto promettente da utilizzare in casi particolari“, sottolineano in una nota Alberto Ugazio, presidente Sip, ed Elio Novembre, responsabile della struttura di Allergologia pediatrica del Meyer di Firenze.

Adolescenti irresponsabili a letto: è boom di mamme giovanissime

Adolescenti sempre più irresponsabili a letto. Quasi la metà (45%) dei ragazzi sessualmente attivi fra i 15 i 24 anni confessa di avere avuto rapporti non protetti, secondo un’indagine condotta in Italia e altri 24 Paesi in vista della quarta Giornata mondiale della contraccezione celebrata domenica 26 settembre. Rispetto alla rilevazione 2009, il numero di imprudenti è lievitato di un quarto (+25%). Risultato: ragazzine col ‘pancione’ che nell’80% dei casi optano per l’aborto, e un boom di malattie sessualmente trasmissibili. L’allarme arriva dagli esperti della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), oggi a Milano per presentare i risultati 2009 del kit multimediale Sigo per le scuole e l’edizione 2010 del corso.

Giovani che soffrono d’insonnia a rischio di stress

 I giovani che dormono meno di otto ore per notte sono ad alto rischio di sviluppare sintomi di stress psicologico con un alto livello di ansia e depressione. Lo ha scoperto uno studio pubblicato dalla rivista Sleep. I ricercatori dell’Universita’ di Sidney hanno studiato dei soggetti tra i 17 e i 24 anni, chiedendo loro di riferire quante ore per notte dormivano, prendendo otto o nove ore di sonno come riferimento. La ricerca ha trovato che per ogni ora in meno dormita rispetto alla ‘linea di base’ il rischio di avere sintomi di stress psicologico aumenta del 14 per cento, ed e’ doppio in caso si dorma meno di 6 ore, mentre in chi dorme piu’ di 9 ore non si e’ trovato alcun effetto negativo.

Boom di problemi all’udito per i giovani: Mp3 sotto accusa

 Sotto accusa finiscono, ancora una volta, i lettori Mp3. Ma anche le lunghe chiacchierate al telefonino e le notti trascorse in discoteca. Il risultato non varia, anzi peggiora di anno in anno: i problemi di udito continuano a crescere tra giovani e giovanissimi, in ogni angolo del pianeta. A tastare il polso alla situazione, gli esperti riuniti a Lecce per il XXXVIII Convegno della Societas Orl Latina di otorinolaringoiatria, una ‘quattro giorni’ che vede a confronto gli addetti ai lavori dei Paesi di lingua latina per parlare delle principali novità del settore.
E dagli interventi – assicura all’Adnkronos Salute il presidente del Convegno Michele De Benedetto, direttore dell’Unità operativa complessa di Otorinolaringoiatria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce – si comprende che il problema non è solo italiano ma condiviso da tutti i Paesi“, in altre parole ovunque “c’è bisogno di abbassare il volume“.

La marijuana primo passo verso le droghe pesanti: uno studio Usa smentisce

 Marijuana primo passo verso la dipendenza da droghe pesanti? Un fenomeno preso in eccessiva considerazione, secondo i sociologi della University of New Hampshire (Usa), che hanno effettuato uno studio ad hoc rilevando l’importanza di altri fattori, in primis l’etnia e la condizione sociale, per l’instaurarsi del problema. A quanto sostiene lo studio, quando i giovani raggiungono i 21 anni l’effetto ‘gateway’ degli spinelli, cioè di ‘cancello d’entrata’ verso altre droghe, scompare completamente. Il principale fattore predittivo dell’abuso di droghe pesante è invece la razza: i bianchi in particolare mostrano le più alte possibilità di cadere nel tunnel della dipendenza, seguiti dagli ispanici e dagli afro-americani.

Anoressia: una questione di competizione naturale

 Incoraggiare le modelle che solcano le passerelle di alta moda a prendere peso potrebbe non bastare per sconfiggere l’anoressia. I messaggi veicolati dai media che influenzano maggiormente le ragazze e le spingono a smettere di mangiare per dimagrire non sono, infatti, quelli legati alla magrezza, bensì al successo di una persona, qualsiasi sia il suo peso. Lo rivela uno studio che appare sulla rivista ”Evolution and Human Behavior”. Riviste patinate, trasmissioni televisive di gossip, magazine di moda: sono i principali veicoli di informazioni potenzialmente nocive per le ragazzine in cerca di un’identità.

Rapporti di coppia: sedentarietà e obesità fanno male alla felicità di mamma e papà

Sedentarietà e obesità nemici del sesso. Lo dimostrano i dati di numerosi studi clinici condotti per indagare il ruolo dello stile di vita sull’incidenza della disfunzione erettile maschile, raccolti nelle nuove Linee guida per la medicina sessuale emerse dalla seconda Consensus di Princeton sulla disfunzione sessuale e il rischio cardiaco. Uno studio condotto in Olanda su 1.700 uomini tra i 50 e i 75 anni – ricorda una nota – attesta che l’indice di massa corporea (Bmi) è un importante fattore predittivo di disfunzione erettile, sia considerato singolarmente che in associazione ad altri fattori di rischio come l’ipertensione o il diabete. Accanto all’obesità, la scarsa attività fisica è un altro fattore di rischio che risulta essere fortemente connesso all’incidenza di disfunzione erettile.

Allattamento al seno: meno rischi di diabete per le mamme

 Un altro buon motivo per attaccare il bebè al seno arriva da uno studio dell’Università di Pittsburgh, pubblicato sull”American Journal of Medicine’. Le madri che non allattano, dimostra la ricerca Usa, corrono più rischi di ammalarsi di diabete di tipo 2 nel corso della vita.
Lo studio è stato condotto su 2.233 donne di età compresa tra i 40 e i 78 anni, di cui il 56% aveva allattato al seno almeno un mese negli anni precedenti. Ebbene, di quelle che non avevano attaccato il proprio bimbo al seno il 27% si era ammalata di diabete, una percentuale quasi doppia rispetto a quella registrata tra le donne che non avevano mai allattato in modo naturale o quelle che non avevano partorito.

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