Sintomi della gravidanza: dolori alla schiena

 Durante tutta la gravidanza capita di avvertire delle contratture dolorose in qualche punto lungo tutto l’asse della colonna vertebrale. A volte questi dolori possono essere anche piuttosto intensi, ma non devono preoccupare la futura mamma. Negli ultimi mesi poi, la pancia cresce e costringe la colonna vertebrale ad un continuo sforzo: infatti risulta del tutto naturale cercare un equilibrio più comodo spostando il busto all’indietro, mentre il bacino in avanti.

Questa posizione però, provoca la continua contrazione di alcune fasce muscolari dell’addome e della schiena, provocando alla futura mamma una sensazione di indolenzimento o di un dolore all’altezza delle reni.
Anche la pressione dell’utero gravido può provocare sciatalgie.

Parto: l’epidurale una tecnica per farlo nascere senza dolore

 Alcune donne sono spaventate e temono di non riuscire ad assecondare il ritmo delle contrazioni oppure temono di non saper spingere. Nonostante ciò sono poche le future mamme che chiedono di partorire con l’epidurale.

Ma che cosa è l’epidurale?

L’epidurale non altro che un’anestesia locale praticata durante il parto. Consiste nell’iniezione di un prodotto attorno alla dura madre (per questo motivo, l’epidurale viene chiamata anche « peridurale »), la membrana che ricopre il sistema nervoso centrale. Solo i nervi che innervano il piccolo bacino vengono addormentati.Non appena le contrazioni diventano dolorose, il medico fa un’iniezione nella schiena mentre si è sdraiate sul fianco o sedute: mette l’ago tra due vertebre, fino a raggiungere lo spazio epidurale che avvolge il midollo spinale.
Poi, un catetere viene introdotto nell’ago che poi viene tolto. Un prodotto che anestetizza i nervi che innervano il piccolo bacino viene iniettato tramite il catetere, mentre la pressione arteriosa e il battito cardiaco della futura mamma vengono tenuti sotto controllo.

D’ora in poi anche durante il travaglio sarà possibile mangiare

 “Tutte le donne dovrebbero avere la possibilita’ di mangiare e bere quello che vogliono durante il travaglio”: a sostene questa tesi e’ uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’East London Hospital Complex di East London (Sud Africa) guidati da Mandisa Singata e pubblicato su Cochrane Systematic Review, secondo i quali la tradizionale pratica di vietare alle future mamme l’assunzione di liquidi e alimenti durante il travaglio non ha alcun fondamento scientifico sempre che non sopravvengono complicazioni tali da prevedere un parto in anestesia totale. In questo caso avere lo stomaco pieno potrebbe essere pericoloso.
Poi visto che a volte il travaglio si prospetta lungo e faticoso è importante che la futura mamma preservi le proprie energie mangiando qualcosa o bevendo.

Proprio per questo gli atteggiamenti hanno cominciato a cambiare e in molti reparti di maternita’, in particolare nel Regno Unito, le donne sono ora autorizzate a mangiare e bere quello che vogliono.

Parto: a volte serve l’episiotomia

 L’episiotomia è un taglietto che viene praticato in alcuni casi lungo il perineo della mamma, pochi istanti prima dell’uscita del bambino. Questo taglietto serve per evitare che i tessuti di questa zona si lacerino in maniera incontrollata provocando danni maggiori. Infatti si effettua per facilitare la fuoriuscita della testa del bambino. Di solito viene praticata se è il primo parto in quanto in questo caso i tessuti sono più rigidi.

L’episiotomia risulta indicata se:
-c’è un qualsiasi indizio di sofferenza fetale mentre il bambino è nel canale del parto,
-il parto avviene troppo rapidamente, non dando il tempo alla vagina di dilatarsi naturalmente,
-la testa del bambino è troppo grande per l’apertura,
-le spalle del bambino sono bloccate (quando le spalle del bambino sono bloccate, sono posizionate dietro l’osso pelvico, e non dietro tessuto molle).

Procreazione assistita arriva il primo si da un giudice di Salerno alla diagnosi preimpianto

 E’ di questi ultimi giorni la notizia che il giudice Antonio Scarpa di Salerno ha autorizzato per la prima volta in Italia, la diagnosi genetica preimpianto a una coppia fertile portatrice di una grave malattia ereditaria, l’Atrofia Muscolare Spinale di tipo 1(SMA1). Questa malattia causa la paralisi e atrofia di tutta la muscolatura scheletrica e costituisce la più comune causa genetica di morte dei bambini nel primo anno di vita, con un decesso per asfissia.

La diagnosi preimpianto permette di stabilire se l’embrione che si sta per inserire nell’utero della donna è sano: questo tipo di esame, infatti, permette di identificare la presenza di malattie genetiche o di alterazioni cromosomiche. Nella Legge 40/2004, che riguarda le Norme in materia di procreazione medicalmente assistita, tale prassi viene vietata perchè è prevista solo nei casi di infertilità e sterilità.

I body scanner sono pericolosi in gravidanza?

 In questi ultimi giorni in tutti i telegiornali e giornali non si è parlato d’altro l’ utilizzo dei body scanner negli aeroporti per rilevare la presenza addosso ai passeggeri di sostanze o oggetti pericolosi. In Italia verranno installati 3 body scanner entro aprile: negli aeroporti di Malpensa, Venezia e Fiumicino.

Il problema è capire se sono pericolosi per la salute di chi si sottopone ai body scanner e proprio per questo al Ministro della Salute, Ferruccio Fazio è stata fatta un’intervista apparsa sul quotidiano La Stampa, il quale ha dichiarato: “Le esposizioni non vanno valutate tanto per la quantità di emissioni, quanto per la loro accumulazione. La nostra commissione dovrà dire cosa è sicuro, per quali cittadini, e quali accorgimenti usare per i soggetti a rischio. Sono verifiche che possiamo fare in tempi molto rapidi: per quanto gli eventi ci obblighino ad esserlo, su questi temi non ci possono essere improvvisazioni. Il presidente dell’Enac Riggio e tutti i ministri coinvolti la pensano come me».

Forcipe e ventosa: si usano ancora durante il parto?

 Il forcipe e la ventosa sono strumenti che vengono utilizzati talvolta per accelerare i tempi di espulsione del bambino al momento del parto a causa di una sofferenza fetale segnalata attraverso il monitoraggio (anche se a volte per questo si preferisce il cesareo) oppure se il bambino ha la testa molto grossa o se la mamma è molto stanca e non riesce più a spingere.

Ma vediamo nel dettaglio cosa sono.

Mangiare uova e pancetta in gravidanza fanno diventare più intelligenti i bambini

 Cosa è giusto mangiare durante la gravidanza? Molte donne si sa durante la gestazione lottano contro i problemi legati derivanti da un’alimentazione sbagliata, come per esempio la toxoplasmosi. Ma sembrerebbe che mangiare uova e pancetta aiuterebbe a sviluppare l’intelligenza del bambino. A sostenerlo è uno studio fatto nell’Università del North Carolina, diretto dal dottor Steven Zeisler e pubblicato dal Federation of American Societies for Experimental Biology Journal.

Lo studio è stato condotto su modello animale e si è scoperto che le uova e gli alimenti a base di maiale contengono colina, la quale sostanza se presa dalla mamma influenza anche il feto facendo si che si sviluppi la parte del cervello legata alla memoria e ai ricordi. La colina comunque è presente in altri alimenti come il pesce, i legumi, la frutta secca, i cereali e in alcuni ortaggi, ma si trova maggiormente nelle uova.

MaMi mamme a Milano – LE DOMANDE DELLE MAMME –

 Lunedì 25 febbraio alle ore 18.30 presso l’associazione MaMi mamme a Milano si terrà un bellissimo ed interessantissimo incontro: LE DOMANDE DELLE MAMME.

Vediamo insieme di cosa si tratta: aspettare un bambino è fonte di tante insicurezze e difficoltà, che il più delle volte non si riesce nemmeno a raccontare. Le domande che vengono in mente sono tante, ed è importante trovare la persona giusta a cui farle.

L’acido folico sembra che favorisca l’asma nei bambini

 L’assunzione dell’acido folico prima e durante la gravidanza è fondamentale per la salute del bambino in quanto serve per prevenire malformazioni. L’importante è non assumerlo fino alla fine della gravidanza perchè secondo un recente studio australiano, pubblicato dall’American Journal of Epidemiology, favorirebbe il rischio di sviluppare l’asma nel nascituro.
Lo studio è stato seguito da un gruppo di ricercatori dell’Università di Adelaide in Australia, coordinati dal dottor Michael Davies.

Il dottor Davies e il suo gruppo di ricerca hanno misurato la frequenza dell’asma in più’ di 400 bambini le cui madri erano state seguite fin dall’inizio della gravidanza.
Essi hanno così notato come circa il 21% dei soggetti aveva sviluppato l’asma entro i 3 anni di eta’, e la stessa percentuale aveva l’asma a 5 anni. Inoltre, i bambini le cui madri assumevano l’acido folico a termine della gestazione (dopo la 30° settimana) avevano il 25% in più di offrire d’asma a 3 anni rispetto ai bambini le cui mamme non prendevano più’ quei supplementi a fine gravidanza. Erano anche più’ alte le probabilità’ che i sintomi dell’asma continuassero fino ai 5 anni.

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