Il laparocele è una grave complicazione post operatoria che si verifica circa nel 2% delle laparotomie con maggior frequenza nei tagli longitudinali. Consiste nella fuoriuscita dei visceri della cavità addominale attraverso un’apertura che si viene a creare quando una ferita laparotomica non cicatrizza in modo corretto.
Taglio cesareo
Parto naturale o cesareo?
Un timore che accomuna molte future mamme è quello di soffrire nel momento del parto ed è proprio per questo motivo che si ricorre, forse un po’ troppo spesso, al taglio cesareo. Stando ad alcuni dati, in Italia si è arrivati a quasi il 40% delle nascite con parti cesarei, nonostante per l’Organizzazione Mondiale della Sanità il limite massimo è del 15%.
Parto naturale vs parto cesareo
I bambini nascono in modo naturale da che mondo e mondo, ma negli ultimi anni c’è stato un boom di tagli cesarei, per i più svariati motivi. Spesso è assolutamente necessario per evitare che mamma e bambino rischino la vita.
In altre situazioni è soltanto una scelta, per soffrire di meno, per evitare altre problematiche collegate al parto naturale, ma come in tutte le cose ci sono pro e contro.
Sempre più parti cesarei nei paesi ricchi, ma non sono le mamme a chiederlo
Negli ultimi trent’anni il numero di parti cesarei ha registrato un aumento costante nei Paesi industrializzati, ma uno studio condotto su circa 20.000 donne di tutto il mondo suggerisce che
Sicurezza in sala parto e numero di nascite: meno bebè e strutture poco sicure
Il 66% dei punti nascita italiani esegue meno di 1.000 parti l’anno, la soglia indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità e ribadita ieri dal ministro della Salute Ferruccio Fazio per garantire sicurezza in sala parto. Il 10,47% delle nascite avviene in punti nascita con meno di 500 parti l’anno. A sottolinearlo, numeri alla mano, è la Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi regionali, che indica come, mediamente, nel nostro Paese più di un parto su 4 avvenga in strutture che ne registrano meno di 1.000 l’anno.
Taglio cesareo, arriva un test per minimizzare i rischi
Messo a punto un test per decidere in modo rapido e sicuro tra taglio cesareo e parto naturale e risparmiare alla donne lunghe ore di travaglio dolorose ed inutili, nonché talvolta foriere di complicazioni, come spesso avviene quando si aspetta troppo tempo in sala parto prima di decidere per un taglio cesareo. Secondo quanto si apprende online sul sito della BBC, l’ha messo a punto la compagnia svedese Obstecare sulla base di una ricerca condotta alla Liverpool University e al Liverpool Women’s Hospital.
Parto: la visita di controllo dopo 40 giorni di puerperio
Prima delle dimissioni in ospedale il ginecologo fa una visita di controllo per verificare le suture e le condizioni dell’utero. Se il parto è stato normale e senza nessuna complicazione non è necessario fare subito altre visite. In assenza di problemi alla neo mamma si consiglia di fare una verifica dopo 40 giorni dopo il parto.
Nel caso invece di parto cesareo di solito è il ginecologo che ha eseguito l’intervento a fissare, prima che la neo mamma venga dimessa una nuova visita. In assenza di complicazioni avviene circa dopo 20 giorni dopo l’intervento.
Parto: l’epidurale una tecnica per farlo nascere senza dolore
Alcune donne sono spaventate e temono di non riuscire ad assecondare il ritmo delle contrazioni oppure temono di non saper spingere. Nonostante ciò sono poche le future mamme che chiedono di partorire con l’epidurale.
Ma che cosa è l’epidurale?
L’epidurale non altro che un’anestesia locale praticata durante il parto. Consiste nell’iniezione di un prodotto attorno alla dura madre (per questo motivo, l’epidurale viene chiamata anche « peridurale »), la membrana che ricopre il sistema nervoso centrale. Solo i nervi che innervano il piccolo bacino vengono addormentati.Non appena le contrazioni diventano dolorose, il medico fa un’iniezione nella schiena mentre si è sdraiate sul fianco o sedute: mette l’ago tra due vertebre, fino a raggiungere lo spazio epidurale che avvolge il midollo spinale.
Poi, un catetere viene introdotto nell’ago che poi viene tolto. Un prodotto che anestetizza i nervi che innervano il piccolo bacino viene iniettato tramite il catetere, mentre la pressione arteriosa e il battito cardiaco della futura mamma vengono tenuti sotto controllo.
D’ora in poi anche durante il travaglio sarà possibile mangiare
“Tutte le donne dovrebbero avere la possibilita’ di mangiare e bere quello che vogliono durante il travaglio”: a sostene questa tesi e’ uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’East London Hospital Complex di East London (Sud Africa) guidati da Mandisa Singata e pubblicato su Cochrane Systematic Review, secondo i quali la tradizionale pratica di vietare alle future mamme l’assunzione di liquidi e alimenti durante il travaglio non ha alcun fondamento scientifico sempre che non sopravvengono complicazioni tali da prevedere un parto in anestesia totale. In questo caso avere lo stomaco pieno potrebbe essere pericoloso.
Poi visto che a volte il travaglio si prospetta lungo e faticoso è importante che la futura mamma preservi le proprie energie mangiando qualcosa o bevendo.
Proprio per questo gli atteggiamenti hanno cominciato a cambiare e in molti reparti di maternita’, in particolare nel Regno Unito, le donne sono ora autorizzate a mangiare e bere quello che vogliono.
Forcipe e ventosa: si usano ancora durante il parto?
Il forcipe e la ventosa sono strumenti che vengono utilizzati talvolta per accelerare i tempi di espulsione del bambino al momento del parto a causa di una sofferenza fetale segnalata attraverso il monitoraggio (anche se a volte per questo si preferisce il cesareo) oppure se il bambino ha la testa molto grossa o se la mamma è molto stanca e non riesce più a spingere.
Ma vediamo nel dettaglio cosa sono.