Bimbi autistici: come evitare le convulsioni con la dieta chetogenica

Bimbi autistici: quanti sono i problemi quotidiani che i genitori devono affrontare? Tra questi ci sono spesso le convulsioni, che per la maggior parte dei casi vengono trattate con i farmaci. Eppure la dieta chetogenica è un trattamento non farmacologico e funziona, senza indurre nel bambino effetti collaterali che si hanno invece con i farmaci.

I risultati della dieta chetogenica sono stati accertati e diffusi recentemente sulla rivista BMC Pediatrics.

Bimbi autistici: meno stress se in casa c’è un cane

Avere un cane in casa diminuisce lo stress dei bambini autistici, e li aiuta a vivere meglio. Lo ha scoperto uno studio canadese pubblicato dalla rivista Psychoneuroendocrinology, in cui cani addestrati in maniera specifica sono stati forniti a 42 famiglie con un figlio affetto dalla patologia. I ricercatori hanno misurato il livello degli ormoni associati allo stress nei bimbi prima e dopo l’introduzione del cane, che era stato addestrato per tre mesi principalmente a rimanere calmo in caso di crisi del bambino, e chiesto ai genitori di compilare un questionario sul comportamento e sui problemi legati alll’autismo.

Voce della mamma, un aiuto concreto per risvegliarsi dal coma

 Ed ecco un altro studio sulla voce della mamma: sembra infatti che l’effetto della voce della mamma, o di un familiare, potrebbe essere potente come una medicina per aiutare le vittime di un incidente a risvegliarsi dal coma e a recuperare dopo il trauma. A testare per la prima volta l’utilità di questo sistema è un nuovo studio che ha coinvolto 45 persone, condotto da Theresa Pape della Northwestern University Feinberg School of Medicine (Usa), finanziato dall’Us Department of Veteran Affairs.

A 6 mesi di vita del bambino è possibile diagnosticare se soffre di autismo

 Secondo un recente studio condotto dell’Università della California-Davis (UCD) MIND Institute di Sacramento è possibile diagnosticare come i primi sintomi dell’autismo si manifestino dal bambino nei primi 6 mesi di vita con la balbuzie, una riluttanza al contatto visivo e al sorriso. Fino ad oggi non c’erano delle prove scientifiche per una diagnosi precoce della malattia.

Lo studio ha preso in esame 50 neonati che sono poi stati seguiti per i primi cinque anni della loro vita, analizzandogli il comportamento. Infatti, sono stati controllate le occasioni in cui sorridevano, chiacchieravano o cercavano il contatto visivo.
Il gruppo dei 50 neonati era formato da 25 ad alto rischio, con problemi di autismo in famiglia, gli altri 25, invece, erano bambini a basso rischio perchè nati da gravidanze portate correttamente a termine e senza background di autismo in famiglia.
I dati raccolti a distanza di 12, 18, 24 e 36 mesi sono stati valutati utilizzando due sistemi diagnostici: il Autism Diagnostic Observation Schedule (ADOS) e il Autism Diagnostic Interview-Revised (ADI-R).